"No al protocollo alcol e droga, per il rinnovo o rilascio del porto d'armi basta il certificato del medico"

caccia sviluppo e territorio mer 15 marzo 2023
Attualità di La Redazione
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Cacciatori ©lanuovaprovincia.it
Cacciatori ©lanuovaprovincia.it

ALTO VASTESE. L'associazione "Caccia Sviluppo e Territorio", che vanta diversi iscritti nell'Alto Vastese, è contraria al protocollo "Alcol e stupefacenti" richiesto dalla Asl 02.

Ecco la posizione dei cacciatori: "Questa Associazione ittico venatoria è venuta a conoscenza, che l' Asl n. 2 Lanciano - Vasto Chieti, obbliga i richiedenti di porto d'arma per uso venatorio o sportivo (rilascio o rinnovo) a sottoporsi a un "Protocollo Alcol e Stupefacenti".

Tali esami devono essere fatti in un laboratorio di analisi aziendale (39 giorni prima della visita) ed esibiti all'atto della visita medica legale.

Per quanto ci è dato conoscere, il rilascio del Certificato citato in oggetto, è regolato esclusivamente da quanto disposto nel D.M. 28,04/1998 e successivi aggiornamenti.

Il prefato Decreto Ministeriale prevede che per il rilascio del certificato valutativo d' idoneità al maneggio delle armi, 1' interessato si debba munire fra le altre cose anche di un certificato rilasciato, dal medico di famiglia (certificato anamnestico) .

Nel certificato anamnestico, rilasciato dal medico di famiglia, specificato appunto se il soggetto richiedente è scevro o meno da qualsiasi malattia mentale, o malattie e difetti fisici che possano ostacolare il rilascio del porto d' armi; ovvero faccia uso di sostanze pericolose quali: alcool, stupefacenti, psicofarmaci, ecc.

Nessuna persona a nostro parere conosce meglio il richiedente del certificato per uso porto d' armi, del medico di famiglia.

A questo punto, se il certificato anamnestico è "pulito", il certificato dell'Ufficia1e Sanitario deve essere rilasciato dallo stesso, dopo specifica visita al richiedente risultata di esito "normale".

Va da sé, che se nel certificato anamnestico vi è una sola velata traccia di un problema a livello psico-fisico del richiedente, in altre parole, se con l'avvenuta visita del soggetto, 1 'Ufficiale Sanitario ritenga vi sia un fondato sospetto nei confronti dell'interessato, su problemi anche minimi per il rilascio di tale documento, ogni approfondimento sanitario va e deve essere legittimamente eseguito.

Non ci appare per niente normale invece, né tantomeno legittimo, infierire e sottoporre il 99% dei richiedenti tale certificazione per il porto d'armi a uso venatorio o sportivo, che presentano certificati anamnestici perfettamente puliti, e risultati normalissimi alla visita del medico legale, a tali accertamenti non previsti dalla normativa di legge, e costringere questi ultimi alla fornitura di referti clinici e/o quant'altro di più approfondito, a prescindere da ogni considerazione preliminare .

Tal errata prassi, oltre ad essere eccessivamente costosa, sottopone il richiedente il porto d'armi a lunghissime attese onde per cui, molti, rinunciano al rinnovo o al rilascio del medesimo.

Questo frangente, pensare che vi sia un' azione ostativa all'ottenimento legittimo della licenza di porto d'armi sia per uso di caccia sia sportivo, non chiaramente definita.

Se così fosse, ci troveremmo di fronte a fatti che potrebbero sfociare in rilievi anche di portata penale, nei confronti di chi frappone o favoreggia con il proprio comportamento, ostacoli non previsti e faziosi al rilascio del suddetto titolo di polizia citato, e a un esborso forzato di denaro non necessario.

Chiediamo quindi, a chi compete, il ripristino di una prassi normale, (salvo la casistica citata), così come prevista dal prefato D.M. 28,04/1998 di cui in premessa."


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