Sisma: non solo Amatriciana, ecco ricette salva tipicità

ven 17 marzo 2017
Cultura e Società di redazione
3min
Sisma: non solo Amatriciana, ecco ricette salva tipicità ©n.c.
Sisma: non solo Amatriciana, ecco ricette salva tipicità ©n.c.
ABRUZZO. Dalle mortadelle di Campotosto gratinate alla crema di pecorino amatriciano: ecco alcune delle ricette per salvare i prodotti terremotati e offrire sbocchi di mercato per rilanciare l’economia e il turismo nelle aree colpite dal sisma. L’iniziativa è della Coldiretti #nonsolomatriciana con venti agrichef di Campagna Amica giunti nelle Marche da tutta Italia, anche dall’Abruzzo, all’agriturismo Fiorenire di Castignano (Ascoli Piceno), uno de comuni del cratere, per imparare le ricette con le tipicità salvate dalle macerie e diffonderle nelle proprie regioni. Le eccellenze abruzzesi a rischio di estinzione dopo le calamità e il sisma dello scorso gennaio sono state usate dagli agrichef in abbinamento alle altre specialità delle zone terremotate tra cui Umbria, Lazio e Marche. Così, il noto pecorino amatriciano è stato trasformato in una crema vellutata con carpaccio di asparagi crudi e uovo fritto, mentre il tipico ciauscolo marchigiano rende più gustosa una zuppa di roveja, cereale tipico del Maceratese, ed erbe di campo. E anche la Mortadella di Campotosto Igp, specialità abruzzese, viene valorizzata gratinata su gnocchi di castagne in crema di cavolfiore. Ma l’obiettivo è – spiega la Coldiretti – quello di usare le specialità salvate dalle macerie in tante altre ricette e varianti nelle diverse regioni, grazie all’azione dei primi venti agrichef diplomati ufficialmente nella Marche al termine di un corso promosso dagli agriturismi di Campagna Amica, con il presidente nazionale dell'associazione Terranostra, Diego Scaramuzza mentre per l’Abruzzo c’era Gabriele Maiezza, presidente regionale di Terranostra. “I prodotti locali salvati dalle macerie rischiano, infatti, di sparire per il crollo del 90% del mercato locale provocato dalla crisi del turismo e dallo spopolamento dovuto all’esodo forzato ma anche ai ritardi nella costruzione degli alloggi temporanei. Il crack delle vendite – sottolinea Coldiretti Abruzzo - ha colpito maggiormente i formaggi e i salumi, anche in ragione del fatto che nelle zone colpite dal sisma è molto radicata l’attività di allevamento e zootecnia. A rischio - sottolinea Coldiretti Abruzzo - c’è un patrimonio di specialità conservate da generazioni nelle campagne diventate simbolo del Made in Italy in tutto il mondo, dal pecorino di Farindola al pecorino Amatriciano, dai salumi teramani al caciocavallo e alla caciotta abruzzese, dalla mortadella di Campotosto al caciofiore aquilano fino alla ventricina teramana”. Coldiretti sottolinea inoltre che ad essere stato fortemente colpito dal sisma è anche l’agriturismo con le presenze praticamente azzerate per un crollo di oltre il 90% degli arrivi nelle aziende agricole situate nelle aree del cratere tradizionalmente vocate per vacanze, picnic e gite fuori porta in campagna, grazie alla bellezza dei paesaggi e alla qualità dell’offerta gastronomica. "Nei 131 comuni del cratere colpito dai terremoti del 24 agosto e del 26 e 30 Ottobre secondo le elaborazioni Coldiretti su dati Istat, operano 444 agriturismi dei quali 42 in Abruzzo, 40 nel Lazio, 247 nelle Marche e 115 in Umbria dove al momento le uniche presenze residuali si riferiscono a quanti sono impegnati nell’opera di ricostruzione. Il calo degli arrivi di turisti, con il conseguente danno economico, allunga – rileva Coldiretti – il conto dei problemi provocati dal terremoto alle strutture a cui si aggiunge il calo delle vendite di tipicità ai turisti ovviamente azzerate sia per il blocco dell’attività di trasformazione e sia per la stessa mancanza di clienti”. “E’ necessario incentivare il turismo nelle regioni colpite dal sisma con la detraibilità delle spese sostenute dai turisti per i soggiorni nelle strutture ricettive agrituristiche che potrebbero essere considerate oneri deducibili a lato della dichiarazione dei redditi – evidenzia Gabriele Maiezza, presidente di Terranostra Abruzzo, che ha partecipato al corso per agrichef a Fiorenire di Castignano - Per risollevare il turismo occorre anche un impegno a livello di promozione per riportare le persone in queste aree. Ma la sfida più importante è quella di far ripartire le attività produttive a livello generale, iniziando dal garantire in tempi stretti l’arrivo di stalle mobili e moduli abitativi a tutte le aziende e gli allevamenti danneggiati, superando i pesanti ritardi accumulati. E’ necessario che la ricostruzione vada di pari passo con la ripresa dell’economia che in queste zone significa soprattutto cibo e turismo”.
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