Vastesi all'università: "Gli svantaggi di un'esperienza vissuta a metà”
Vasto Adria, Roberta ed Adrian sono studenti fuorisede a Roma, Ferrara e Milano
VASTO. Con il peggioramento delle condizioni sanitarie in tutto il territorio nazionale, anche gli studenti universitari si trovano ad affrontare numerose difficoltà. Adria, Roberta ed Adrian, tre studenti vastesi fuorisede che frequentano, rispettivamente, la LUISS di Roma, l’Università degli Studi di Ferrara e quella di Milano, hanno evidenziato gli enormi ostacoli che si sono visti costretti ad affrontare per dare inizio al loro percorso. L’intero periodo precedente all’apertura delle immatricolazioni è stato costellato da incertezze e da promesse, come quella della possibilità di assistere in presenza, che, purtroppo, si sono rivelate soltanto illusioni.
E’ ormai trascorso circa un mese dall’inizio delle lezioni che sono tenute, in misura maggiore, con un sistema di didattica mista. Nonostante ciò, però, Adria ed Adrian ammettono che seguire le lezioni da casa risulta estremamente più comodo. Il precedente lockdown, inoltre, pare aver cambiato drasticamente il modo di approcciarsi allo studio e la partecipazione in presenza alle lezioni non sembra più una priorità. Anche la comunicazione con i docenti è molto più rapida e ci sono diverse modalità per raggiungere in maniera diretta i professori. Tuttavia, l’assenza di interazione fisica tra studenti gonfia il sentimento di solitudine. “Conoscere nuove persone, in queste condizioni, è più difficile”, racconta Adrian supportato da Roberta che aggiunge “mi infastidisce non potermi confrontare con gli altri studenti del mio corso”. E’ evidente che queste condizioni non permettono di godere dell’esperienza universitaria. Gli studenti, però, in linea di massima, non si dichiarano scontenti, ma sicuramente preoccupati, soprattutto per i costi. Per molte famiglie il lavoro si è ridotto drasticamente rendendo molto più difficile sostenere le spese dell’istruzione. Per quanto concerne, in particolare, il costo degli affitti illusi dalla possibilità di poter assistere in presenza alle lezioni, i ragazzi hanno deciso di trasferirsi nelle vicinanze degli atenei, stipulando contratti di durata anche annuale che non è più possibile rescindere. L’emergenza sanitaria, in ogni caso, non ha fermato gli studenti e non ha condizionato la loro scelta: la preoccupazione per il COVID-19 è stata momentaneamente messa da parte per compiere la decisione più adatta al tipo di indirizzo che hanno intenzione di dare al proprio futuro.