A Scerni il convegno sulla valorizzazione del grano duro nazionale

sab 11 novembre 2017
Lavoro ed Economia di redazione
2min
A Scerni il convegno sulla valorizzazione del grano duro nazionale ©n.c.
A Scerni il convegno sulla valorizzazione del grano duro nazionale ©n.c.
SCERNI.  A Scerni presso la sala convegni del Comune si è tenuto un seminario dal titolo “Valorizzazione del grano duro nazionale mediante contratti di filiera ed agrotecniche sostenibili”. I lavori sono stati introdotti dal responsabile C.A.A. Tommaso dell’Oso il quale ha sottolineato l’importanza di una granicoltura di qualità per il territorio al fine di ridurre, attraverso i contratti di filiera, l’importazione di granella dall’estero. Il ricercatore del COTIR Giovanni Fecondo ha evidenziato che, nell’ambito della tecnica di coltivazione del grano duro, la concimazione azotata rappresenta la pratica che maggiormente influisce sulla resa e sulla qualità della granella. Per il conseguimento di una produzione qualitativa e sostenibile dal punto di vista ambientale è necessario seguire una serie di indicazioni tecniche basate innanzitutto sulla stima della quantità di azoto da somministrare alla coltura. Il calcolo dell’azoto da restituire alla pianta viene effettuato mediante bilancio nutrizionale che tiene conto della produzione attesa e delle condizioni pedo-climatiche dell’areale di produzione. Una volta stabilita la dose di azoto bisogna decidere gli interventi di concimazione in funzione del fabbisogno e della fase fenologica della pianta. L’azoto disponibile durante la fase vegetativa favorisce l’accestimento della pianta e quindi il numero di spighe/mq, invece l’azoto distribuito in corrispondenza dell’inizio levata agisce sulle altre componenti della resa quali il peso medio del seme e il numero di cariossidi per spiga. Infine, l’azoto somministrato nella fase di botticella-spigatura favorisce l’accumulo di proteine e quindi la qualità della granella. Inoltre, è stato ricordato che quando si prevede un andamento stagionale asciutto il ricorso a concimi fogliari e a fertilizzanti a cessione controllata aumenta l’efficienza d’uso dell’azoto attraverso la minore perdita di azoto nei processi di denitrificazione. Prima di concludere, il ricercatore ha illustrato i risultati di due sperimentazioni triennali condotte presso il COTIR. Nel progetto denominato “Durabruzzo”, effettuato in collaborazione con l’azienda De Cecco e con il consorzio interprovinciale CH-PE su 12 varietà di grano duro, è risultato che la produzione media di proteine a Vasto e Catignano è stata superiore al 15%, mentre a Campomarino è stata di poco superiore al 14%. Nei rispettivi areali di produzione dell’Abruzzo e Molise sono state individuate le migliori varietà anche sulla base di altri parametri qualitativi come il glutine e l’indice di giallo. Nella sperimentazione sull’impiego del compost di qualità prodotto da impianti di compostaggio ubicati nel territorio regionale, è emerso che la somministrazione in presemina di 20 e 40 t/ha dell’ammendante ha determinato, oltre alla riduzione dell’impiego di fertilizzanti minerali, un aumento della produzione di granella rispettivamente dell’11 e del 29% e un tenore proteico più elevato di 0,8 e 1,6 punti percentuale rispetto al frumento trattato con soli concimi minerali. Inoltre, l’impiego di compost ha ridotto notevolmente l’attacco di Fusarium e migliorato i valori dei parametri della resa in semola come il peso ettolitrico e il peso di mille semi. I lavori sono stati conclusi dal presidente della L.A.R.O. Camillo D’Amico il quale ha dato anche un aggiornamento riguardo alle varie misure di finanziamento del Programma di Sviluppo Rurale 2014-2020 della regione Abruzzo.
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