Kevin, il bambino nato senza rotula e tibia che sogna di camminare

Raccolta fondi gio 09 luglio 2020

Vasto L’appello della madre: «L’unico modo per poter donare a Kevin una vita normale è portarlo in America». A Kevin mancano 150mila euro per sottoporsi all’operazione.

Attualità di Valentina Cocco
4min
Kevin ©Personale
Kevin ©Personale
Realizziamo il sogno di Kevin

VASTO. Non solo Vastoweb si occupa di ciò che accade localmente, sul territorio circostante, in Abruzzo e dintorni. Può capitare, come in questa circostanza, che la nostra testata dia spazio e una risposta a chi ci ha chiesto una mano, pur risiedendo lontano, a Torino, per far conoscere questa storia. Affinché si possa contribuire a realizzare una vita migliore.

È il 5 dicembre 2017 e in una sala parto dell’ospedale di Torino mamma Zamira Sadiku mette al mondo Kevin: un tenero fagottino con occhi grandi che illuminano il mondo e con la voglia di vivere che ogni bambino possiede fin dalla nascita.

Kevin è un bambino speciale, non solo per sua madre, ma perché è nato con una malformazione alla gamba destra: Emimelia Tibiale 5C, questo il nome della rarissima patologia che lo affligge da quasi tre anni e che colpisce un bambino su un milione. «Nessuno lo ha diagnosticato durante la gravidanza, lo abbiamo scoperto soltanto dopo la sua nascita», racconta Zamira a TermoliOnLine.

Quello che per i bambini della sua età è il periodo più bello, ricco di nuove scoperte dettate dalla possibilità di camminare e visitare il mondo, per Kevin è una lotta contro un destino crudele che lui batte ogni giorno giocando e divertendosi: è nato senza la rotula e la tibia e la sua gamba destra è di 4 centimetri più corta dell’altra. In più è piegata verso l’interno. come se tutto ciò non bastasse, ha una biforcazione del femore che gli rende la deambulazione ancora più difficile.

«All’inizio eravamo molto spaventati – continua Zamira – Perché non sapeva chi avrebbe potuto darci una risposta a quanto accaduto. Tutti i medici ci dicevano che la patologia è rarissima e, in quanto tale, non ancora ben conosciuta dalla medicina moderna. Il fatto che ci siano pochissimi casi, poi, complica anche la possibilità di trovare soluzioni adeguate».

I genitori di Kevin non si abbattono: sarà pure uno su un milione, ma sono ostinati a rendere la vita di loro figlio normale, fornendogli tutte le opportunità del mondo. «In Italia ci hanno detto subito che l’unica soluzione era l’amputazione dell’arto. Non potevamo arrenderci, non potevamo permettere che questa patologia segnasse la sua vita per sempre. Non mi sono data mai pace, nemmeno sotto Natale quando i medici non rispondevano perché erano in ferie. Non mi sono mai rassegnata all’idea che, l’unica soluzione, fosse l’amputazione».

E così si mettono alla ricerca di soluzioni alternative: fanno ricerche su internet, cercano casi simili nel mondo ed è in questo modo che, un giorno, si imbattono in Bartek, un bambino affetto dalla stessa patologia di Kevin. «Ho immediatamente contattato sua madre – conferma Zamira – Lei mi ha parlato del dottor Dror Paley, un chirurgo ortopedico che opera in Florida, USA». Le speranze di trovare una soluzione si fanno sempre più concrete quando la madre di Bartek racconta la sua avventura: «Mi ha detto che, oggi, suo figlio cammina, va in bicicletta, fa una vita normale grazie al dottor Paley».

Siamo a gennaio 2018, il 26 per la precisione, e Kevin viene ricevuto dal dottor Paley in un ospedale austriaco. Il bambino, all’epoca, era troppo piccolo e così il chirurgo decide di attendere il compimento dei suoi 10 mesi di vita: «Doveva fare una risonanza magnetica ed era troppo piccolo per farlo. Anche se avremmo dovuto aspettare, eravamo felici. Esisteva una soluzione, Kevin sarebbe tornato a camminare e ad essere autonomo, crescendo come tutti gli altri bambini».

Con il trascorrere delle settimane, oltre alle preoccupazioni per la salute del piccolo, insorgono anche quelle relative ai costi per l’intervento che avrebbe consentito a Kevin di essere uno su un milione sì, ma solo per i suoi genitori. «La madre di Bartek ci aveva messi al corrente del costo dell’operazione. Io e mio marito ci siamo guardati in faccia e ci siamo detti “Come facciamo a raccogliere tutti quei soldi?”. Ci siamo spaventati. Non saremmo stati in grado di trovare una somma così grande».

L’amore dei genitori, però, non conosce ostacoli e Zamira e suo marito non si perdono d’animo: contattano un’associazione di Torino che li mette in contatto con un noto ospedale dove Kevin viene sottoposto a ben 7 interventi «ma senza ottenere il risultato che volevamo». L’unica soluzione, la sua speranza, è il ‘Paley Orthopedic & Spine Institute’ gestito dal dottor Paley (lo stesso che ha operato Bartek) che si trova a West Palm Beach, Florida (USA). «Per poter camminare Kevin ha bisogno di una serie di delicati interventi che solo 2 chirurghi ortopedici al mondo riescono ad eseguire con successo. Uno di questi è il dottor Paley ed è proprio al Paley Institute che vorremmo portare Kevin», confida Zamira.

Qui Kevin potrebbe avere la possibilità di una vita normale: «Il trattamento consiste in tre operazioni da eseguire in 6 mesi durante i quali Kevin dovrà portare un fissatore esterno alla gamba. Per tutta la durata del trattamento dovremo rimanere negli Stati Uniti. Però tutto questo ci costa 350mila euro». data la corposità della somma, Zamira e suo marito hanno avviato una raccolta fondi tramite la pagina facebook “Realizziamo il desiderio di Kevin”. Un sogno che è a 150mila euro di distanza, denaro che tutt’oggi manca per consentirgli di effettuare i delicati interventi chirurgici.

Per aiutare Kevin si potrà effettuare un bonifico sul codice IBAN: IT38L0306909606100000168356 Intestato a Kevin con causale “Realizziamo il desiderio di Kevin” oppure attraverso Paypal da richiedere tramite la mail Sadiku.zamira@yahoo.it

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