Aula Steam al Mattei: "Le città cambiano e la scuola deve pensare al futuro"

taglio del nastro ven 24 gennaio 2020

Vasto Presentato anche il libro "Il futuro delle città" di Livio Sacchi

Attualità di Lea Di Scipio
2min
"Le città cambiano e la scuola deve pensare al futuro" ©vastoweb.com
"Le città cambiano e la scuola deve pensare al futuro" ©vastoweb.com

VASTO. "Noi siamo il prodotto delle nostre azioni e come scuola vogliamo pensare al futuro" .

In questa frase pronunciata dal dirigente scolastico Nino Fuiano si riassume perfettamente il senso della mattinata che oggi, 24 gennaio, gli studenti dell'Istituto "E. Mattei" hanno vissuto.

Come prima tappa è stata inaugurata l'aula "Steam", ideata dalla prof.ssa Caterina D'Ortona e in linea con un percorso di innovazione e d'avanguardia che la scuola ha intrapreso già da tempo.

"La città è il luogo per eccellenza in cui si stringono delle relazioni. Prossimamente 47 professioni su 100 non esisteranno più, quindi il futuro delle città si intreccia anche con il ruolo della scuola. Quest'ultima permette ai ragazzi di apprendere conoscenze e manifestare le proprie abilità. La stessa aula Steam è frutto della necessità di cambiare e differenziare l'offerta, essendo un modo per ripensare i nostri ambienti", ha spiegato il dirigente Fuiano.

E, "che tipo di città ci vedrà protagonisti da qui a un tot di tempo?", rappresenta il quesito cui si sono concentrati poi i lavori, grazie all'intervento del professor Livio Sacchi, professore ordinario di Disegno dell'architettura presso l'Università di Chieti-Pescara, venuto a presentare il suo ultimo libro "Il futuro delle città".

"L'architettura è l'arte del fare e consiste in un duro lavoro di progettazione. Non si pone solo il problema del come, ma anche del perché. Non si tratta solo di riprodurre su scala ridotta uno spazio, ma aggiungere un senso a questa realtà", ha detto la prof.ssa Laura Oliva, coordinatrice dell'incontro.

"Il futuro - ha esordito Sacchi - è il prodotto delle nostre azioni presenti e noi siamo piccoli costruttori sia di quello personale che di quello della comunità cui apparteniamo. La città è fatta di persone che la abitano e di edifici o spazi pubblici che hanno senso nella misura in cui ci sono cittadini che li vivono. Il tema del futuro è trasversale e presenta criticità. Al mondo ci sono città molto grandi, come per esempio Tokyo, che, pur essendo estesa quanto l'Italia, ha un funzionamento garantito perfettamente. Il problema è che non è in crescita e si prevede che tra 10 o 20 anni sarà superata da paesi come India e Cina che stanno, invece, crescendo. Uno scenario, quello delle città, che si modifica molto velocemente. Viviamo un momento storico che vede le campagne spopolarsi e città crescere o decrescere, a seconda della tendenza demografica.

Altro aspetto importante è il tema della libertà. Mi sono chiesto che cosa spinge le persone a trasferirsi in città. La risposta è nella ricerca di lavoro e di contesti in cui vivere bene e realizzarsi sul piano psicologico e umano. In città c'è, infatti, più libertà che altrove. Pensiamo a Mumbai dove una donna può andare in un ristorante anche da sola, dove ci si può sposare con chi si vuole, mentre nelle campagne o nei villaggi i matrimoni sono combinati".

Queste, infine, solo alcune delle riflessioni condivise con gli studenti sul rapporto tra l'uomo e lo spazio urbano, nonché sulle potenzialità che digitalizzazione e globalizzazione hanno rispetto all'autodeterminazione degli esseri umani.

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