Sfregiata dalla violenza, Lamberti: "Se perdoni una volta lui lo farà sempre"

La storia ven 26 novembre 2021
Attualità di Lea Di Scipio
2min
La violenza subita da Filomena Lamberti: "Non bisogna mai credere alle scuse"

VASTO. "I segni sul mio volto dovrebbero insegnare a non commettere i miei stessi errori, come quello di non aver mai denunciato e di aver sempre acconsentito a tutto ciò che lui mi vietava, di aver invece sperato e creduto sempre nelle sue scuse. Errori che si fanno soprattutto in età adolescenziale e mano a mano che si va avanti il percorso diventa sempre più difficile e spesso si arriva al punto di non ritorno". 

A parlare è Filomena Lamberti, sfregiata dal marito con l'acido alle 4 di mattina del 28 maggio 2012. E lui è tornato libero dopo solo 15 mesi di carcere. 

Filomena ha incontrato stamani gli studenti delle scuole superiori di Vasto, per parlare con i giovani.

"Alle ragazze dico che al primo cenno di  devono subito dire basta e non accettare le scuse. Anche battere un pugno su un tavolo, anche questo è un cenno di violenza. Perché significa che lo farà sempre e da lì si entra in un baratro dal quale è difficile uscire. Ma nel momento in cui si arriva a dire basta può succedere quello che è accaduto a me. Ai ragazzi dico sempre che quando finisce un rapporto, e si sa, la donna quando è innamorata difficilmente lascia, deve chiedersi il perché. Il maschio deve chiedersi perché è finito questo rapporto, chiedersi dove ha potuto sbagliare e scegliere la strada del dialogo, basando il rapporto sul rispetto perché è così che chiude la violenza.

A livello psicologico è difficile superare un'esperienza del genere. Però oggi che vivo un'altra vita, nonostante i segni che porto, mi godo la mia libertà perché l'ho pagata cara. Non c'è cosa più bella che vivere la propria libertà senza quella persona accanto che ti opprime e ti vieta di uscire e di avere contatti con le amiche. A me era proibito anche andare a fare la spesa da sola". 

E alla domanda "Filomena, lei ha avuto giustizia?", ecco cosa ha risposto: "Purtroppo no. Il mio processo è stato scandaloso, non sono stata né mai ascoltata né mai vista da nessuno. Nemmeno dalla legale di fiducia che nominai. Non è mai venuta al Cardarelli a parlare con i medici per constatare le mie condizioni di salute. Lui ricorse ad un patteggiamento e fu condannato solo per maltrattamenti e di fatto ha scontato solo 15 mesi. Ma nonostante quello che è successo a me non dico di non avere fiducia nella giustizia".

L'evento fa parte di un ampio calendario di eventi dal titolo "La chiave è nelle tue mani", organizzato in più giornate in occasione del 25 Novembre, giornata internazionale contro la violenza sulle donne, dall'Associazione Emily Abruzzo in collaborazione con Unavi, Spazio Donna e istituti di Vasto Palizzi, Pantini-Pudente e Mattei

Abbiamo intervistato anche Teresa Maria Di Santo, coordinatrice Unavi per l'Abruzzo e presidente di Emily Abruzzo. 

Quest'ultima realtà nasce già nel 2006 e "nel corso del tempo è divenuta un vero e proprio progetto che matura e sviluppa iniziative in seno ad una rete nazionale, in collaborazione con i Comuni del territorio, nonché fidelizzando le scuole nell'intento di sensibilizzare le giovani generazioni sul tema della violenza a 360 gradi", dichiara Di Santo. 

 

 

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