«In Abruzzo al via il nuovo Piano faunistico venatorio tra mille polemiche»
Vasto "La braccata strumento indispensabile per eradicare il cinghiale dalle aree non vocate"
ABRUZZO. E' grave la poca attenzione politica di una classe dirigente che cavalca la causa venatoria solo sui mezzi di comunicazione e per specifiche esigenze di consenso, senza accoglier quasi nessuna delle migliaia di osservazioni al Piano proposte dalle associazioni venatorie volte a far diventare la disciplina della caccia in Abruzzo una cosa seria, una su tutte la braccata che è lo strumento indispensabile per eradicare il cinghiale dalle aree non vocate.
Il Territorio Abruzzese necessita urgentemente di un piano di gestione faunistica evoluto, in cui i cacciatori possano rivestire il ruolo di primo piano che gli compete: coinvolti nella salvaguardia delle specie più in difficoltà (pernice, starna e lepre in particolare) e nel controllo dei nocivi e degli ungulati, non più spettatori di complicati tecnicismi burocratici che spesso portano a scontentare tutti; ma, primi attori nel tutelare un patrimonio faunistico prezioso, elemento fondamentale della tradizione rurale della regione, di cui la caccia e la braccata un pilastro fondamentale.
La caccia moderna deve essere sostenibile e su questo i cacciatori sono tutti d’accordo, ma la sostenibilità nasce da concrete azioni di gestione e dalla responsabilizzazione dei soggetti coinvolti non da imbrogli e trappole burocratiche che generano solo malcontento e allontanano gli obbiettivi di gestione.
Avevamo già il calendario più restrittivo d’Europa e oggi, assistiamo ora, ad una proposta di approvazione di nuovo piano faunistico venatorio che non soddisfa nessuno."
Berardo Di Giandomenico, squadre di caccia al cinghiale Abruzzo