Il vastese Giovanni Orlando tra i finalisti del contest "Progetto Simbiosi"

per giovani designer gio 30 novembre 2017

Vasto Il suo prototipo “Aroma” è stato esposto in mostra al Mudec di Milano

Lavoro ed Economia di La Redazione
3min
Aroma ©De’Longhi
Aroma ©De’Longhi

VASTO. Il giovane studente vastese Giovanni Orlando, allievo del Politecnico di Milano, è tra i finalisti del contest “Progetto Simbiosi, De’Longhi per i giovani designer” con il progetto “Aroma” un macina caffè abbinato ad un’applicazione per personalizzarlo.

Il progetto Aroma aspira a migliorare il consumo del caffè, andando a modificare la fruizione stessa dell’utente, attribuendo nuovi caratteri a questa esperienza quotidiana e puntando alla totale personalizzazione del prodotto da parte dell’utente imponendo la scelta fin dal principio, ovvero dal chicco di caffè. Il principio alla base del progetto è quello di ridurre al minimo il tempo tra la macinatura del chicco e il consumo effettivo del caffè garantendo, ogni volta, un prodotto fresco e aromatico.

Il progetto si compone di: macinacaffè, 6 barattoli con supporto, applicazione per la personalizzazione del caffè. Oltre alla ricerca e all’acquisto di caffè tramite l’applicazione, l’utente sarà guidato dalla macchina anche nella fase di scelta ed inserimento dei chicchi essendo dotata di uno schermo attraverso cui l’utente può interagire e da cui riceve un feedback visivo in merito all’effettivo inserimento dei chicchi. Ogni barattolo contiene un tag RFID che, grazie alla sua tecnologia di riconoscimento, permette lo scambio di informazioni con la macchina. Lo schermo mostrerà all’utente la quantità di chicchi inseriti (da un minimo di 6 dosi per 1 caffè ad un massimo di 18 dosi per 3) e la loro tipologia. Questa tecnologia permetterà all’utente di avere un feedback immediato evitando così possibili errori. La scelta dei materiali si è ispirata agli elementi metallici utilizzati dalle torrefazioni per la conservazione e la produzione del caffè, ed è stata resa possibile grazie alle competenze produttive già presenti all’interno dell’azienda. Il metallo conferisce alla macchina un tono di eleganza ricordando gli strumenti del passato. Gli elementi trasparenti permettono all’utente di visualizzare la materia prima in ingresso e in uscita.

L’ispirazione per questo progetto è venuta una sera per caso, eravamo a cena e terminato il pasto è arrivato il momento del caffè: alcuni commensali lo volevano, altri no sostenendo che la caffeina di sera non concilia il sonno oppure che la miscela utilizzata fosse troppo forte o troppo amara. In quel momento ci siamo resi conto che per soddisfare tutti i commensali sarebbero servite 3 diverse miscele di caffè con delle caratteristiche ben definite (sapore, quantità di caffeina, corpo); così facendo è nata l’idea della miscelazione dei grani, combinati nei modi più disparati, per ottenere la miscela desiderata” ha dichiarato Giovanni raccontando il suo progetto.

Questo, insieme agli altri 13 prototipi, è stato esposto al Mudec di Milano in una mostra gratuita e aperta al pubblico, che ha rappresentato il punto di arrivo del Progetto, partito a novembre 2016 e pensato per valorizzare le eccellenze del Made in Italy, sensibilizzando i giovani, stimolandone la creatività e permettendo loro di avvicinarsi alle culture artigianali e alle eccellenze manifatturiere del territorio italiano.

Il Progetto Simbiosi, partito nell’ottobre 2016, chiedeva agli studenti di 10 tra i più importanti ed accreditati Istituti, Atenei ed Accademie di design italiani (Politecnico di Milano e di Torino, le Università di Palermo, Napoli e Genova, La Sapienza di Roma, Accademia Belle Arti di Verona, IED di Venezia, IUAV di Venezia e IUAV di S. Marino, ISIA di Firenze) di concorrere alla configurazione di nuovi prodotti o al restyling di prodotti già esistenti, proponendo alternative estetico/formali, di utilizzo, di materiali e di fruizione, di alcuni tra gli oggetti d’uso domestico più utilizzati in cucina: dalle macchine per caffè (manuali o superautomatiche) ai bollitori, dai toaster ai montalatte, senza escludere tutti gli accessori ad essi correlati come tazzine, lattiere, ecc…

Il lavoro degli studenti, spesso inserito anche nel piano di studi, è stato anticipato da un percorso itinerante realizzato da un pool di professionisti dell’azienda De’Longhi che ha incontrato, in 4 mesi, gli studenti partecipanti al contest per trasmettere loro la cultura industriale e i saperi artigianali del territorio veneto.

Risultato degli incontri è stata la realizzazione, da parte degli allievi, di circa 280 elaborati – tra relazioni, video e storytelling – che si sono poi concretizzati in 66 progetti definitivi giudicati da una giuria d’eccezione composta da sei membri autorevoli: l’architetto Mario Bellini, Sam Baron direttore del dipartimento design Fabrica, Francesco Morace, sociologo e saggista, Simone Panfilo co-fondatore di Lovedesign, e presieduta da Fabio De’Longhi.

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