​A San Salvo il vino si fa cultura: "Faciàmize nu bicchìjre..."

“Il Cenacolo” sab 09 dicembre 2017
Cultura e Società di La Redazione
2min
Vecchi e vino ©Web
Vecchi e vino ©Web

SAN SALVO. Il vino è una delle bevande più antiche della storia dell’uomo. Secondo gli esperti del settore il nettare degli uomini e degli dei è stato prodotto per la prima volta, forse casualmente, tra 9 e 10000 anni fa nella zona del Caucaso. Sembra infatti che il primo vino sia stato prodotto del tutto per caso. Il ruolo del vino si è evoluto nel tempo, passando da fonte di nutrimento importante a complemento culturale del cibo. Nel vino si riassumono i luoghi e le tradizioni dei popoli, divenendo simbolo della cultura. Da questo presupposto ha preso il via ieri sera a San Salvo la 2^ edizione di “Vinum et Cultura” il percorso eno-gastronomico rivolto alla scoperta dei vini e della migliore tradizione culinaria della nostra terra. Da ammirare ciò che sta facendo un gruppo di giovani dell’Associazione Culturale Fatto Bene e Drank - Vini & Pani per rilanciare la qualità e l’immagine del vino. Infatti, fino alla notte del 9 Dicembre 2017 in Piazza San Vitale si potrà bere vini di ottima qualità. San Salvo vanta una tradizione secolare per il vino cotto.

Lu vuéne cotte (vino cotto) oltre ad essere usato come “bevanda” era considerato un prodotto terapeutico. Le mamme ad esempio lo usavano per massaggiare la pelle dei neonati. Insomma un bicchiere di “cotto” andava bene per tutti i malanni.

Quando erano attaccati dal raffreddore, dalla tosse e dalla febbre influenzale, bevevano vino caldo e si mettevano tranquillamente sotto le coperte di lana, per alzarsi la mattina dopo, più in forma di prima. Quando nasceva un bambino si riempiva una damigiana di vino cotto che veniva aperta il giorno del suo sposalizio. I Salvanesi erano i maggiori produttori di vino cotto nell’ area Vastese. Allo spuntare dell’alba, gli acquirenti, con i carretti trainati dai cavalli e dagli asini, caricavano le damigiane e i barili e “scendevano” a San Salvo per fare il rifornimento. I più assidui clienti erano i commercianti provenienti da Montenero di Bisaccia, dove scarseggiava la produzione di uva. Peccato che se ne produce poco. Quando non esisteva la televisione, la gente, durante le serate invernali, si sedeva davanti al camino acceso, sorseggiando un buon bicchiere di vino cotto. Speriamo che con la prossima edizione di “VinumetCultura”, l’Associazione Culturale Fatto Bene e Drank inserisca per primo nella lista dei vini, lu vuène cotte dei produttori salvanesi. A quel punto per rallegrare l’evento culinario dovrebbero partecipare i gruppi dei cantanti salvanèsi. Tutti assieme, giovani e vecchi, neri e bianchi cominciamo a cantare:”Faciàmize nu bicchìjre, facèmezìle mò, ca mò tinème lu tembe, dumàne matìne, no

“Il Cenacolo” di San Salvo

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