Richieste dei Pm per tragedia di Rigopiano: "Siamo sulla buona strada, in carcere i responsabili"

il processo ven 25 novembre 2022

Altri Comuni L'emozione di Giampaolo Matrone alla richieste di condanna della Procura

Attualità di La Redazione
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Richieste dei Pm per tragedia di Rigopiano: "Siamo sulla buona strada, in carcere i responsabili" ©Vastoweb
Richieste dei Pm per tragedia di Rigopiano: "Siamo sulla buona strada, in carcere i responsabili" ©Vastoweb

ABRUZZO. In tribunale a Pescara non ci sarebbe dovuto essere, giovedì era il compleanno della figlia Gaia,11 anni,e voleva restare a casa con lei a Monterotondo, in provincia di Roma, per tutto il weekend per festeggiare. Ma dopo le richieste di condanna della Procura per gli imputati, che superano i 150 anni complessivi (Leggi), Giampaolo Matrone, uno dei simboli della catastrofe di Rigopiano, l’ultimo superstite ad essere estratto dalle macerie dopo 62 interminabili ore passate sotto le macerie del resort spazzato via dalla neve, e nel quale ha perso per sempre la moglie Valentina Cicioni, una delle 29 vittime, non ce l’ha fatta a non esserci.

E oggi, venerdì 25 novembre 2022, era regolarmente in aula, anche per ascoltare l’arringa finale del suo legale, l’avv. Andrea Piccoli del foro di Treviso, che lo assiste con Studio3A-Valore S.p.A., società specializzata a livello nazionale nel risarcimento danni e nella tutela dei diritti dei cittadini, fin dal primo momento: una battaglia per la verità e la giustizia che dura da quasi sei anni, tanto tempo è trascorso dalla tragedia, occorsa il 18 gennaio 2017

Giovedì per me è stata una grande giornata, io e Gaia abbiamo ricevuto uno splendido regalo di compleanno. Su Rigopiano mi sono emozionato due volte: quando sono usciti i nomi degli indagati e adesso, alle richieste di condanna. Ed è un’emozione che solo io posso provare” spiega Matrone, che oggi ha 39 anni.  

L’ex pasticciere sa bene che la battaglia sarà ancora lunga, ma è fiducioso: “questo è il primo step, sono perfettamente consapevole che non è finita qui, ma confido nel fatto che il giudice confermerà le condanne. Dal primo momento il mio obiettivo è stato quello di vedere queste persone in carcere e siamo sulla buona strada” prosegue il sopravvissuto, che spiega uno dei motivi che l’ha spinto a partecipare all’udienza odierna. “Ci tenevo tanto a ringraziare di persona il Procuratore capo, dott. Giuseppe Bellelli, e i Pubblici Ministeri, dott. Andrea Papalia e dott.ssa Anna Benigni, per l’ottimo lavoro svolto e per le parole importanti che hanno speso per tutte le vittime, per Valentina, per me e per Gaia”.  Meno di tre mesi e si dovrebbe conoscere il verdetto: il giudice Gianluca Sarandrea stamani ha annunciato di voler pronunciare la sentenza all’esito delle udienze calendarizzate per il 15, 16 e 17 febbraio. 

L’avv. Piccoli nelle sue conclusioni si è ovviamente e convintamenteassociato alle richieste di condanna dei Sostituti Procuratori. Il legale ha battuto sulla totale insussistenzadella concausalità del terremoto sulla caduta della valanga, che era stata sostenuta dai consulenti della difesa, citando al riguardo l’apposito studio realizzato da un esperto quale il Prof. Nicola Pugno, dell’Università di Trento, incaricato appositamente da Studio3A, che ha smontato quella tesi e che, ha ricordato l’avvocato, “è stato ripreso ad esempio anche dai consulenti tecnici della Procura nelle osservazioni alla loro perizia”. 

Anche Piccoli ha quindi puntato sulla sottovalutazione del rischio, la disorganizzazione, l’inefficienza e i ritardi nella gestione dell’emergenza prima e dei soccorsi poi, “ma l’aspetto fosse più grave di tutti è che le autorità preposte avevano tutti gli elementi per sapere, ben prima della tragedia, che quella era una zona ad altissimo pericolo valanghe: se fosse stata osservata una maggiore cautela, se fossero state rispettate le prescrizioni, gli ospiti in quell’hotel, in pieno inverno e nel bel mezzo di una bufera, non ci sarebbero dovuti essere, nemmeno il resort si sarebbe dovuto trovare in quel luogo. E non saremmo qui a piangere 29 persone”. 

Giampaolo Matrone è la vittima di Rigopiano che ha pagato il prezzo più alto: è uscito menomato, con pesanti traumi fisici agli arti ed un’invalidità permanente quasi totale, ha patito un profondo pregiudizio psichico, nonché patrimoniale: da anni ormai non può più svolgere l’attività prettamente manuale che effettuava prima, quella di pasticciere. E poi ha perduto la moglie, che aveva solo 32 anni, ritrovandosi da solo a crescere una figlia piccola. Un danno immenso che niente e nessuno potrebbe mai ripagare e che “vale” un risarcimento di non meno di due milioni” ha concluso Piccoli, che ha chiesto per il proprio assistito una provvisionale di almeno mezzo milione.


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