​Baristi vastesi: “Con la chiusura alle 18 riusciremo a sostenere i costi?”

covid ed economia lun 26 ottobre 2020

Vasto “Siamo di fatto in lockdown, così ci è impossibile lavorare”

Attualità di Lea Di Scipio
2min
​Baristi vastesi: “Con la chiusura alle 18 riusciremo a sostenere i costi?” ©vastoweb.com
​Baristi vastesi: “Con la chiusura alle 18 riusciremo a sostenere i costi?” ©vastoweb.com
Baristi vastesi: “Con la chiusura alle 18 riusciremo a sostenere i costi?”

VASTO. “Gli ultimi dati epidemiologici non ci possono lasciare indifferenti. L’analisi segnala una rapida crescita. Dobbiamo proteggere insieme salute ed economia”, così ha detto il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte in conferenza stampa da Palazzo Chigi (Leggi).

Ma questi i provvedimenti del nuovo Dpcm si potevano evitare?

Abbiamo girato la domanda ad alcuni bar di Vasto per capire il danno economico che le saracinesche abbassate alle 18 comporta.

“La chiusura per noi è un vero e proprio lockdown. La maggior parte dell’incasso, infatti, lo ricaviamo nelle ore serali. Quello che si fa la mattina in centro storico è abbastanza ridotto. Personalmente la chiusura poteva essere lasciata alle 24, ora dalla quale ci doveva essere il coprifuoco per evitare quegli assembramenti che si generavano dopo mezzanotte. Così non ha senso. Ora vedremo in questo mese come andranno le cose per bar e ristoranti, se davvero siano queste attività ad influenzare l’aumento dei contagi. In ogni caso così non va bene perché ci è impossibile lavorare”, dichiara Ben, che gestisce un locale in Piazza Caprioli.

E se qualcuno ha detto “bisogna reinventarsi”, ecco cosa pensa: “No, perché a Vasto c’è poca da reinventare. Se un’attività verifica che i propri prodotti e strategie sono funzionali e si lavora bene, non c’è motivo di farlo. L’unica cosa su cui si poteva puntare è la pausa pranzo ma adesso, specialmente per il centro poco vissuto, è impossibile. Non si può nemmeno inventare un Gin Tonic da asporto perché dove andrebbero le persone a consumarlo?”

D’accordo con lui anche Maria che lavora in un bar gelateria in Corso Italia: “La chiusura anticipata vuol dire che i ricavi sono ridotti in maniera esorbitante e ci chiediamo se riusciremo a sostenere i costi a fine mese. Anche lo smart working ci ha già penalizzato, perché in giro c’è molta meno gente e adesso la situazione è precipitata. Spero che le cose cambieranno anche perché i clienti stessi hanno molta paura e si comportano di conseguenza, autogestendosi nel rispetto della normativa, facendo attenzione agli assembramenti. Con questa collaborazione reciproca potevamo continuare a restare aperti anche solo fino alle 24”.

La domanda che qualcuno però si pone è se le piazze gremite di giovani, che con più leggerezza stanno vivendo la pandemia, non abbiano inciso sulla decisione del Governo. Conte ha detto “non abbiamo introdotto il coprifuoco, non è una parola che amiamo”, ma data la crisi economica particolarmente circoscritta ad alcuni settori, non si potevano adottare misure di controllo che avrebbero impattato meno sul malcontento di chi produce economia?

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