Domani al Teatro Rossetti "Dichiaro guerra al tempo"

ven 24 febbraio 2017
Cultura e Società di redazione
1min
Domani al Teatro Rossetti Dichiaro guerra al tempo ©n.c.
Domani al Teatro Rossetti Dichiaro guerra al tempo ©n.c.
  VASTO. Domani alle ore 21:00 grande prosa al Teatro Rossetti: "Dichiaro guerra la tempo" tratto da i Sonetti di William Shakespeare con Manuela Kustermann e Melania Giglio, regia Daniele Salvo, costumi Daniele Gelsi. Al centro della scena due donne, una di epoca elisabettiana, l'altra di epoca moderna. Entrambe nella stessa stanza: ovunque manoscritti, versi, spartiti musicali, e poi musica. È un confronto stimolante tra due mondi, quello della poesia elisabettiana e del pop-rock, quello dei sonetti shakesperiani e quello della musica contemporanea di David Bowie, di Prince e dei Pink Floyd. Le due donne giacciono sprofondate negli abissi del tempo, non si vedono, non si parlano direttamente, ma sicuramente si percepiscono. La stanza è la stanza della memoria. Nella stanza dell'immaginario del grande poeta ci si può anche smarrire. Proprio perché è “strumento divino”, proprio perché dialoga con gli angeli, il Poeta non deve solo divertirci (di-vertere = distrarre da), ma ha la possibilità di aiutarci a ritrovare la nostra grazia perduta, la nostra innocenza, a lungo vagheggiata e rimpianta, cancellata inesorabilmente dal cinismo e dalla superficialità della nostra vita quotidiana. Così le due donne iniziano un dialogo senza fine, dove, da due diverse dimensioni, s’interrogano ancora e ancora sulla vera natura dell’amore. Sul confine tra amore e amicizia. In che cosa differiscono l’amore passionale e quello ideale? Quando possiamo parlare di affinità elettive? Shakespeare nei suoi sonetti indaga tutti i possibili aspetti dell’amore. E l’amore stesso diviene così lo strumento d’eccellenza per conoscere se stessi, l’altro, il mondo, la poesia, la bellezza e la caducità. Una conversazione infinita, dove il gioco dei sentimenti è vissuto fino in fondo e porta le due donne ad osservare con dolcissima compassione la fatale caducità del nostro tempo terreno. Perché è proprio il Tempo, con il suo inganno, il suo orrore, il suo splendore, a rappresentare il vero grande tema dei Sonetti di Shakespeare.

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