La storia di Giuseppe Pio, ringraziamenti speciali all'Arma sull'asse Termoli-Lanciano
LANCIANO. Dalla famiglia di Giuseppe Pio D’Astolfo, il 18enne uscito dal coma giorni fa, dopo aver subito una vile aggressione a Lanciano, un messaggio di sincero ringraziamento sia alle persone che da Termoli hanno offerto e continuano a offrire solidarietà per l’accaduto, sia, soprattutto alle forze dell’ordine, che sono intervenute e hanno indagato.
Il ragazzo come anche precisato nell’articolo di domenica scorsa, è cresciuto a Termoli, per poi trasferirsi in Abruzzo.
In una fredda notte di ottobre, mentre si trova con i suoi amici alla stazione di Lanciano, punto di incontro dei giovani del luogo, viene raggiunto da un pugno e, di lì a poco, entra in coma. Giuseppe Pio non si arrende e si aggrappa alla vita più forte che mai, perché ha ancora tutta la vita davanti, progetti da compiere, amori da vivere e sbagli da commettere. Un mese dopo, in un mercoledì che sembra uguale a tutti gli altri, riapre i suoi occhi e vede il mondo per la prima volta dopo tanto tempo.
Ci ha contattati la mamma Paola: «Come genitori di Giuseppe, io e mio marito vogliamo ringraziare per il lavoro che stanno facendo sia il tenente Giuseppe Nestola, comandante del Nor della compagnia di Lanciano, che il comandante di compagnia, il maggiore Vincenzo Orlando. Un grazie di cuore a tutti i termolesi che ci seguono, e con affetto si stringono a noi in questo momento di grande dolore. Giuseppe, piano piano, accenna a timidi miglioramenti, ringraziamo anche Termolionline per l’articolo pubblicato con la testimonianza di mia figlia Sara. Per noi, gli ufficiali dell’Arma dei Carabinieri Orlando e Nestola stanno svolgendo un compito speciale, quali sono anche loro due, il nostro è un ringraziamento davvero profondo, che viene dal cuore».
Un filo lega questa vicenda a Termoli, poiché anche i due ufficiali dell'Arma dei Carabinieri sono residenti a Termoli.