Tragedia di Rigopiano: «29 morti non scioperano, ma chiedono giustizia»
Vasto La prossima udienza è stata rinviata al 29 novembre
VASTO. "29 morti non scioperano, ma chiedono giustizia", questo è uno degli striscioni che il Comitato vittime di Rigopiano ha esposto questa mattina davanti al Tribunale di Pescara. Una manifestazione silenziosa e pacifica per ribadire ancora una volta la sete di giustizia che i familiari dei 29 angeli volati in cielo chiedono per i loro parenti.
Questa mattina doveva tenersi l'udienza sui rinvii a giudizio, ma è stata rinviata per via dello sciopero delle camere penali. Mario Tinari, papà di Jessica, anche oggi era in prima linea ed ha dichiarato: "Come comitato vittime con la nostra presenza abbiamo dato un segnale, cioè quello di sollecitare gli organi giudiziari a essere più celeri e incisivi nella ricerca della verità e della giustizia. La prossima udienza é stata rinviata al 29 novembre. Oggi si è fatto solo l'appello degli avvocati e delle parti lesi presenti, poi c'è stato l'intervento del Procuratore che ha chiesto tempi più stretti al rinvio che purtroppo é slittato a fine novembre"
Il Comitato "Rigopiano in attesa del fiore" ha affermato: "La lotta di tante associazioni e di intere famiglie colpite dalle varie tragedie italiane deve avere un unico obiettivo, la riforma della giustizia e sopratutto della prescrizione. Questa parola tanto temuta da chi ogni giorno deve fare i conti con il proprio dolore, con la sete di verità e giustizia e con le paure di veder allungarsi per forza di cose i tempi per arrivare ad avere risposte concrete e definitive su quanto di più caro ed importante è rimasto nei loro cuori e nelle loro menti: rendere giustizia ai propri cari; ci preme più di tante altre.
Questa spada di Damocle non può e non deve precludere ciò che ogni genitore, figlio, fratello o sorella hanno loro giurato, trovare i responsabili della loro morte ingiusta. Per far sì che questo movimento di coscienze abbia ascolto e seguito, necessita di un’unione di intenti e di azioni per arrivare a quanto in molti sperano, una riforma che renda giustizia a tutti in tempi brevi e con assoluta certezza delle pene verso chi ha sbagliato. Oggi in occasione dell’ennesima udienza volta a decidere chi sarà chiamato ad essere giudicato, è stato indetto uno sciopero dalle camere penali. Sappiamo che chi ha aderito, avrà avuto sicuramente e giustamente interesse a far sì che questa riforma non si concretizzi mai, ma noi oggi eravamo lì comunque perché i nostri cari non scioperano, a loro è stato tolto per sempre il diritto a scioperare, loro cercano e pretendono solo Giustizia.
Oggi per molti addetti ai lavori poteva sembrare giornata persa, per altri una giornata guadagnata per allungare i tempi; per noi nonostante tutto è stata una giornata importante che ha sancito un dato di fatto fondamentale, la nostra unione e la nostra tenacia ad andare avanti nonostante gli ostacoli.