Trabocco Turchino: la mareggiata e poi la rinascita
Vasto E' risultato essere al primo posto in Abruzzo per i "Luoghi del Cuore"
SAN VITO. La notte del 26 luglio 2014 una forte mareggiata ingoiava quelli che erano gli ultimi resti del Trabocco del Turchino, ormai abbandonato senza cure, come un povero animale morente. I versi di una poesia, scritta subito dopo il disastro, suonano come una epigrafe funeraria:
IL TURCHINO
Sorgeva proprio a San Vito Chietino
Da quando l’Italia fecero unita
Proprio abbarbicato alla roccia
Del promontorio di Capo Turchino.
Uomini forti e ingegnosi
Uomini senza una barca
Uomini senza la terra
Ma uniti, affamati, operosi.
Ne presero più di cento
Di pali di pino e d’acacia
Li saldarono al Turchino
Non ostante sferzasse il vento
Li piantarono profondi nel mare
Trattenendo il respiro, sott’acqua,
Li legarono assieme con cura
Perché il Trabocco non potesse franare.
Le chiamarono trabocchetto
le reti che legarono ai bilancieri
Le calarono sul fondo del mare
Sognando finalmente un lauto banchetto
Un banchetto per povera gente
Un cartoccio di pesce fritto e una scodella di brodetto caldo
Per riempire e scaldare lo stomaco
Per accontentare il cuore e rinfrancare la mente!
Quanta gente, quanta gente ha sfamato
Il vecchio trabocco del Turchino
Lo ricordano ancora, i vecchi di San Vito,
quanto pesce, quanto pesce ha pescato!
Oggi il mare l’ha ingoiato
Il povero vecchio Trabocco,
fatiscente per gli anni, inutile e traballante,
come un vecchio morente, solo e dimenticato.
Ma quel trabocco aveva una storia, era finito perfino nel “Trionfo della Morte” di D’Annunzio. No, la morte non poteva trionfare: due anni dopo fu ricostruito, 60 metri di passerella che portano alla piattaforma di cento metri quadrati circa, il cuore della macchina da pesca, e lo scorso anno, alla nona edizione dei “Luoghi del cuore” promossa dal FAI, San Vito Chietino è risultato al primo posto in Abruzzo con il suo Trabocco del Turchino, a testimoniare che, con la buona amministrazione, si può sempre rinascere.