Cinghiali, D'Amico: "Il territorio è invaso, occorre prelievo nelle riserve naturali"

lun 09 ottobre 2017
Politica di Sara Del Vecchio
3min
Cinghiali, D'Amico: Il territorio è invaso, occorre prelievo nelle riserve naturali ©n.c.
Cinghiali, D'Amico: Il territorio è invaso, occorre prelievo nelle riserve naturali ©n.c.
VASTO. A fronte del recente incontro organizzato dal gruppo consiliare Il Cambiamento e dall'omonima associazione sull'emergenza cinghiali, abbiamo intervistato Camillo D'Amico, presidente della Copagri Abruzzo che vi ha preso parte insieme all'assessore regionale alle Politiche Agricole e Venatorie Dino Pepe, al consigliere regionale Mario Olivieri, al sindaco di Cupello Manuele Marcovecchio, al funzionario del settore caccia Franco Recchia e al comandante della Polizia provinciale di Chieti Antonio Miri. "La proposta principale fatta dall'assessore Pepe è quella di attuare un prelievo anche presso le aree di riserva naturale, perché lì si annidano mandrie numerosissime di cinghiali. Non necessariamente questo vuol dire che bisogna sparare, può essere anche una semplice cattura attraverso delle gabbie. Oggi più che mai può essere possibile fare questo alla luce del fatto che si stanno attivando delle procedure del Piano di Sviluppo Rurale 2014/2020 che finanzia la costituzione delle filiere di trasformazione delle carni da cinghiale. Ciò potrà contribuire a far diventare quest’ungulato da problema ad opportunità di lavoro e reddito. Presto anche cervi e caprioli, in preoccupante crescita numerica, dovranno trovare un adeguata attenzione." Si è pensato ad un ampliamento della stagione venatoria? "Attualmente la stagione è aperta dal 1° ottobre al 31 dicembre, la richiesta che stanno formulando diverse regioni al governo nazionale è di anticiparla l'apertura settembre e posticipare la chiusura a gennaio, quindi di estendere il periodo da 3 a 5 mesi". La Regione, spiega D'Amico, attualmente ha attivato il selecontrollo che è il controllo che si effettua dopo aver censito il numero di cinghiali nelle aree ad alta concentrazione, una specie di revisione numerica; inoltre è attiva la caccia di controllo, una sorta di pronto soccorso, di cui servirsi recandosi al comune e segnalando attraverso un modulo i danni provocati dagli ungulati al quale possono seguire degli abbattimenti. Questa misura richiede però l'intervento dei sindaci. Altra opportunità sempre da attuare attraverso un'azione da parte degli amministratori delle città è quella di fare ordinanze motivate e procedere ad abbattimenti. E' fondamentale però, sottolinea D'Amico, che i sindaci si attivino. Dal governo centrale state attendendo qualche risposta? "Niente. Il problema è che il governo centrale su questa materia ha fatto orecchie da mercante, questo è il dramma. L'assessore ha lamentato che in tutte le regioni del centro Italia dove probabilmente è più forte il problema, ci si sta muovendo e si sta spingendo, ma fino ad ora nessuna risposta. La Regione con gli strumenti che ha può fare ancora qualcosa nel senso che la Presidenza attraverso i Prefetti può forzare la mano, fare abbattimenti e campagne di prelievo mirati, controlli sanitari obbligatori ecc. però è chiaro che sono azioni non risolutive. C'è bisogno di azioni organiche, con regie precise e non ci possono essere sconti poiché i cinghiali hanno invaso l'intero territorio. Le azioni di prelievo vanno attuate anche nelle aree non vocate, cioè lungo i litorali e laddove ci sono coltivazioni specializzate intensive, l'abbattimento poi è una cosa successiva.  E' previsto un incontro con i gestori delle riserve naturali? "L'assessore Pepe ha detto che l'assessorato sta già cercando di spingere sui vari comuni. Poi è chiaro che i sindaci non possono girare la testa dall'altra parte, questo è un problema che riguarda tutti ed è un problema per cui ciascuno per la parte che gli compete deve fare uno sforzo anche culturale, mentale. Occorre solo buona volontà da parte dei sindaci che convincano le associazioni che gestiscono queste aree di riserva che lì è necessario entrare per portare fuori questi animali." Un bilancio del convegno-dibattito del 6 ottobre? "I partecipanti sono tornati a casa sollevati solo in parte, da un lato perché c'è la buona volontà della Regione che sta portando avanti delle politiche tese al contenimento numerico dei cinghiali, dall'altro sconsolati perché i tempi saranno abbastanza lunghi. Si aspettavano qualcosa di più concreto". 

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