Trasporti, controlli e frontiere: dopo errori Governo forte coi deboli e debole col virus

Non ci stiamo dom 25 ottobre 2020
Attualità di Emanuele Bracone
3min
Il premier Giuseppe Conte ©Termolionline.it
Il premier Giuseppe Conte ©Termolionline.it

VASTO. Non sarà certo un sassolino lanciato da Vasto a scatenare Tsunami, ma ci sentiamo di non condividere alcune delle misure assunte con l’ultimo Dpcm firmato dal premier Giuseppe Conte.

Da ormai oltre 7 mesi, ci avviamo all’ottavo, siamo in un sistema di misure straordinarie, dal 31 gennaio addirittura la dichiarazione dello stato di emergenza.

Fin qui, dopo il vile attacco del Covid-19 alle spalle in Lombardia, così fu definito, con l’Italia primo focolaio occidentale, nei mesi primaverili, estivi, e primo autunno, il nostro Paese pareva quasi un modello di gestione del coronavirus, in realtà, la fortuna aiuta gli audaci e se c’è stato un rigore di sistema nel lockdown e un senso di responsabilità collettivo, questo purtroppo non si è tradotto in una serie di misure e provvedimenti utili a impedire la fin troppa annunciata seconda ondata pandemica.

Il sistema sanitario nazionale è parso confinarsi nel limbo della speranza, quello di non ritrovarsi con le stagioni fredde a dover combattere di nuovo contro l’epidemia, ritardi clamorosi nell’attrezzare ospedali e nel disegnare una filiera di controllo e tracciamento che possa avere il perno sulla medicina del territorio e perché no, nel coinvolgimento anche dei privati, come sta avvenendo nelle ultime ore.

La burocrazia è il primo ostacolo da far saltare a piè pari quando si deve agire con snellezza e rapidità, ma in Italia è una mera chimera, lo sanno bene tutti coloro che erano legati alle aspettative di cassa integrazione o prestiti bancari garantiti dallo Stato, la potenzia di fuoco da 400 miliardi si è rivelata una bufala.

Non parliamo dell’Europa, il balletto sul Mes, il Recovery Fund allo stato ancora virtuale per litigi tra Governi da quarta elementare, senza mancare di rispetto agli scolari.

Se come ha detto il Fondo monetario internazionale siamo in un clima di depressione post-bellica, ma senza le risorse e può darsi nemmeno la classe dirigente utile a risollevarne le sorti, il quadro appare davvero a tinte fosche, come uscirne?

Beh, non crediamo sinceramente che stringere alla gola ancora una volta settori che per l’Italia rappresentano la linfa vitale possa essere un exit strategy vincente, poiché è facile per il Governo essere forte coi deboli e debole coi forti.

Di mea culpa ne abbiamo uditi assai pochi nelle ultime settimane e la rappresentazione macchiettistica dei focolai di Ferragosto, dalla prostatite di Briatore fino ai contagi nel mondo dello sport, hanno cercato di distrarre l’opinione pubblica dalle reali responsabilità.

Il bubbone già individuato a maggio come quello a maggior impatto esplosivo si è confermato tale, le scene di autobus, metropolitane (tranne la circolazione ferroviaria tenuta al 50% sulle rotte a lunga percorrenza), abbinato alla dissennatezza soprattutto dei più giovani, che dei dispositivi di protezione hanno un concetto molto labile, e alla carenza di controlli, che hanno rasentato davvero lo zero, specie dalle nostre parti, basta consultare l’apposita sezione delle sanzioni che viene aggiornata periodicamente dalla prefettura, hanno determinato una miscellanea pericolosissima, che ha provocato questa cornice epidemiologica dalla quale cerchiamo di sottrarci, ma come?

Non preoccuparsi, o fingere di farlo, quando studenti sono tenuti a comportamenti rigorosissimi a scuola, ma all’avvicinarsi, dopo l’uscita e nelle tratte di spostamento sono tuttora ammassati.

Punendo chi come gli esercenti di ristorazione etc… hanno pure affrontato e sostenuto spese per adeguarsi alle normative anti-Covid, riducendo il personale e rischiando in buona sostanza di mandarsi a carte 48.

Ha senso chiudere i ristoranti alle 18? Di fatto, li si limita nel solo turno antimeridiano, ma quante sono le località in cui la ristorazione lavora solo di sera? Di giorno sono mutate le abitudini e il progressivo ritorno a smart-working e didattica a distanza toglierà ulteriori fette di mercato. Vittime sacrificali anche i luoghi dove tenersi in forma, chissà è un pericolo la "mens sana in corpore sano", come palestre e piscine. Ma le fermate degli autobus no, quelle sono pura adrenalina.

Tutti felici di tornare a fare vacanze all’Estero nell’estate 2020 e coi focolai di contagio determinati dai rientri? Nessuno ha pensato di chiudere le frontiere per viaggi non indispensabili e limitare alla circolazione peninsulare e insulare nostrana, per mettere piedi a bagno o godere del relax dei resort?

Il recinto si chiude, ma i buoi sono scappati. Ma siamo certi, il popolo non sarà bue, stavolta.

Vastoweb.com Testata giornalistica

Reg. Tribunale di Larino N. 01/2009 del 9/01/2009 - Num. iscrizione ROC:30703

Direttore Responsabile: Federico Cosenza

Editore: MEDIACOMM srl
Via Martiri della Resistenza, 134 - 86039 TERMOLI(CB)
P.Iva 01785180702

© Vastoweb.com. 2024 - tutti i diritti riservati.

Realizzato da Studio Weblab

Navigazione