Indagati Rigopiano salgono a 32, Mario Tinari: "Massimo impegno da parte della Procura"

TRA INDAGINI E DOLORE mer 16 maggio 2018

Vasto "E' una cosa che ci aspettavamo, il piano valanghe fermo al 1992"

Attualità di Di Federico Cosenza
2min
Gli striscioni esposti dai famigliari delle vittime a Rigopiano ©Vastoweb
Gli striscioni esposti dai famigliari delle vittime a Rigopiano ©Vastoweb

RIGOPIANO. Il Giro d'Italia ha riportato alla ribalta la tragedia di Rigopiano, quella in cui 29 persone persero la vita a seguito di una valanga che travolse l'omonimo Hotel dove erano in vacanza il 18 gennaio 2017. Il passaggio della Carovana Rosa da un lato è stato apprezzato perché è stato sobrio e vi è stata grande vicinanza al dolore dei famigliari delle vittime (Leggi), dall'altro ha lasciato qualche polemica.

Infatti ieri, in occasione della decima tappa Penne-Gualdo Tadino, i famigliari sono tornati a Farindola ma senza salire su a Rigopiano. Si sono fermati, per motivi di ordine pubblico legati alla Corsa Rosa, nel punto in cui l'ultimo spazzaneve in servizio aprì un varco per far salire fino all'Hotel gli ospiti, tra cui Jessica Tinari e Marco Tanda.

Qui sono stati esposti degli striscioni: "Le Istituzioni abruzzesi ci hanno presi in giro. Per asfaltare le strade dove passa il giro: 1.400.000 euro. Per la mancata riparazione di una turbina (25.000): 29 morti a Rigopiano. Grazie Presidente". E poi un altro con su scritto: "Aspettando il Giro d'Italia! "Loro" aspettando ancora che arrivi la turbina". In entrambi i casi il riferimento è a quella turbina ferma in riparazione nei giorni della tragedia e per cui bastavano soli 25 mila euro per rimetterla in funzione. E' stato espresso così il senso di rabbia ed impotenza da parte di chi ha perso i propri cari e non riesce giustamente a farsene una ragione.

Intanto sul fronte delle indagini ci sono nuovi sviluppi con il numero degli indagati che è in costante aumento (Leggi). A riguardo Mario Tinari, il papà di Jessica, ha dichiarato a Vastoweb: "E' una cosa che ci aspettavamo, normale che venga coinvolta tutta la catena istituzionale. Si sapeva questo, d'altronde il piano valanghe è fermo dal 1992. La Procura ci aveva assicurato massimo impegno ed efficienza, e per ora così stanno andando le cose. In questa tragedia non c'è un colpevole, sono coinvolti tutti quelli che non hanno preso le dovute precauzioni. Certo questo non riporterà in vita i nostri cari, ma è giusto che la giustizia faccia il suo corso."

Per il Comitato dei famigliari delle vittime: "Oggi un raggio di sole ha colpito i nostri cuori lacerati dal dolore, era ciò che ci aspettavamo, una risposta dallo Stato contro una parte di esso che non ha funzionato e garantito i principi sanciti dalla costituzione ai suoi cittadini.....la nostra perseveranza alla ricerca della verità e delle responsabilità in ogni ordine e grado ha dato i suoi frutti.....16 mesi di presenza ferma e costante con dignità e rispetto delle istituzioni, quelle buone e che meritano tutto il nostro rispetto, alla fine ci hanno dato ragione e premiato la nostra tenacia. Ora non ci aspettiamo processi sommari, ma solo verità e giustizia, quella vera e che nasce da quella parte buona e sicura dello stato che funziona. Un grazie a tutti gli Inquirenti che hanno dimostrato che il nostro paese ha ancora tanto valore da rendere ai suoi cittadini."

Il Sottosegretario Regionale Mario Mazzocca su ultimi sviluppi delle indagini relative alla tragedia dell'Hotel Rigopiano ha dichiarato: "Non ho alcun commento da fare sia per rispetto delle vittime sia dei loro familiari e anche per il lavoro che sta svolgendo la magistratura inquirente e che mi risulta al momento non essere ancora concluso. Per quanto mi riguarda, ho ragione di ritenere che sussistano le condizioni affinchè la vicenda possa chiarirsi nel più breve tempo possibile".


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