Operazione Esmeralda, Giangiacomo: "Un processo svolto in tempi ragionevoli"
Vasto Questa mattina depositate le motivazioni
VASTO. Questa mattina presso il Tribunale di Vasto il presidente Bruno Giangiacomo ha tenuto una conferenza stampa alla presenza dei giudici Stefania Izzi e Michelina Iannetta ripercorrendo le fasi salienti del processo Esmeralda e che ha portato all'arresto di 10 persone con la condanna in carcere per oltre 75 anni complessivi ed al sequestro di un immobile in via dei Bontempi, in località Incoronata.
La maxi operazione antidroga cominciò nel 2011 e vide protagoniste due famiglie una residente a Vasto e una a Pescara che diedero vita ad una prolifica attività di spaccio di sostanze stupefacenti. Inizialmente l'accusa per i 31 indagati era di associazione per delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, ma come ha ribadito oggi Giangiacomo non sono stati ritenuti esistenti gli elementi per parlare di associazione di stampo mafioso.
"E' stato un lavoro abbastanza complesso - ha detto la dott.ssa Izzi che ha scritto le motivazioni - sono 90 pagine in cui abbiamo ripercorso gli eventi passati nel tempo, basandoci su intercettazioni anche in lingua rom per cui abbiamo usufruito di un interprete. Non è stato facile come esaminare i libri mastri in cui erano riportati i quantitativi di droga e i clienti che ne beneficiavano".
Nel corso della conferenza stampa Giangiacomo ha sottolineato come nel giro di 3 anni e mezzo siano stati due i maxi processi svolti in questo tribunale, riferendosi anche all'Operazione Adriatico.
"Questo processo è stato definito il 16 luglio e nei termini di 90 giorni che ci eravamo dati sono state depositate le motivazioni. Si tratta di un processo proveniente dalla Direzione Distrettuale antimafia di L'Aquila come l'altro, il Processo Adriatico molto più impegnativo, ma comunque anche questo rappresenta un risultato notevole per un Tribunale piccolo e che è in via di soppressione. Un tribunale che ha un circondario di 100 mila abitanti e che ha dovuto fare i conti con due processi svoltisi in tempi se non brevi possiamo dire ragionevoli.
Diciamo che la confisca della villa di via dei Bontempi è la punta dell'iceberg di una serie di fatti e di condotte che si fondavano sul delle intercettazioni, su attività di appostamento, di pedinamento, di osservazione posta in essere dalla polizia giudiziaria, infatti abbiamo dovuto giudicare diversi reati e la Direzione Distrettuale Antimafia dell'Aquila ha ritenuto di contestare anche l'associazione per delinquere al fine di spaccio di sostanze stupefacenti che però ma noi del Tribunale di Vasto abbiamo ritenuto non sussistente, riconoscendo - conclude Giangiacomo - invece alcune diverse attività di spaccio e vendita di sostanze stupefacenti anche per quantitativi di rilievo".