Alla Spataro di Gissi "Il valore della Memoria, tra luci ed ombre"

ISTRUZIONE mar 28 gennaio 2020

Gissi Un momento di riflessione nel giorno della Memoria

Attualità di La Redazione
3min
Alla Spataro di Gissi "Il valore della Memoria, tra luci ed ombre" ©Vastoweb
Alla Spataro di Gissi "Il valore della Memoria, tra luci ed ombre" ©Vastoweb

GISSI. Lunedì 27 gennaio, alle ore 09.00, nell’Aula Magna dell’Istituto Omnicomprensivo “G. Spataro” di Gissi, alla presenza della Dirigente Scolastica, Dott.ssa Aida Marrone, i docenti e gli alunni delle classi quarte e quinte delle Scuole Primarie di tutti i plessi dell’istituto, delle classi prime, seconde e terze della Scuola Secondaria di Primo Grado, delle classi dell’I.T.E. di Gissi, hanno condiviso un momento di riflessione nel giorno della Memoria.

La Dirigente Scolastica ha rivolto un saluto a tutti i presenti ed ha posto l’attenzione sul rispetto che ognuno dovrebbe avere nei confronti dell’altro:” Non esistono le razze ma gli esseri umani, ognuno deve fare il proprio dovere dove vive, nel massimo rispetto di chi gli è accanto”.

Si è rivolta in particolare agli alunni, esortandoli a non discriminare, al rispetto dell’altro, anche all’interno delle classi.

La riflessione si è avviata con i ragazzi della Scuola Primaria e a seguire la Scuola Secondaria di Primo Grado; le classi prime, le seconde e le terze hanno ricordato la Shoah con letture di testi, power point e brani musicali.

Particolarmente coinvolgente la canzone di Guccini: “Auschwitz”, cantata da un alunno della Scuola Secondaria di Primo Grado. Gli alunni hanno suscitato profonde emozioni e trasmesso messaggi di pace e di speranza per le generazioni future nel rispetto e nel ricordo del passato.

I ragazzi dell’I.T.E. di Gissi hanno mostrato dei cartelloni sulle restrizioni imposte al popolo Ebraico. Si sono susseguite poi le letture da “Il Mercante di Venezia” di W. Shakespeare, dal “Diario di A. Frank”, da “Se questo è un uomo” di P.Levi, dalle Leggi antisemitiche, dalle Leggi di Norimberga. Emozionante e commovente, per il suo contenuto, la lettura tratta dal Romanzo “Il Tatuatore di Auschwitz”: “Non esiste luogo in cui l’amore non possa vincere”. Da cornice alla drammatizzazione, l’intensa musicalità ed espressività dei brani: The Wall - P. Floyd, Anime salve - F. De Andrè, Non Importa… - F. Moro.

A seguire, sulle note del Violino di Auschwitz, due alunne hanno eseguito un balletto rappresentativo della separazione violenta dagli affetti, per cui tutto cambia.

Chi era dunque l’Uomo ad Auschwitz?

La nostra lingua manca di parole per esprimere questa offesa: la demolizione di un Uomo. Più giù di così non si può andare: condizione umana più misera non c’è e non è pensabile. Hanno tolto gli abiti, le scarpe, anche i capelli; è molto difficile rendere in parole l’esperienza della Shoah. Primo Levi Aveva affermato: “…ho cercato di farlo, forse in parte ci sono anche riuscito… la Shoah ci costerna come il rantolo di un moribondo, ed infatti altro non è. Ci avvince come avvincono le voragini, ma insieme ci defrauda di qualcosa che doveva essere detto e non lo è stato, e perciò ci frustra e ci allontana”.

Bisogna difendere il valore della memoria: il passato che si lega al presente, il passato che diventa la ragione stessa del presente.

La Shoah appartiene a tutti gli uomini, questo deve essere ricordato perché il grembo che produsse l’antisemitismo può essere ancora fecondo.

Gli ebrei che hanno affrontato la Shoah dovrebbero insegnare, per sempre, a non disprezzare nessuno, persona o popolo.

Le immagini, le parole, i racconti, i suoni, i canti, la scenografia, hanno rappresentato le tappe di questo viaggio all’interno della coscienza umana, nel ricordo dei tanti morti e delle sofferenze, tra luci ed ombre, speranze e ingiustizie, ridando una concretezza umana alle morti gettate via dai nazisti. I più grandi dolori, però, possono essere sconfitti da piccole scintille di Umanità, di Amore e di Rispetto.

Le letture, la rappresentazione, le riflessioni dei ragazzi hanno raccontato la Shoah. Sono stati ricordati i campi di concentramento e di sterminio, le esperienze dei sopravvissuti. Le parole devono cercare di rendere giustizia a un vissuto non sempre comunicabile, essendo l’Uomo continuamente chiamato in causa dalle domande del Passato. “Compagna” dei tormenti è stata anche la speranza che ha alimentato una forza interiore inspiegabile in quelle condizioni. Nonostante le sofferenze del corpo seguitassero a persistere senza sollievo, un debole ottimismo o il pensiero di un obiettivo da raggiungere potevano infatti dare breve tregua e vigore allo spirito, tanto da far rinascere un incredibile sentimento di fiducia nei confronti dell’Umanità.

La Redazione

ITE “Spataro”- Gissi

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