Emergenza cinghiali, D’Amico: «Nessuno sottovaluti il problema»

riflessione gio 17 gennaio 2019

Cupello «Va gestito con cadenza quotidiana in una logica strutturale»

Attualità di La Redazione
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Emergenza cinghiali, Camillo D’amico: «Nessuno sottovaluti il problema» ©Ciccio Stizza
Emergenza cinghiali, Camillo D’amico: «Nessuno sottovaluti il problema» ©Ciccio Stizza

CUPELLO. «Il grido di dolore che si è elevato dai rappresentanti dell’associazione ‘Terre di punta Aderci’ di Vasto verso i candidati presidenti della regione Abruzzo, circa la problematica la presenza dell’alto numero dei cinghiali, non venga sottovalutato ne portato a mero contenuto residuale e di folclore come spesso sinora è accaduto.

Il problema c’è e va gestito con cadenza quotidiana in una logica strutturale.

Senza andare lontano e polarizzando la mia riflessione alla zona di Punta Aderci di Vasto la problematica è qui presente da anni e mai prima alcuno ha preso a cuore una soluzione nonostante i danni notevoli patite nelle produzioni agricole e i frequenti incidenti stradali accaduti.

Adesso, grazie alla positiva attività dell’associazione “Terre di punta Aderci” ed alla mobilitazione promossa che sta coinvolgendo migliaia di cittadini, il problema è attenzionato e qualche concreta soluzione si va palesando.

In privato ed in virtù delle mie umane esperienze maturate nel campo sul piano istituzionale e sindacale a Michele Bosco & company alcuni utili consigli li ho forniti che intendo qui riassumere ossia mettere in atto un metodo costante di cattura dei cinghiali con le gabbie avviando i capi abbattuti verso la filiera della trasformazione.

Con opportune azioni ed una programmazione sostenuta sul piano scientifico si potrebbero salvare i capi piccoli ma ricorrendo all’evirazione dei maschi riducendo così la loro capacità riproduttiva futura.

Sarebbe un metodo di contenimento assolutamente compatibile con l’area di riserva, per nulla impattante e di efficacia sicura.

Per realizzare il tutto, oltre una chiara volontà politica ed istituzionale, occorre il concorso del servizio veterinario dell’Asl, dell’Atc e di avere un laboratorio di trasformazione dove conferire le carcasse dei capi abbattuti che nel territorio già esiste.

Il tutto si dovrebbe formalizzare in “protocollo d’intesa”.

I cinghiali da problema che sono diventerebbero una risorsa di lavoro e di opportunità economica.

Questo metodo si andrebbe a sommare a quello usuale della caccia ii qualsiasi forma e natura.

“Volere è potere” recita un vecchio adagio.

Si dia ai cittadini tutti un segnale d’impegno chiaro e preciso senza sottovalutare il problema che è di prioritario ordine pubblico».

Camillo D’Amico

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