La transumanza dei porcari salvanesi raccontata da Michele Molino

lun 10 luglio 2017
Flash News di redazione
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La transumanza dei porcari salvanesi raccontata da Michele Molino ©n.c.
La transumanza dei porcari salvanesi raccontata da Michele Molino ©n.c.
SAN SALVO. Di questi tempi, quando si sente pronunciare la parola “transumanza” , il pensiero scatta  velocissimo agli antichi pastori, che attraverso i tratturi guidavano le greggi verso i pascoli della Puglia. Nei tempi andati, l’allevamento intensivo degli ovini non ha potuto espandersi a San Salvo per la carenza di terreni adatti al pascolo, eppure quasi tutte le famiglie tenevano in casa un piccolo gregge di pecore e di capre. Molti, forse, non sanno, che fino allo scoppio della seconda guerra mondiale, l’allevamento dei maiali allo stato brado ebbe nel territorio di San Salvo una forte risonanza con profonde ripercussioni sull’economia generale. Non esisteva la commercializzazione  delle carni perché quasi ogni famiglia salvanese allevava a casa uno o più capi. Delle famiglie, che venivano individuate attraverso i nomignoli Custandèlle  e Scatenàte, praticavano la transumanza dei suini ( emigrazione stagionale). I porcari salvanesi partivano nella prima settimana di maggio con grossi branchi per raggiungere le fiere che si svolgevano fuori le mura di Roma e di Napoli. Facendo così, poterono ricavare bei soldi. Verace salvanese, Giovanni Cilli, racconta che all’inizio degli anni ’40 papà Vitale per varie volte andò appresso alle mandrie sui sentieri della transumanza che portavano da San Salvo a Roma. I maiali mangiavano le ghiande che cadevano spontaneamente dai lecci e bevevano l’acqua dei ruscelli. Non fu facile per i mandriani andare a piedi scalzi lungo i viottoli e contemporaneamente curare i maiali malati. La transumanza si protraeva per oltre due mesi nonostante venissero effettuate piccole soste negli accampamenti. La transumanza si affievolì prima della seconda guerra mondiale. A chi non piacerebbe tornare indietro nel tempo, per gustare una bistecca morbida e succosa?  L'alimentazione naturale era uno degli aspetti più importanti per la qualità delle carni del maiale. Le ghiande, infatti, conferivano alle carni un aroma meraviglioso. Grazie al movimento e alla crescita più lenta degli animali, la carne era consistente e soda. Purtroppo di questi tempi dobbiamo accontentarci della carne dei maiali alimentati con mangimi di provenienza …   Michele Molino  

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