L'addio a Sara: "Quando una meteora brilla più della stella…"

Il ricordo mer 21 ottobre 2020

Termoli La 17enne è morta in un incidente stradale lo scorso sabato sulla Statale 16 in territorio di San Salvo

Attualità di Don Benito Giorgetta
3min
L'addio a Sara: "Quando una meteora brilla più della stella…" ©Personale
L'addio a Sara: "Quando una meteora brilla più della stella…" ©Personale

TERMOLI. Ha concelebrato ieri la cerimonia funebre in cattedrale assieme a don Silvio Piccoli, con don Gabriele Mascilongo nel ruolo di padrone di casa come parroco del duomo.

Don Benito Giorgetta era il parroco di Sara Favia, a San Timoteo, le ha amministrato sacramenti come prima comunione e lì ha fatto anche la cresima, dopo il tragico incidente di sabato sera si è recato in famiglia, a porgere conforto.

Dopo i funerali di ieri, ci ha trasmesso questa riflessione personale.

«L’esistenza di Sara Anna, all’anagrafe umana è durata troppo poco, diciassette anni appena, per poter realizzare tutti i suoi sogni. Ma è bastata, anche se fugace come una meteora, a lasciare una traccia luminosa ed intensa. Tutti coloro che l’hanno conosciuta hanno avuto modo di apprezzarne, oltre la bellezza fisica, il sorriso sempre stampato, quasi tatuato, sul suo volto. La spensieratezza e il vigore dei suoi anni giovanili, hanno disegnato a matita il suo futuro. Sono stati desideri non realizzati perché spezzati da un mortale, maledetto incidente in cui ha perso la vita. Si la vita! Avrebbe avuto tutto il tempo di disegnare con tratti definitivi il suo futuro. A lei non è stato possibile d’essere stella del firmamento umano, solo meteora, ma ora brilla nel cielo dove non c’è mai tramonto.

Il congedo dalla sua famiglia, dalla sua scuola, dalle sue amicizie, dai suoi hobby, è stato tragico, repentino e definitivo. Ha lasciato tutti noi ammutoliti, avvolti dal silenzio, inondati dalle lacrime, sommersi dai perché, sconfitti dalla realtà.

Un fiore reciso prima di sbocciare, una farfalla ancora nel bozzolo prima di spiccare il suo volo. Eppure ha radunato attorno a sé, in occasione del congedo tanta, tantissima gente, soprattutto giovani, coetanei, disegnatori e sognatori di futuro come lei.

Quanti genitori hanno stretto a sé i propri figli in questi giorni con abbracci più poderosi, con maggiore intensità, prolungatamente, quasi a riscoprire la propria genitorialità?

Quanti giovani avranno pensato: “E se al posto suo ci fossi stato io?”.

Quanti educatori hanno messo in discussione il proprio metodo, le proprie strategie educative?

Quanti hanno pensato al dolore immenso dei suoi genitori, del suo fratellino e dei suoi familiari?

Quanti abbiamo desiderato impegni più concreti, meno egoistici, più propositivi?

Quanti abbiamo sognato relazioni più intense, più vive, più costruttive?

Tutto questo, se è successo, o, se succederà, è un riflesso della luce di questa meteora che è stata Sara Anna.

La vita è un dono e noi siamo chiamati a farne un capolavoro. La vita va vissuta docilmente e intensamente in tutte le sue emozioni e sfumature. Non va lasciata a sé stessa, non va abbeverata o assecondata in ogni suo desiderio, occorre anche una disciplina, un ideale, un traguardo da raggiungere. “La vita, - diceva don Silvio nell’omelia del funerale – cari giovani, non va sfidata ma accarezzata”.

Cara Sara Anna, la tua luce, ora, è nel firmamento dell’eternità. Aiutaci, intercedendo per noi. Aiuta mamma, papà, tuo fratello e tutti i tuoi familiari. Aiuta i tuoi compagni ed amici a continuare a sognare e tessere il loro futuro. Aiutaci a non far cadere per terra le nostre lacrime, diventerebbero fango. Aiutaci ad indirizzarle verso il cielo saranno come perle al sole e si uniranno alle lacrime di tutti i pianti umani. Ognuno piange per un motivo diverso, ma tutte le lacrime che solcano i volti umani sono preziose.

Ora che sei stella, illumina il cammino di tutti noi, aiutaci e contagiaci col tuo sorriso, con il desiderio della progettualità. Ora che navighi nel mare dell’eternità, tu che desideravi navigare negli oceani umani, aiutaci ad essere il nostro navigatore per tracciare la nostra rotta, tu hai avuto un approdo sicuro: il cuore paterno e materno di Dio.

Insegnaci a comprendere che una barca per andare avanti ha bisogno di due remi, che sincronicamente si muovono imprimendole la forza di avanzare. Grazie per averci “costretti” a riflettere, ad incontrarci, a piangerti, a desiderarti tra noi, tu che sei stata meteora ma hai brillato e brilli più di una stella».

Don Benito Giorgetta

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