E’ l’ora del MayDay, Davide Marchesani: “Abbiamo bisogno di tornare ad emozionarci”

musica sab 01 maggio 2021

Vasto Il ponte tra musica e solidarietà

Attualità di Francesco Di Fonzo
3min
E’ l’ora del MayDay, Davide Marchesani: “Abbiamo bisogno di tornare ad emozionarci” ©Vastoweb
E’ l’ora del MayDay, Davide Marchesani: “Abbiamo bisogno di tornare ad emozionarci” ©Vastoweb

VASTO. E’ l’ora del MayDay, il ponte tra musica e solidarietà. Davide Marchesani: “Abbiamo bisogno di tornare ad emozionarci”

Avrà luogo nella giornata di oggi il MayDay, l’evento che unisce l’utile al dilettevole, la musica alla solidarietà. La pietra miliare su cui si fonda la manifestazione è una raccolta fondi, il cui ricavato sarà destinato ai reparti di rianimazione degli ospedali del territorio molisano, al momento in grande difficoltà. Sul palco virtuale della piattaforma online Zona Rossa web tv si esibiranno in diretta circa 50 artisti, in una vera e propria staffetta musicale no stop: dalle 9 del mattino alle 23.

Tra i partecipanti figura anche Davide Marchesani, 24enne vastese di professione pianista,  da sempre in prima fila quando a riecheggiare è la parola solidarietà, pronto ancora una volta a mettere il proprio talento al servizio del prossimo, con tanta passione ed un semplice strumento, quel pianoforte che lo accompagna da quando ha iniziato a muovere i primi passi nel mondo della musica, ormai più di vent’anni fa.

“E’ una grande opportunità per mettermi in discussione ed aiutare chi ha bisogno. Sono iniziative che personalmente ho sempre cercato di sostenere”spiega.“Il tema mi sta molto a cuore, fare del bene è la linfa vitale che tiene attiva sia la mia parte artistica che quella umana. Alla fine donare rende solamente più ricchi”.

Nonostante la giovane età Davide vanta già una certa esperienza: dopo aver studiato presso la Scuola Civica Musicale “F. Ritucci Chinni” sotto la guida artistica di Raffaele Bellafronte, entra in conservatorio dove ha la possibilità di apprendere da docenti del calibro di Linda Piovano. Riesce quindi a partecipare ad una masterclass di Beatrice Rana, pianista di livello internazionale, e a vincere una borsa di studio che gli consentirà di proseguire il proprio percorso in Spagna.

“Ho sposato subito la causa senza pensare nemmeno ai brani” esclama ridendo. “Alla fine ho optato per Chopin passando per altri classici come Hendel, fino ad arrivare allo spagnolo Monpou. Il tutto sarà collegato alla musica moderna, ho pensato di dedicare parte dell’esibizione al jazz, perchè il jazz è sinonimo di libertà, la stessa che in questo momento manca un po’ a tutti”.

Il MayDay rappresenta perfettamente il legame intrinseco tra le note e l’altruismo, un connubio inscindibile e quanto mai appropriato, giacché è la natura stessa dell’arte dei suoni ad essere altruista.

“La musica di per sé è un dono, perchè l’insegnate condivide sempre le proprie conoscenze con l’alunno che a sua volta, quando sale sul palco, trasmette qualcosa al pubblico: un repertorio, emozioni, una parte di sé”spiega Davide.“ La musica non ha altra natura se non quella di agire gratuitamente per il prossimo e verso il prossimo, che non deve far altro che porgere l’orecchio ed ascoltare. Non ha effetti collaterali né controindicazioni. Se poi viene utilizzata anche per aiutare l’arricchimento raddoppia”.

L’edizione di quest’anno sfortunatamente si terrà solamente da remoto:

"Non ci sarà il pubblico, almeno non fisicamente, ma l’emozione sarà ugualmente molto forte. E’ una lacuna pesante, la partecipazione attiva è una cosa a cui tengo particolarmente. Il contatto con chi assiste ad un’esibizione è il fine ultimo, la realizzazione della ricerca, dello studio dei brani, dei sacrifici quotidiani. Si perde quel contatto così speciale, è la natura stessa della musica ad inaridirsi. Per questo invito tutti a far sì che questa giornata non cada nel dimenticatoio, perché abbiamo un disperato bisogno di tornare ad emozionarci. I musicisti hanno bisogno del pubblico, come il pubblico ha bisogno della musica e dei musicisti."

 

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