“Il silenzio uccide. Non esserne complice”: presto l’apertura di un nuovo sportello antiviolenza

il convegno dom 28 novembre 2021
Attualità di Lorenzo Salerni
7min

VASTO. Sabato 27 novembre, presso la Sala conferenze Gulliver della città di Vasto, si è tenuto un convegno intitolato “Il silenzio uccide. Non esserne complice”, al termine del quale è stata comunicata l’apertura di corsi di formazione che porteranno alla creazione di un nuovo sportello antiviolenza in città.

L’evento è stato organizzato in occasione del periodo della Campagna dei 16 giorni di attivismo contro la violenza di genere, che ha inizio il 25 novembre, data in cui ogni anno ricorre la giornata internazionale per l'eliminazione delle violenze contro le donne. La ricorrenza, simboleggiata dalle scarpe rosse dell'artista messicano Elina Chauvet, è stata istituita nel 1999 con la risoluzione 54\134 dell’ONU ed è connessa all'assassinio delle sorelle Patria, Minerva e Maria Teresa Mirabal del 1960, nel loro tentativo di fermare il dittatore della Repubblica Dominicana Rafael Leónidas Trujillo.

Nell’incontro diversi sono stati i protagonisti degli interventi su questo tema: dal vicesindaco della città ed assessore al turismo Licia Fioravante, all'avvocato e consigliere comunale all'opposizione, Alessandra Cappa, per passare ad altre personalità particolarmente attive su questa tematica come Tiziana Demma, presidente del CAV Buzzi di Milano e premio internazionale “Book of Peace 2020” per l’impegno sociale e promozione delle culture della legalità, Paola Persico, fondatrice del CAV Buzzi e Ambrogino d’oro, Maricetta Tirrito, presidente del Laboratorio “ Una donna “, ed infine anche docenti universitari e criminologi del calibro di Michele Scillia, generale dell’aeronautica in concedo e docente dell’Università Internazionale degli Studi di Milano , e Sergio Caruso dell’Università RomaTre.

L'evento ha avuto inizio con le parole del vicesindaco di Vasto ed avvocato, Fioravante, che ha dichiarato: “Questotema è un problema di una gravità che sta assumendo dei connotati e dei contorni sempre più gravi che, merito della mia professione, ho potuto conoscere e toccare con mano “. L’avvocato ha poi evidenziando le paure che molte volte le donne hanno nel denunciare le situazioni, nel subire un torto ancora più grave e nel non trovare un apparato di legalità capace di difendere le loro posizioni. L’intervento del vicesindaco si è concluso con il ricordo delle parole che il presidente della repubblica, Sergio Mattarella, ha pronunciato a proposito di questo tema: “Bisogna educareal dialogo ed educare le persone all'importanza della parità, bisogna educare le persone al rispetto.”

Su questo particolare richiamo si è inserita Tiziana Demma, responsabile e fondatrice dei “Circoli Insieme per Il Meridione”, nonché presidente del C.A.V Buzzi di Milano che ha aggiunto: “Manca l'educazione e la sensibilizzazione del rispetto della persona e questo si traduce spesso per le categorie più fragili o quelle che si vogliono fare apparire tali come le donne e i bambini. Quindi in questa prospettiva penso che il maggiore ostacolo sia quello di rimuovere tutto ciò che permette di ovviare un percorso di sensibilizzazione ed educazione di informazione e di formazione”. La presidente ha sottolineato come, durante la pandemia che stiamo vivendo, il numero delle violenze perpetrate contro le donne tra le mura domestiche sia aumentata, motivo per cui la sua organizzazione ha istituito in Lombardia un numero 24h ed una squadra che opera in questo periodo di emergenza, al servizio non solo delle vittime, ma di tutte le famiglie che ne sono coinvolte. Purtroppo, non è stato possibile rispondere a tutte le richieste, in quanto è mancata l’interattività con le istituzioni, inefficienza statale che più volte è stata segnalata nel corso del convegno.

In seguito, la parola è spettata, in collegamento virtuale, alla dottoressa Paola Persio, vincitrice di una delle onorificenze conferite dal comune milanese e fondatrice nel 2012 del Centro Aiuti per la Vita Buzzi di Milano. Il CAV è un’associazione, con sede presso l'ospedale dei bambini “Vittoria Buzzi”, che si occupa di dare sostegno a donne in difficoltà, a causa di una gravidanza inattesa o indesiderata, seguendole fino al suo completamento e nel periodo di prima infanzia del neonato. La dottoressa ha evidenziato come le donne percepiscano violenza sia psicologica sia fisica in ogni momento della propria vita, dall’adolescenza, alla maturità ed in particolare durante la gravidanza, la cui percentuale ammonta, purtroppo, a circa il 30% di tutte le violenze, su cui a tal proposito ha detto:” Cerchiamo di costruire una protezione molto grande per queste mamme continuando a dare aiuti pratici, come partoriscono, tramite pannolini e corredino”. Si è fatto presente come il discorso di sostegno alle vittime del centro aiuto alla vita avvenga grazie ad interventi economici, dal momento che l’87% delle famiglie ha un ISEE molto basso, ed alla collaborazione di specialisti come medici ed avvocati, che subito si attivano nel processo di protezione della donna.

Importante poi è stata la testimonianza di una donna, Cinzia Santoferrara, imprenditrice che ha voluto raccontare la sua storia di violenze subite per mano dell’uomo conosciuto in età adolescenziale, con cui si è sposata, ha concepito una figlia e da cui è riuscita a divorziarsi dopo i numerosi soprusi subiti ed tal proposito ha dichiarato:” Un giorno aveva provato anche ad uccidermi con un manico di scopa, mia figlia mi ha difeso “, ha poi aggiunto:” non ho avuto aiuti né da istituzioni né da associazioni”. Al termine del racconto, la donna commossa, ha riferito che è poi riuscita a trasferirsi, a ritrovare un altro amore con cui ha concepito altri figli ed infine anche a perdonare, facendo vedere all’uomo la figlia quando vuole. 

L’avvocato Alessandra Cappa è intervenuta a chiarimento dell’apparato legislativo e giuridico che tutela la donna su questo tipo di violenze. Nello specifico ha citato “Codice rosso”, legge del 2019, che introduce una corsia veloce e preferenziale per le denunce e le indagini a garanzia delle donne e dei soggetti deboli. A proposito del testo di legge, l’avvocato ha così commentato: “E’ una toppa al fenomeno sulla violenza sulle donne”. Infatti, la Cappa ha ribadito come sia un passo in avanti la legge, per la celerità di un intervento, ma c'è comunque bisogno di un implemento dell’organico e degli strumenti, così da aumentarne l’efficacia di tutela. Ha poi aggiunto: “BisognaPrevenire, Proteggere e poi Punire. Mancano cultura ed educazione del rispetto”.

Sull'intervento dell'avvocato si è trovato d'accordo il docente Sergio Caruso, criminologo clinico e pedagogista esperto in processi psicoeducativi minori, famiglia e prevenzione, che, in collegamento, ha offerto la testimonianza di chi quotidianamente vede la sofferenza. Egli ha ribadito come le istituzioni debbano essere la risposta a queste problematiche, offrendo la loro presenza ed opportunità, a cui ha aggiunto: “Ilprimo impegno dello Stato deve essere la prevenzione”.

Successivamente c’è stato l’intervento di Maricetta Tirrito, presidente del Laboratorio “Una Donna Per La Tutela Dei Diritti Dei Deboli “, che si è definita da subito onorata di aver partecipato, con la sua e con le altre associazioni, al raggiungimento di traguardi importanti per questo tema come: la già citata legge “Codice rosso” ed il “Reddito di libertà”, ossia di un bonus economico di 400 euro mensili pro capite, istituito nel 2020 , che viene destinato alle donne vittime di violenza, senza figli o con figli minori, seguite dai centri antiviolenza. La presidente ed attivista Tirrito ha poi ribadito che questi aiuti non sono ancora sufficienti ed ha chiuso il suo intervento così: “Ognisingolo settoredeve adoperarsi sulla violenza contro le donne ed ogni genere”.

Poi ancora il generale in congedo Michele Scillia, noto all'interno dell'esercito per aver fortemente voluto e sostenuto l'inserimento delle donne nei gradi più alti di dirigenza nelle forze armate, ha evidenziato il problema del trattamento della donna nei paesi islamici. In particolare, ha descritto la condizione femminile negli stati in cui prevale la Shari'a, la legge di Dio, nei quali vi è una disparità di trattamento: “C’èun'equivalenza molto semplice: due donne equivalgono ad un uomo. Infatti, le testimonianze di due donne equivalgono a quelle di un uomo”. L’ex generale ha poi ricordato però come, nel 2017, in alcuni paesi islamici, hanno attuato un primo inizio di riconoscimento dei diritti delle donne.

L'intervento finale è spettato all’organizzatrice Katia Bastonno, la quale dopo aver richiamato all’appello ancora le istituzioni, ha dichiarato: “Dobbiamo impegnarci tutti, affinché questo spaccato di società, emerga!Perché quello che manca è un progetto di assistenza che aiuti queste donne ad uscire fuori di casa e che le accompagni per mano e che le aiuti a trovare una nuova vita”.

Il convegno si è concluso con un pensiero dato agli ospiti che sono intervenuti, dalle due associazioni nazionali invitate, e successivamente è stata dichiarata l'intenzione di intraprendere nella città di Vasto un percorso interattivo, grazie all'intermediazione con tutte le associazioni presenti sul territorio vastese, che porti alla creazione di uno sportello antiviolenza. Come primo inizio si partirà con un corso di formazione che verrà messo a disposizione a breve e le cui adesioni saranno gestite da Katia Bastonno.

Grande onore e rispetto è giusto porre sempre a tutti ed in particolar modo a tutte le donne che vittime di soprusi, nonostante la mancanza di determinati aiuti , riescono a ricostruire una propria vita ed un grazie a tutte queste associazioni che, per esperienze personali e non, comprendono la tematica e si adoperano affinché queste violenze possano avere fine.


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