Daniela Aiuto: «Fondi europei e loro utilizzo, gravi problemi al sud»

Denaro mer 18 luglio 2018

Vasto «Importante garantire una adeguata ripartizione sul territorio nazionale dei fondi stanziati»

Politica di La Redazione
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Daniela Aiuto ©Daniela Aiuto
Daniela Aiuto ©Daniela Aiuto

VASTO. Pochi giorni fa la Corte dei Conti della #Campania, riguardo ai Fondi europei, ha bacchettato la Regione sui controlli per l’efficacia della spesa, elencando tutti i ritardi nei progetti, lanciando l’allarme sull’aumento del rischio di definanziamento, in caso di giudizio finale negativo della Commissione Ue.

Le criticità sono emerse dalla relazione della sezione regionale di controllo sul fondo europeo di sviluppo regionale (Fesr) e il fondo sociale europeo (Fse) 2007-2013, destinati alle società partecipate e agli altri organismi dipendenti dalla Regione che all’epoca era stata guidata dai presidenti Bassolino e Caldoro.

Ricordiamo che i Fondi strutturali europei sono l’unico strumento che l’Europa concede al sud per implementare, ad esempio, le proprie infrastrutture, poiché sia nella programmazione CEF (Connecting Europe Facility) precedente (che rappresenta uno strumento importante per il completamento e il miglioramento delle infrastrutture di trasporto in Europa), sia in quella che la Commissione europea ha presentato lo scorso giugno, non vi sono sostanzialmente possibilità di finanziare opere infrastrutturali nel mezzogiorno d’Italia.

Il CEF rappresenta uno strumento importante per il completamento e il miglioramento delle infrastrutture di trasporto in Europa. E’ uno strumento che si basa principalmente sulla competitività dei progetti, piuttosto che sulla dislocazione geografica. Resta dunque agli Stati Membri effettuare le proposte progettuali e nel caso dell'Italia alle Regioni.

I progetti possono anche essere presentati da soggetti pubblici/privati locali che li indirizzano al Ministero che valuta quali sottomettere all’attenzione della Commissione europea.

Proprio in virtù del carattere competitivo dei progetti finanziati, è dunque necessario assicurare un equilibrato bilanciamento tra progetti realizzati tramite il regolamento del CEF da un lato e altri programmi di finanziamento dell’Unione quali possono essere i SIE Fondi Infrastrutturali e di Investimento Europei (FESR+FSE) e InvestEU.

Inoltre, è importante garantire una adeguata ripartizione sul territorio nazionale dei fondi stanziati in modo da sviluppare in modo equilibrato le infrastrutture tra nord e sud Italia evitando scenari di gap infrastrutturali, che avrebbero la conseguenza di penalizzare il sud Italia, che già soffre di gravi problemi in materia, come ad esempio la Campania, che come altre Regioni italiane del sud, continua a perdere fondi.

I motivi? Molteplici: è recente la notizia che la Corte dei conti della Campania, riguardo ai Fondi europei ha bacchettato la Regione sui controlli per l’efficacia della spendita e l’applicazione di quanto previsto nel manuale di attuazione dei piani operativi regionali, ed elencando tutti i ritardi nei progetti, lancia l’allarme sull’aumento del rischio di definanziamenti, in caso di giudizio finale negativo della Commissione Ue.

Le criticità sono emerse dalla relazione della sezione regionale di controllo sul fondo europeo di sviluppo regionale (Fesr) e il fondo sociale europeo (Fse) 2007-2013, destinati alle società partecipate e agli altri organismi dipendenti dalla Regione che all’epoca era stata guidata dai presidenti Bassolino e Caldoro.

Serve oggi più che mai una serie implementazione delle attività di controllo e di verifica dell’efficacia della spendita dei fondi comunitari, evitando ritardi nella realizzazione delle opere e di conseguenza nei pagamenti ai beneficiari.

Inoltre, le valutazioni tardive rispetto all’attuazione degli interventi previsti, fanno sfumare sia l’occasione di correggere le anomalie in corso d’opera, che di spingere sulla loro realizzazione, bloccando lo sviluppo di intere aree geografiche e aumentando il rischio di eventuali recuperi in sede di valutazione finale da parte della Commissione europea in caso di esito negativo dei controlli, con evidente impatto sui bilanci pubblici.

E' evidente che c'è una patologia in atto che si chiama incompetenza e che si ripercuote negativamente in termini di programmazione e controllo che mancano. E' l’attuale classe dirigente responsabile di intercettare questi fondi, ma non solo; non c’è personale adeguato ad intercettarli e gestirli, nonostante la Commissione europea finanzi la formazione del personale regionale per imparare a far fruttare i fondi strutturali. Da qui, il caos regna sovrano in Campania in tema di utilizzo di Fondi Ue.

La politica è uno strumento che deve avere, all’interno della sua classe dirigente, persone competenti e capaci di servire tutti i cittadini, non solo alcuni e indipendentemente dal pensiero politico. Ma è evidente che, da quanto rilevo, così non è in Campania come nel resto del Sud Italia ed il denaro che verrà perso sarà sicuramente destinato alle aree dove altri Stati membri realizzeranno le loro infrastrutture.

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