Da quasi 20 anni in mezzo agli studenti, quattro chiacchiere con la bidella Graziella

scuole mer 05 settembre 2018

Vasto "La bidella è una mamma, una sorella, una psicologa e un po' tutto ciò che serve essere durante l'anno scolastico"

Attualità di Sara Del Vecchio
3min
La bidella Graziella Memma ©Vastoweb
La bidella Graziella Memma ©Vastoweb
Intervista alla bidella Graziella Memma

VASTO. Ha visto crescere generazioni di studenti, dalle scuole materne a quelle primarie, passando per gli istituti secondari e le scuole superiori. E' la bidella Graziella Memma, entrata nel cuore di migliaia di giovani di cui conserva splendidi ricordi. Attualmente è in servizio presso l'Istituto "Palizzi" e a pochi giorni dall'avvio del nuovo anno scolastico l'abbiamo intervistata, facendoci raccontare la scuola vista con i suoi occhi.

Quello della bidella, o collaboratrice scolastica perché ora si usa chiamarla così, è un mestiere bellissimo ma che - come tutte le occupazioni - richiede passione e sacrificio.

La bidella rappresenta il primo punto di riferimento per lo studente - ci dice Graziella - è la persona con cui lui si confronta, a cui chiede aiuto, con cui si sfoga nelle giornate più dure. La bidella è la prima persona che il ragazzo incontra quando entra a scuola e l'ultima che saluta quando suona la campanella. La bidella è allo stesso tempo una mamma, una sorella, una psicologa e un po' tutto ciò che serve essere durante l'anno scolastico.

Qual è la giornata tipo di una bidella?

Comincia con l'accoglienza al suono della campanella e prosegue con la sorveglianza, che è il primo dovere di una bidella al contrario di quello che si pensa. Pulire i banchi passa in secondo piano, noi bidelli dobbiamo avere dieci occhi per controllare la situazione, soprattutto durante le ricreazione. Quando arriva il docente possiamo cominciare a fare mansioni più pratiche. Poi c'è sempre chi si è dimenticato la merenda, chi esce prima, chi ha bisogno di qualcosa oppure ci sono classi dove sono assenti i docenti e quindi tocca assicurarsi che non succeda niente fino all'arrivo dei supplenti.

Come sono cambiati gli studenti in tutti questi anni?

Le generazioni degli ultimi 2-3 anni sono totalmente diverse rispetto a quelle per esempio del 2006, o del 2007, c'è stato un cambiamento in peggio però. La maggior parte dei giovani di ora ragiona senza cuore e senza anima, non ha stimoli e non ha interessi. Vedo ragazzi ciondolare nella scuola, che non riescono ad appassionarsi neanche ad una materia su dieci. Io credo che in parte sia colpa della scuola stessa.

In che senso colpa della scuola?

Penso che non sia più possibile fare scuola adesso come la si faceva 20 o 30 o 50 anni fa, con i ragazzi seduti al banco cinque ore a guardare la lavagna. Al di fuori delle mura scolastiche loro hanno infiniti stimoli che la scuola potrebbe sfruttare. Gli stessi docenti dovrebbero modernizzarsi e forse occorrerebbe anche rinforzare i criteri di bocciatura. Promuovendo anche chi non lo merita non ci si rende conto che si va a danneggiare la società, perché sarà anche in mano a chi non studia che affidiamo in nostro futuro.

C'è una fascia di età su cui si dovrebbe lavorare di più?

Sì, è nella fase di passaggio fra le medie e le superiori. E' un momento in cui ragazzi tendono a perdere la bussola. Sicuramente influisce l'età adolescenziale, ma occorre anche che la scuola si attivi per far fruttare ciò che gli studenti hanno appreso sin dall'asilo e poi alle scuole elementari.

Si usa ancora punire chi si comporta male cacciandolo dall'aula?

C'è chi lo fa ancora ma sono veramente pochi i docenti, anche perché ai ragazzi fa comodo. Se vengono cacciati vanno a spasso per la scuola, non è più come un tempo che rimanevano fermi vicino alla porta. Ci sono alcuni dirigenti scolastici invece che preferiscono ricevere nello studio il giovane che si comporta male e il docente che sta facendo lezione in quel momento, in modo da poter chiarire subito la situazione.

In che rapporti sei rimasta con i ragazzi che hanno concluso la scuola?

In rapporti bellissimi, molti di loro quando mi vedono mi saltano al collo, sono rimasti molto affezionati. Sono felice di vedere che in tanti hanno proseguito gli studi, qualcun altro ha già i figli. Conservo dei ricordi bellissimi con tutti loro.

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