Studenti del Mattioli all'open day presso il Reparto di Radiologia

Scuola dom 26 gennaio 2020

Vasto Il racconto di Simone Di Minni e il commento di Maria Amato

Attualità di La Redazione
3min
Studenti del Mattioli all'open day presso il Reparto di Radiologia ©Maria Amato
Studenti del Mattioli all'open day presso il Reparto di Radiologia ©Maria Amato

VASTO. "Per compiere una scelta responsabile e ponderata dell’università che si intende frequentare è sicuramente utile conoscere quanti più sbocchi e professioni possibili. E’ anche per questo che giovedì 23 gennaio, in occasione del Festival della Scienza, un gruppo di ragazzi del Polo Liceale Mattioli ha visitato il reparto di radiologia dell’Ospedale “S. Pio” di Vasto durante l’incontro dal titolo “Riflessi dal corpo alle immagini”.

Ad accogliere e guidare gli studenti è stato il primario del reparto, la dottoressa Maria Amato, che ha sin da subito illustrato il ruolo e i compiti di un radiologo, spiegando in che modo lo si diventa e le difficoltà a cui si va incontro. I radiologi devono avere la capacità di percepire le immagini e di concentrarsi su di esse, un processo che può durare anche più di 6 ore ed è quindi necessaria una grande concentrazione. Per mostrare agli studenti come il lavoro del radiologo possa risultare stancante a causa dei numerosi risultati degli esami da visionare e valutare, la dottoressa ha proposto una serie di illusioni ottiche, tra cui ad esempio quelle che ingannano gli occhi in base alla disposizione degli oggetti.

I radiologi, per scrivere un referto, devono conoscere approfonditamente tutto il corpo umano, studiandolo nella normalità, in modo che davanti ai risultati degli esami radiologici possano accorgersi di eventuali differenze con un corpo sano. E’ inoltre fondamentale il lavoro di squadra: medici, tecnici e infermieri devono collaborare con lo scopo di far sentire a proprio agio i pazienti, per far sì che il trattamento sia per questi ultimi meno difficile e pesante.

La dottoressa Amato ha poi spiegato la storia della radiologia e della mappatura del corpo umano, raccontando come già gli antichi Egizi avevano ricostruito il fegato umano, pensando erroneamente, però, che fosse un organo multifunzione per i quattro lobi di cui è formato: nel corso della storia, tutte le informazioni del corpo umano le si acquisivano per mezzo di autopsie. Pilastri della radiologia sono sicuramente Galeno, medico greco, e Röntgen, lo scopritore dei raggi X. Macchinari oggi essenziali per i radiologi sono, invece, invenzioni molto più recenti, in quanto la prima TAC apparve nel 1972 e tra il 1975 e il 1980 ci fu la prima risonanza magnetica.

L’avvento della tecnologia moderna ha certamente semplificato e velocizzato i compiti del radiologo e dei tecnici. Se prima era frequente dover ripetere esami più volte a causa di errori di contrasto o esposizione che rendevano difficile analizzare i risultati, ora grazie a sofisticati programmi ciò non accade più e il medico può anche visualizzare il modellino 3d della parte del corpo esaminata e confrontarla con altre immagini, tutto interamente al computer. Inoltre, anche i raggi X, un tempo usati per tutti gli esami radiologici, sono oggi in parte sostituiti da ultrasuoni e onde radio, molto meno pericolose e dannose per la salute dei pazienti.

In seguito, gli studenti hanno avuto l’opportunità di osservare da vicino e in funzione i macchinari usati dai radiologi, come ad esempio la risonanza magnetica, la TAC e l’ecografia, e anche la possibilità di porre domande alla dottoressa Amato per soddisfare le curiosità e fugare ogni dubbio su una professione innegabilmente utile e fondamentale".

Simone Di Minni

Il commento di Maria Amato:

"Bella esperienza, il confronto con gli studenti del liceo Mattioli ci consente di raccontare le professioni che fanno vivere la radiologia.

Parlare di immagini per me equivale a un invito a una festa, immagini che riflettano il corpo, le malattie, le speranze, i percorsi di cura.

Pesare le parole, cercare di spiegare cose per me scontate, raccontare il malato senza distinzioni di razza, di religione, di credo politico, non spaventare, condividere il senso etico ed estetico delle immagini, due ore di impegno.

Un pensiero di ammirazione per chi ha scelto l'insegnamento come professione e come vita".

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