Giada: “Ho paura per mio figlio, in Svezia sottovalutato il contagio”
Vasto "Siamo in autoisolamento dal 12 marzo e molti svedesi ci prendono per pazzi"
VASTO. Ispirata forse a quella britannica e americana dell'immunità di gregge adottata all'inizio dell'emergenza, arriva la tattica made in Svezia di non imporre la quarantena ai tempi del Coronavirus.
O meglio, sulla base delle considerazioni dell'epidemiologo di Stato, Anders Tegnell, secondo il quale la situazione risulterebbe ancora gestibile, il paese nordico ha deciso di non prescrivere ai cittadini le restrizioni che tutto il resto del mondo, invece, sta osservando.
Se da una parte c’è un lockdown quasi globale, dall’altra il popolo svedese continua nel suo tran tran ordinario, non limitandosi, magari, nell’apprezzare il clima che la primavera comincia a regalare.
Le ragioni affondano nel rapporto di totale fiducia tra Stato e cittadini, che porterebbe questi ultimi ad assumere comportamenti "adulti e responsabili", senza necessità di ricorrere ai vari decreti.
Ma le preoccupazioni sono davvero così assenti come i media fanno credere?
C'è una voce che si alza piuttosto critica e non è solo quella scientifica di alcuni epidemiologi, ma proviene dagli italiani residenti in un quella che è una delle nazioni più ricche d'Europa.
La nostra redazione ha avuto modo di parlare telefonicamente con Giada, una giovane ragazza vastese che vive, con il suo compagno e il loro bambino di 7 anni, poco distante da Stoccolma.
Le abbiamo rivolto qualche domanda.
Giada, qual è la situazione in Svezia?
"Il governo in pratica non sta prendendo nessuna decisione, ma ha delegato totalmente il Folkhälsomyndigheten, l’Istituto Nazionale di Sanità Pubblica. È composto da circa 500 esperti che sono giunti, sulla base di determinati calcoli, a conclusioni diverse da quelle del resto del mondo o anche di quanto affermato dall’Oms.
Qui si è partiti vietando semplicemente assembramenti di circa 500 persone e in una seconda fase sono state chiuse le scuole secondarie (licei, università e istituti per adulti) ed è stato consigliato agli anziani sopra i 70 anni di restare a casa e, ai loro parenti ed amici, di non andare a trovarli. Ma in ogni caso, si è trattato solo di consigli.
Dopo qualche giorno sono stati vietati assembramenti con più di 50 persone, però questo a mio avviso è un provvedimento ridicolo, perché si applica soltanto a eventi pubblici come matrimoni, funerali, concerti, cinema, teatro, ma non sui mezzi pubblici, nelle scuole, nei supermercati, risultando, quindi, fondamentalmente inutile.
Soltanto da circa un paio di giorni hanno emesso il divieto di andare a trovare gli anziani (over 70) negli Ospizi. Le linee guida dicono che anche se hai un parente in casa che è malato di Covid-19, conclamato da un tampone, e tu non hai sintomi, puoi uscire e fare la vita di sempre. Qui l'unica cosa che raccomandano è di restare a casa solo se si hanno sintomi."
Come si comporta il vostro nucleo familiare?
"Dicono anche che i bambini non sono assolutamente in pericolo e che prendono sintomi lievissimi. Inoltre, cosa assurda, i bambini, se malati, dicono che siano comunque poco infettivi.
Noi personalmente siamo in autoisolamento dal 12 marzo e molti ci prendono per pazzi. Alcuni amici svedesi la pensano come me, però sono veramente mosche bianche.
Noi lavoriamo da casa, il bambino sta studiando da casa anche lui con dei compiti che gli vengono mandati, ma stiamo avendo molte difficoltà con la scuola, che giovedì scorso ci ha sollecitato a rimandarlo perché ha degli obblighi."
Hanno inviato a tutti un’email dicendo che i bambini che non hanno sintomi, anche se hanno dei parenti a casa che fanno parte del gruppo a rischio, devono andare a scuola.
"Poiché sulle linee guida dicono anche che i bambini devono stare a casa anche se hanno sintomi lievissimi, come un semplice raffreddore o un po' di mal di gola o di tosse, allora noi terremo a casa nostro figlio fino al 12 giugno, cioè finché non chiuderanno le scuole, con questa motivazione. Questa sarà la nostra tattica per proteggerlo, sperando che vada tutto bene e, nel caso, affronteremo i problemi giorno per giorno."
E’ vero quanto si apprende dai media sulla cultura svedese, già essa stessa antidoto per il Coronavirus?
"Ho letto molti articoli in cui si dice che gli svedesi non hanno bisogno di imposizioni ma solo di raccomandazioni perché ligi al dovere. Ho letto un articolo in cui dicono che la società svedese pratichi distanziamento sociale a priori, quindi non avranno i problemi che hanno avuto gli altri paesi. A mio parere non è proprio così in quanto gli svedesi stanno andando in giro, riempiendo i ristoranti, città, i parchi, come se nulla fosse, anche perché è arrivata finalmente la primavera e, dopo un inverno rigido, hanno voglia di stare fuori. Anche noi, ma non lo facciamo."