Rapina in villa: "Ero convinto di morire", vicinanza da amici e istituzioni

Alcune reazioni lun 24 settembre 2018

Vasto Carlo Martelli al Tg1: "O cassaforte o faccio a pezzi tua moglie"

Cronaca di La Redazione
9min
Violenta aggressione a Lanciano ©Fonte Ansa
Violenta aggressione a Lanciano ©Fonte Ansa

LANCIANO. La tremenda rapina in villa a Lanciano in località Carminello ha sconvolto l'intera comunità. La coppia aggredita è rimasta per due ore in mano a quattro banditi i quali hanno addirittura tagliato il lobo dell'orecchio destro alla donna e massacrato di botte il marito. Le vittime sono Carlo Martelli, 69 anni, chirurgo cardiovascolare in pensione,insieme alla moglie, Niva Bazzan.

L'Ansa riferisce: "Ero convinto che ci avrebbero ammazzato tutti e due perché ormai, con il sequestro, la violenza...ero certo che sarebbe successo il peggio". Parla al Tg1 Carlo Martelli, il chirurgo di 69 anni aggredito insieme alla moglie, Niva Bazzan, nella sua villa a Lanciano (Chieti). "Sono stato sbattuto a terra e poi legato mani e piedi, tipo incaprettatura. Nel frattempo mia moglie è stata presa e l'hanno legata. Uno solo parlava e diceva: 'O ci dite dov'è la cassaforte o taglio sua moglie a pezzetti'", racconta Martelli. "A ogni domanda mi mollava un pugno. Quando hanno tagliato un pezzo di orecchio a mia moglie non ho capito più niente", dice Martelli.

Nicola Campitelli, Commissario della Lega di Lanciano sull'episodio ha dichiarato:

“Esprimo la mia piena solidarietà e vicinanza alla famiglia vittima del grave episodio accaduto nel nostro territorio”. Queste le prime parole del commissario della Lega di Lanciano Nicola Campitelli. “Il Ministro degli Interni, Matteo Salvini, informato dei fatti, ha assicurato che la giustizia farà il suo corso, perché è impensabile convivere con la paura in casa propria. Occorrono interventi concreti - prosegue Campitelli - che mirino a contrastare episodi di tale gravità. Proprio per queste ragioni infatti sono allo studio del governo, azioni che possano aumentare la sicurezza del cittadino come la legittima difesa e l’assunzione di 15mila nuove unità per le forze dell'ordine. Alla gravità del fatto poi – continua Campitelli -, si unisce anche la problematica dei soccorsi che hanno tardato ad arrivare. Massimo rispetto per gli operatori sanitari che si trovano ad intervenire quotidianamente tra mille difficoltà e con poche risorse a disposizione a causa dei continui tagli effettuati da questo governo regionale alla Sanità. Sono convinto – chiude la nota il commissario - che i lancianesi e gli abruzzesi in generale meritino più considerazione da parte delle istituzioni regionali”.

Il Segretario Generale Aldo Di Giacomo, Sindacato di Polizia Penitenziaria si è espresso così in merito alla violenta rapina:

“Dopo l’agghiacciante rapina nella villa vicino a Lanciano, in provincia di Chieti, con gli atti di violenza terrificante, non partecipiamo al coro delle dichiarazioni formali e consegneremo al Presidente del Parlamento Europeo Antonio Tajani le 900 mila firme raccolte tra i cittadini a sostegno della nostra proposta di legge di iniziativa popolare per la legittima difesa, perché al cittadino deve essere data la possibilità di difendersi, di difendere i propri cari, il proprio patrimonio”. “Nel caso specifico sarebbe senz’ombra di dubbio legittima difesa se i mal capitati avessero ucciso i tre delinquenti che li hanno ridotti in quelle condizioni”, a dichiararlo è il segretario generale del S.PP. (Sindacato Polizia Penitenziaria) Aldo Di Giacomo precisando che “ci rivolgiamo a Tajani dopo che nella scorsa legislatura del Parlamento Italiano abbiamo fatto di tutto per interessare Camera e Senato - dove sono depositate le precedenti 2 milioni di firme già raccolte in adesione alla stessa nostra proposta – e pertanto si può già intervenire. Crediamo che Tajani, per la sua autorevolezza istituzionale, possa sollecitare Governo e Parlamento italiani a farlo oltre che investire il Parlamento Europeo perché la sicurezza riguarda tutti gli stati dell’Ue”. “Si prenda atto, se non vogliamo continuare a registrare fatti di ferocia inaudita come quello di Lanciano, che in tre anni si è registrato un incremento del 46% delle richieste di porto d’armi e un recente rapporto Eurispes conferma che il 56,2 % degli italiani userebbe un’arma contro estranei in casa di notte, mentre la legge attualmente in vigore dice “Ci vuole un pericolo imminente”. E’ necessario quindi capire se chi mi sta aggredendo sta davvero mettendo in pericolo la mia vita, allora in questo caso posso sparare, ma ad una condizione: non devo avere alternative. Quindi è legittima la difesa solo se c’è il pericolo imminente o se non riesco a trovare in casa un metodo meno offensivo dell’arma. Ma se questa persona avanza, senza un’arma, io avendo legittimamente un’arma sul comodino non posso prenderla perché, se in questo caso io gli sparo, come sarebbe potuto accadere a Lanciano, c’è una colpa: o lesioni colpose o omicidio colposo. Il segretario del Sindacato della Polizia Penitenziaria riferisce che, dopo un giro sui territori in occasione della campagna “sicuri a casa propria”, ha registrato il grande interesse dei cittadini, di associazioni che ci sostengono e che mettono a nudo la lontananza della politica dai problemi veri della gente. Noi vogliamo essere portavoce della forte domanda di legalità. Di fronte ad una criminalità sempre più aggressiva occorre, a nostro parere, aggiornare le norme esistenti collegandole alle nuove domande di sicurezza dei territori, in particolare quelli più esposti agli assalti di una criminalità sempre più violenta e sfrontata. Serve certamente più vigilanza delle forze dell’ordine, ma a loro vanno forniti più mezzi e più personale”. Per Di Giacomo serve certamente più vigilanza delle forze dell’ordine, ma a loro vanno forniti più mezzi e più personale e non è sufficiente il ricorso alla pistola elettronica. “L’ampliamento legislativo della tutela a cui pensiamo – continua – vuole da un lato evitare il rischio di alimentare la cultura dello ‘sceriffo fai da te, ma dall’altro realizzare un deterrente molto più forte verso quella categoria di criminali dediti a furti e rapine nelle nostre abitazioni, che non dovranno mai più beneficiare di alcuna scappatoia giuridica che sarebbe ingiusta e beffarda nei confronti delle vittime. E’ ora di finirla con l’attuale confusione tra carnefici e vittime a vantaggio dei primi”.

Anche Fratelli d'Italia interviene sul gravissimo episodio della rapina in villa avvenuta l'altra notte a Lanciano.

"Al di là della solidarietà e della vicinanza che vogliamo esprimere alla coppia dei Signori Martelli, vogliamo soffermare la nostra attenzione su quanto la politica si sforzi di essere solidale ma al tempo stesso IPOCRITA. Negare che ci sia un problema di sicurezza oggi nelle nostre case a Lanciano - come fa il Sindaco PUPILLO - così come in qualsiasi altro dei posti dove viviamo e dove abbiamo investito, significa voltarsi dall'altra parte rispetto a un problema: quello della sicurezza. Situazione aggravata dal taglio indiscriminato delle risorse destinate alle forze dell'ordine, dal taglio delle risorse destinate ai rinnovi contrattuali, dal blocco del turnover e quindi delle assunzioni nelle forze dell'ordine. FDI Chieti vuole denunciare un sempre più generalizzato abbandono delle nostre zone a tutti i livelli. E che lo dica il sindaco Pupillo "che va tutto bene" a noi fa ancora più arrabbiare, perché è come se si volesse negare l'abbandono generale dei nostri territori, non solo quanto alla sicurezza, ma anche lo stato di grave abbandono in cui versano le strade, soprattutto quelle provinciali, ne parla proprio il sindaco Presidente di questo ente mai abolito ma abbondantemente depauperato. Quando la politica da una parte esprime solidarietà e dall'altra si affretta a dire che Lanciano e l'Abruzzo siano da ritenere isola felice, noi sorridiamo preoccupati perché si tende a negare l'evidenza di un territorio che è stato abbandonato "anche" dalle istituzioni, una terra dove non c'è visione, dove non c'è programmazione turistica, dove non c'è manutenzione delle nostre strade e delle nostre scuole, dove lo Stato sta arretrando solo in ragione di tagli, risparmi, bilanci, numeri e percentuali, che purtroppo ricadono esclusivamente su cittadini e impresa. La responsabilità che chiediamo alla politica e vogliamo assumere noi di FDI a tutti i livelli, comunale provinciale regionale, è quella di invece prendere coscienza dei problemi che interessano famiglie e imprese del nostro territorio senza negarne i problemi, piuttosto affrontandoli con determinazione soluzioni proposte e risorse.

Anche il Comune di Fossacesia e gli altri comuni dell'Ambito Sociale esprimono solidarietà alla famiglia di Carlo Martelli:

“A nome di tutti i Sindaci dei Comuni dell’Ambito 11 Frentano, Zona di Gestione Sociale n. 2, ossia, Fossacesia, Rocca San Giovanni, Santa Maria Imbaro, Mozzagrogna, San Vito Chietino, Treglio, Castel Frentano e Frisa, esprimo il più totale disprezzo e la completa condanna nei confronti di tanta violenza ed ingiustificato accanimento esercitati da quattro balordi delinquenti ai danni della famiglia Martelli, a cui va la nostra vicinanza ed il nostro più sincero affetto” – a dichiararlo, è il Sindaco di Fossacesia, Enrico Di Giuseppantonio, ricevuta la notizia degli atroci fatti che hanno colpito la famiglia Martelli. Il prof. Carlo Martelli, chirurgo cardiovascolare in pensione e la moglie Niva Bazzan, hanno da tempo un legame con i Comuni dell’Ambito 11 Frentano, Zona di Gestione Sociale n. 2, in quanto il Prof. Martelli è fondatore dell’Associazione famiglie di persone con disabilita’ (Anffas) e da anni accoglie le persone disabili residenti nei Comuni dell’Ambito Sociale, offrendo loro assistenza, sostegno psicologico, attività laboratori ali ed ogni forma di sostegno finalizzato all’inclusione delle persone disabili. “A Carlo ci lega una lunga collaborazione attraverso la quale sono stati portati avanti progetti proposti dall’Anffas per tutti i Comuni della Zona di Gestione Sociale n. 2 – dichiarano i Sindaci dei Comuni di Fossacesia, Rocca San Giovanni, Santa Maria Imbaro, Mozzagrogna, San Vito Chietino, Treglio, Castel Frentano e Frisa – tutte le persone residenti nei nostri Comuni che hanno avuto modo di frequentare l’Anffas e di partecipare alla attività ne hanno sempre parlato come se fosse una grande famiglia. E per noi poter contare su un servizio in cui oltre alla professionalità, principio fondamentale era l’aspetto umano, è stato davvero un valore aggiunto. Nell’augurare all’amico Carlo una pronta guarigione, chiediamo a gran voce alle autorità preposte innanzitutto di intensificare i controlli e la sicurezza sui nostri territori che sembrano essere diventati terra di nessuno e soprattutto auspichiamo che le Forze dell’Ordine assicurino alla giustizia questi 4 delinquenti”.

Anche la Confederazione Sindacale Autonoma di Polizia, Consap, si esprime sulla triste vicenda:

"La rapina in villa a Lanciano, agghiacciante per le sue modalità, ripropone la necessità di potenziare il controllo del territorio con presidi delle Forze dell’Ordine ed organici adeguati; lo sostiene la Confederazione Sindacale Autonoma di Polizia, Consap.

“Pur plaudendo al decreto sicurezza che sarà presentato oggi al Consiglio dei Ministri come un atto di governo concreto ed un utile deterrente contro il crimine; episodi efferati come quello accaduto ai coniugi Martelli, evidenziano come in Italia non esistono più zone franche con la conseguente necessità di un potenziamento capillare del controllo del territorio”.

“In questi anni abbiamo assistito alla soppressione di presidi di pubblica sicurezza e ad un calo vertiginoso degli organici, solo la Polizia di Stato fra mancato turn over e mancata indizione di concorsi ha perso quasi il 20% della forza effettiva, è necessario – prosegue la Consap - che questa tendenza si inverta al più presto, sbloccando rapidamente le 8 mila assunzioni previste nella pubblica sicurezza ed il pubblico soccorso oggi bloccate al Mef, avviando lo scorrimento delle graduatorie e l’indizione di nuovi concorsi per ringiovanire gli organici e potenziare l’azione di controllo”.

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