"Ho vissuto l'emergenza Covid in Erasmus, spero di ripartire il prima possibile"

l'intervista lun 20 luglio 2020

San Salvo “I turchi sono spiriti forti e gentili come noi abruzzesi, e lo dico senza volontà gratuita di omaggiare la mia terra”

Attualità di Francesco Vito D'Aprile
4min
"Ho vissuto l'emergenza Covid in Erasmus, spero di ripartire il prima possibile" ©Vastoweb
"Ho vissuto l'emergenza Covid in Erasmus, spero di ripartire il prima possibile" ©Vastoweb

SAN SALVO. Federica Alessandrini, studentessa universitaria di 22 anni, fortemente attratta dal Medio Oriente, ha sin da giovanissima sposato la causa della lotta al pregiudizio sul mondo islamico, tentando di penetrare il cuore della cultura araba e indagando le ragioni alla base della paura che, ancora spesso, creano ostilità e diffidenza. Oggi, rientrata a casa e circondata dagli affetti della famiglia, percepisce una sorta di nostalgia e malinconia per la Turchia e nella fattispecie Istanbul, che le hanno letteralmente rubata il cuore ed il respiro.

“Sarà il primo di una serie di capitoli della mia vita”, sorride fiduciosa Federica.

La sua più grande passione è il viaggio: “Sin da piccola, grazie al lavoro del mio papa, sono stata abituata a vedere posti nuovi e lontani dalle destinazioni turistiche. Questo –credo- abbia sviluppato, accanto ad una mia innata predisposizione, la salda e ferma esigenza di apprendere le lingue straniere.”

Intensa -positiva o negativa che sia- ma pur sempre intensa, l’esperienza ha lasciato traccia indelebile nella memoria della giovane studentessa: “Specie perché mi sembra di aver fatto un salto quantico e di essere tornata improvvisamente donna, di una maturità diversa e difficile da decifrare.”

“Testimoniare l’esperienza di cui sono stata protagonista ,”aggiunge“mi onora perché spero di poter fare breccia nel cuore di qualcuno che, leggendo queste parole, possa avere la stessa folgorazione che ebbi io quando poco più che bambina, con la mia famiglia, restai incantata in Marocco davanti ad un Minareto. Quel giorno compresi che nella vita avrei viaggiato, cercato di capire esplorando al di la delle apparenze e fatto esperienza del mondo.”

Gli studi orientali non appartengono solo al suo profilo accademico. Sono, difatti, parte della quotidianità della nostra instancabile studiosa: “Mi sono infatti accostata allo studio della lingua araba, turca e ottomana -conosce già l’inglese, il francese e lo spagnolo-con annesse letteratura, presso la facoltà Cà Foscari di Venezia e con un focus peculiare sulla storia del vicino e lontano Medio Oriente. Questi paesi sono per lo più mal interpretati e sotto il mirino di strumentalizzazioni (talvolta anche a fine politico) degli episodi di estremismo e terrorismo attribuiti, il più delle volte in modo dispregiativo e del tutto errato, alla fede islamica.

Affrontare argomenti così complessi e delicati, non risulta mai impresa facile. Tuttavia, solo tentando, con un visus aperto e scevro da facili pregiudizi, si può penetrare questioni oltre le più banali apparenze: “Ho esplorato tutte le forme di arte, cultura e letteratura annesse al vasto Medio Oriente, viaggiando in Libano, in Tunisia, Algeria, Siria, e interessandomi degli ultimi accadimenti (la primavera araba) come della loro storia passata e cercando una verità talvolta non raccontata nei libri e negli ambienti accademici. Difatti, soprattutto la Siria e la Palestina hanno attirato la mia attenzione, venendo a conoscenza della macabra realtà che ad oggi vivono ancora.

Federica ha tentato di reperire testimonianze autentiche di persone che vivono costantemente sotto assedio la loro quotidianità: “Continuare ad esistere, tra un bombardamento e l’altro, sapendo che possono morire ogni istante, è una violenza inaudita. Sopravvivere nelle spinose restrizioni di un vero e proprio apartheid, è per l’appunto la realtà spesso mal raccontata della Palestina e dei palestinesi. Grazie alle numerose letture nelle quali mi sono immersa,sono riuscita a sensibilizzare in modo maggiore anzitutto la mia stessa opinione, in precedenza tristemente misera a causa della realtà distorta che mi era stata suggerita. Spesso non capivo quante istanze intransigenti operano nel sottobosco per occultare, distorcere e deformare la realtà.”

“Ottenere maggiori consensi con una propaganda generale all’ostilità”,sottolinea con voce ferma e sicura Federica, “è facile e comodo. Più arduo, di contro, è penetrare -oltre la cortina di diffidenza- una realtà che ignoriamo completamente.”

Da qui, come naturale conseguenza, l’Erasmus in Turchia: “Perché rappresenta l’altra parte del mediterraneo, non così lontana da noi ma estremamente antica e ricca di meraviglia”.

La nostra indomabile viaggiatrice ha trascorso 10 mesi presso il dipartimento di Storia dell’Università di Istanbul, città dinamica e cosmopolita nella quale spera di poter porgere il suo avvenire: “Mi sono specializzata in Storia dell’Impero Ottomano e della Turchia Repubblicana e moderna. Istanbul è come una farfalla che dispiega le ali su due continenti, con lo stretto del Bosforo che funge da perno tra Europa e Asia. È una città immortale che- a parer suo- incarna l’ideale tollerante alla coesistenza pacifica di più confessioni religiose.”

Del resto un paese ricco di cultura, tradizioni, arte e folklore come la Turchia è animata dalla stessa mentalità mediterranea non poi tanto dissimile dalla nostra bella Italia: “Avrei una valanga di cose da dire. Anzitutto che è stata e sempre sarà la mia più grande scuola di vita nella quale ho trovato la più calda forma di umanità, sotto forma di un’ospitalità e accoglienza enormi che ho riscontrato con maggior spirito soprattutto sotto il periodo di lockdown”.

Infatti, a causa della temporanea sospensione dei voli, la nostra cafoscarina è stata ospite presso una famiglia turca che per 3 mesi ha fatto proprie le sue stesse ansie, preoccupazioni e paure: “La lontananza dal mio paese e dai miei affetti è stata, per certi versi, devastante. Tuttavia l’attenzione, le coccole che hanno riversato su di me e l’opulenza di ottimo cibo locale e the nero, mi hanno definitivamente convinta nel perseguire la strada di scoperta che ho intrapreso anni addietro. Nessuno mai mi aveva prima di allora trattata come e più di una figlia, asciugandomi letteralmente le lacrime al pari dei loro figli.”

Come futura diplomatica piuttosto che esperta in politiche internazionali e del mondo Islamico, che contributo speri di poter dare? “Animare la facoltà di discrezione propria di tutti noi esseri umani affinché si possano trascendere eventuali pregiudizi che non fanno altro che esacerbare inutilmente odio e conflitti che poi si riversano su una sorta di spirituale sopraffazione dell’uno sull’altro e di una incessante lotta alla prevaricazione.”

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