Violenze a Vasto Marina: "Da condannare, la pandemia ha amplificato i problemi"

L'ANALISI sab 19 giugno 2021

Vasto “C’è stata una ridefinizione del concetto di limite, oggi dire di no è più difficile”

Attualità di Francesco Di Fonzo
3min
Lo psicologo e psicoterapeuta Luigi Gileno ©Personale
Lo psicologo e psicoterapeuta Luigi Gileno ©Personale

VASTO. Rabbia, aggressività e violenza: sono solo alcune delle manifestazioni di devianza giovanile che hanno inquietato le serate della riviera vastese nelle ultime settimane. Gli episodi più recenti, che hanno acquisito notorietà a seguito della diffusione di riprese amatoriali divenute immediatamente virali sui social, hanno riguardato pestaggi, risse e danneggiamenti dolosi.

Lo psicologo e psicoterapeuta Luigi Gileno ha analizzato e approfondito le complessità tipiche dell’età adolescenziale, nonché le ripercussioni che i lunghi periodi reclusione forzata hanno avuto sulla psiche dei ragazzi, aggravando un quadro generale già di per sé particolarmente complesso.

“L’adolescenza è un periodo di grandi cambiamenti, in cui i giovani devono arrivare alla definizione di se stessi. I compagni sono fondamentali in questo senso, perché costituiscono la condizione necessaria per formare correttamente la propria identità” spiega l’esperto.“Negli ultimi anni c’è stata una ridefinizione del concetto di limite, che rappresenta una necessità neurobiologica perché in questo periodo della vita il cervello si sta ancora formando, il ragazzo deve ancora stabilire fin dove si può spingere nelle sue azioni. Oggi è più difficile dire di no, e la responsabilità è anche degli adulti”.

Non sorprende poi, che un’escalation tanto netta di follia sia esplosa alla prima occasione, nelle settimane immediatamente seguenti l’ingresso in zona bianca, e dopo un lockdown durato quasi 15 mesi:

“Sicuramente non è un caso, la pandemia e le chiusure prolungate hanno amplificato notevolmente la complessa condizione di base propria dell’età adolescenziale. La totale mancanza di socialità , il distanziamento forzato, l’assenza di contatto umano, sono tutte condizioni che influiscono in modo estremamente negativo sul singolo, specialmente se molto giovane.
Non possiamo sapere quando questa pandemia finirà, e questo porta ansia, insicurezza, paura. Gli adulti si sono chiusi in casa, i giovani si sfogano in maniera diversa. La ripartenza sarà fondamentale, la presenza a scuola è un fattore chiave. Prima del Covid i ragazzi avrebbero fatto carte false per saltare le lezioni, ora invece le reclamano, e questo è indicativo. La dad è stato uno strumento utile a mantenere un contatto con compagni e docenti, ma non può di certo sostituire le ore in presenza.

Le statistiche, seppur non del tutto chiare, dicono che gran parte della popolazione avrà grandi difficoltà a livello psicologico, con i giovani tutt’altro che esenti dalla stima”.

 

Stando ad una recente indagine della fondazione Europea per la vita ed il lavoro, il 60% dei genitori ritiene rilevanti gli effetti della pandemia sulla psiche dei figli, e quasi metà della popolazione ha dichiarato di aver accresciuto il proprio livello medio di nervosismo. Se si guarda più nel dettaglio, si scopre che sono le donne ad essere più colpite. Dati alla mano, sorprende allora un po’meno che le protagoniste dei video incriminati siano principalmente ragazze, ma per lo psicoterapeuta la distinzione di genere rileva esclusivamente dal punto di vista mediatico:

“Queste vicende stupiscono in modo particolare perché gli attori sono di sesso femminile. Le liti tra ragazzi, anche molto violente, ci sono sempre state, adesso invece anche le ragazze agiscono, sfogano rabbia e frustrazione con episodi di grande aggressività, e questo fa certamente notizia. Ora siamo nell’era dei social network, i video diventano subito virali, i ragazzi lo sanno, per loro spesso è quasi un vanto, si è sempre a caccia di consensi, di like, di visualizzazioni. Sono tutte tematiche che dovrebbero rientrare nell’ambito di un adeguato processo educativo”.

Diventa indispensabile a tal proposito l’apporto delle figure di riferimento principali per i giovani, genitori su tutti:

“E’ assolutamente necessario precisare che episodi di questo genere non possono essere in alcun modo giustificati, ma non è giusto nemmeno demonizzarli. Non bisogna nascondersi dietro l’autoritarismo, non si deve aver paura, perché questo incattivisce solamente i ragazzi. Il compito del genitore, dell’insegnate, dell’allenatore, non è meramente punitivo, ma è anche e soprattutto quello di saper ascoltare, di porsi delle domande e di trovare le giuste soluzioni. Gli adolescenti sono particolarmente complessi da capire ma bisogna cercare di contenere l’angoscia, la rabbia e la frustrazione”.


 

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