"Disoccupate a causa della pandemia, il Covid nega troppe opportunità"

LE CONSEGUENZE DELL'EPIDEMIA sab 28 novembre 2020

Vasto "Noi giovani siamo molto penalizzati, i danni peggiori riguardano il futuro"

Attualità di Francesco Di Fonzo
6min
"Disoccupate a causa della pandemia, il Covid nega troppe opportunità" ©Personale
"Disoccupate a causa della pandemia, il Covid nega troppe opportunità" ©Personale

POLLUTRI. In occasione dell’appuntamento settimanale dedicato al rapporto tra i giovani ed il Covid 19, abbiamo raccolto le testimonianze di Sonia e Martina, due ragazze coetanee, concittadine, ed amiche per la pelle, che hanno visto stravolte le loro vite dagli effetti della pandemia.

Sonia Scotti, 24 anni, residente e domiciliata a Pollutri, studia scienze riabilitative delle professioni sanitarie presso l’Università Torvergata.
Martina D’Ercole, 24 anni, residente a Pollutri ma domiciliata a Parma, dove frequenta la facoltà di biologia ed applicazioni biomediche.

Abbiamo chiesto alle ragazze cosa pensano realmente i giovani dello scenario epidemico nazionale cagionato dal Covid 19, al di là della mera demagogia.

Secondo Sonia si tratta di una problematica abbastanza sottovalutata: ”Secondo me i giovani tendono a sottovalutare la situazione in essere, tentando talvolta di ingannare furbescamente il sistema. Peccato non riescano a comprendere come siano loro stessi, i primi a subire le conseguenze di tali azioni”.

Anche più netta Martina, forte dei propri studi in materia: “Studiando virus da cinque anni sono molto spaventata. Inizialmente confesso di aver preso la situazione sottogamba ma, già dal primo lockdown del Marzo scorso, ho capito si trattasse di qualcosa più grande di noi.
Conosco però diversi negazionisti, o semplicemente persone che tendono a minimizzare il tutto, e questo mi fa molta rabbia.”

Abbiamo anche cercato di capire come è cambiata la quotidianità dei ragazzi e qual è stato l’effettivo impatto delle nuove misure governative.

Una prima differenza è che, essendo chiuse le Università, le lezioni sono tutte online. Ero entusiasta di questo nuovo percorso a Torvergata, adesso invece non potrò instaurare rapporti con i nuovi compagni di corso, che conosco appena, né un confronto diretto con gli specialisti che operano nel mio settore”- spiega Sonia. “Passo sicuramente molto più tempo in casa, cerco di uscire il meno possibile, solo quando è indispensabile. Non c’è più vita sociale, è una situazione pesante.” – continua. “Poi ci sono i piccoli accorgimenti , come portare sempre la mascherina o igienizzare continuamente le mani. Volevo iscrivermi in palestra ma purtroppo non è possibile.”

Anche Martina fa riferimento al mondo universitario: “Non andare in facoltà quattro giorni a settimana su sette, per me è già un cambiamento sostanziale. Pochi giorni fa abbiamo avuto la sessione d’esami, mi è mancato studiare in compagnia, ho avvertito la differenza.” – spiega. ”Non prendo l’autobus da Marzo, fortunatamente i miei amici mi hanno regalato una bici. I pranzi, o le cene fuori nel weekend, di norma per me una costante, oggi non esistono più. Ho sempre avuto l’abitudine di fare colazione fuori, ma ora come ora è pura utopia. Non poter avere contatti con amici, coetanei, non poter conoscere persone nuove, è qualcosa di veramente brutto”.

Le ragazze si sono poi focalizzate sul modo in cui sono solite impiegare il tempo libero durante il lockdown.

Sonia sembra aver trovato spazio nelle sue giornate per nuovi hobby: “Cerco di fare attività fisica, leggo molto, sto approfittando della situazione per dedicarmi a letture specialistiche relative al mio settore, la fisioterapia. Per il resto sono sensibilmente aumentate le videochiamate, per restare sempre in contatto con gli amici. Ho anche iniziato a guardare qualche serie tv.”

Dello stesso avviso Martina: “Sto guardando molte più serie tv, ma soprattutto sto dedicando molte più attenzioni alla cura di me stessa. Mi piace fare attività fisica, correre all’aria aperta, prendermi del tempo anche solo per pensare, per capire cosa voglio davvero, per imparare a conoscermi meglio.”

La situazione di emergenza sanitaria che affligge l’intero paese, ha indubbiamente messo a dura prova la resistenza psico-fisica dei nostri ragazzi. I giovani costituiscono quella categoria che, più d’ogni altra, sta subendo ed inevitabilmente subirà, le conseguenze delle restrizioni governative del Dpcm del 3 Novembre.

Sonia
è particolarmente vicina al tema, e menziona alcune esperienze personali: “I ragazzi sono i più penalizzati, dai bambini più piccoli fino agli universitari. La mancanza di contatto umano crea ingenti scompensi in questa specifica fase della vita. Nel mio caso, al di là dei rapporti interpersonali ormai ridotti all’osso, essendomi laureata lo scorso anno, ero certa che questo 2020 sarebbe stato diverso, molto diverso. Avevo ben altre aspettative” – spiega piuttosto sconsolata. “Il Covid mi ha portato via il lavoro, dato che la struttura presso cui stavo lavorando è stata costretta a ridurre il personale. La mia facoltà (fisioterapia ndr), mi ha abituato ad avere giornate particolarmente piene, con una costante alternanza di studio e tirocinio. La pandemia ha rovinato tutto, ed ora mi ritrovo disoccupata.” – continua. “Il Covid nega ai giovani troppe opportunità. Citando un altro esempio personale, qualche settimana fa avrei dovuto sostenere un colloquio. Quando poi l’Abruzzo è entrato in zona rossa, è ovviamente saltato tutto. Lo stesso vale per i corsi di aggiornamento, che al momento sono tutti sospesi”.

Martina concorda fermamente: “Siamo molto, ma molto penalizzati, soprattutto in ambito lavorativo. Sicuramente non poter avere rapporti con le persone a cui vogliamo bene è piuttosto sconfortante. Siamo impauriti, destabilizzati psicologicamente, costretti ad una vita non normale, una vita in cattività. – spiega. Augurandomi che tutto questo possa diventare, a breve termine, solo un lontano e brutto ricordo, i danni maggiori riguardano però il nostro futuro. Mi sono iscritta a Parma con lo specifico obiettivo di sostenere un tirocinio presso un’azienda farmaceutica molto importante, ma, a causa del Covid, nessuno prende più tirocinanti. Ho perso la mia opportunità.”

Le ragazze hanno mostrato più volte la loro preoccupazione per la situazione epidemica in essere. Incuriositi, abbiamo chiesto loro di indicare l’ aspetto del covid che preoccupa maggiormente i giovani.

Sonia e Martina non hanno dubbi a riguardo: “La mia paura più grande è contagiare i parenti. Il pensiero di poter essere asintomatica, tornare a casa e magari rischiare di contagiare una persona cara.” risponde Sonia molto titubante. Per questo sono particolarmente attenta, non vorrei mai accadesse.”

Martina la segue a ruota: “Sicuramente il pensiero di poter contagiare i miei nonni. Mi rattrista non poter essere me stessa, non poter abbracciarli, non poter andare a trovarli. Loro hanno solo noi…” – conclude un po’sconsolata.

Sull’insegnamento da trarre da questa spiacevole vicenda:

”Si diceva che da questa pandemia saremo usciti tutti più buoni. Non ho però tutta questa fiducia nel prossimo, non so se cambierà qualcosa” – risponde Sonia. “Spero però che le persone capiscano davvero, e che questa si riveli una buona occasione per migliorarsi a livello umano. Magari impareremo a ritagliare un po’di tempo per noi stessi, per ciò che amiamo di più, nella frenesia che caratterizza la vita quotidiana.”

Martina la pensa allo stesso modo: “Quando tutto sarà finito, nel giro di un paio di mesi i buoni propositi saranno già svaniti. A mio avviso ci sarà solamente una reazione immediata a questo periodo di reclusione. Le persone cercheranno di svagarsi il più possibile, cercheranno di compensare le privazioni causate dalle contromisure governative.”

Le ragazze concludono lasciando un consiglio ai lettori: “Il mio consiglio è di stare attenti, molto attenti, e di rispettare le regole. Solo così torneremo alla normalità, che poi è quello che tutti vogliamo” risponde Sonia.

Martina suggerisce qualche escamotage innovativo: “Ovviamente rispettare le regole, perché sono state stabilite da persone competenti, unicamente nell’interesse comune.
Non dobbiamo smettere però di fare ciò che ci piace, che ci fa stare bene. Bisogna solo ingegnarsi un po’. Vogliamo andare a prendere un caffè con un amico? Videochiamata con caffè a distanza la mia soluzione!”.




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