“Leone sdraiato”: raro bronzo di Filippo Palizzi scoperto in Francia

un lettore appasionato mar 23 marzo 2021

Vasto "È molto raro e testimonia come la sua produzione non riguardasse solo la pittura"

Cultura e Società di Lea Di Scipio
2min
“Leone sdraiato”: raro bronzo di Filippo Palizzi scoperto in Francia ©vastoweb.com
“Leone sdraiato”: raro bronzo di Filippo Palizzi scoperto in Francia ©vastoweb.com

VASTO. "Il nostro Filippo Palizzi ha un lato poco conosciuto. Non era solo pittore, ma un artista a 360 gradi. Non tutti sanno, infatti, che ha realizzato maioliche e bronzi".

A parlare è Paolo "appassionato d'arte e ricercatore di chicche che appartengono al tessuto sociale e storico dell'hinterland vastese", così come lo avevamo presentato in un nostro precedente articolo (Leggi).

In quell'occasione ci aveva mostrato un olio su tela del fratello Giuseppe che abbiamo chiamato "Asinella gravida con ombrellino" di cui era venuto in possesso partecipando ad un'asta.

E stavolta ha fatto un'altra sorprendente scoperta.

"L'opera è un 'Leone sdraiato' di cui certamente esistono altre realizzazioni. È molto raro e testimonia come la produzione di Filippo Palizzi non riguardasse solo la pittura, tant'è che l'ho acquistata in Francia dove è passata inosservata. Filippo Palizzi prese la direzione artistica delle Scuole Officina insieme a Domenico Morelli intorno al 1892, vale a dire verso la fine della sua vita. Obiettivo fu ridare slancio e un'ondata di novità a questo museo artistico-industriale dove altri lavori in bronzo sono qui conservate".

Interessante è anche il tema del Leone che viene presentato in una lettera inviata al fratello Giuseppe: "Carissimo Peppino, Viva l'Italia! Viva Pio IX! Viva il Regno delle Due Sicilie! Viva la Costituzione! Viva il re Ferdinando II, grida con noi fratellino: viva viva! Sabato 11 febbraio abbiamo avuto la sospirata Costituzione che ci era stata promessa dal 25 gennaio. Eccoci liberi! Gli italiani sono tutti uniti, formano una famiglia, si chiamano fratelli, caldi di amor patrio si preparano a sostenere i loro diritti e la gloria della quale sono stati sempre i figli prediletti. Tu lasciasti la tua Italia in uno stato deplorevole, quasi abitata da uomini morti.

L'Italia è un leone che il peso delle catene aveva reso servo e muto. Ma nessuno gli ha potuto togliere il coraggio e gli artigli. Ora sorge con impeto. Ha rotto le catene e il suo ruggito suona vittorioso su tutta l'Europa. Gli italiani sono animati da una sola fiamma, una fiamma che per estinguerla bisognano fiumi di sangue. Se tu sapessi i particolari di ciò che è avvenuto nel nostro regno, rimarresti attonito! Ti do un'idea. Qui dopo la riforma del sommo Pio IX a E degli altri principi italiani il nostro re decise di non fare nessuna una piccola riforma nei suoi domini. Intanto gli animi di tutti si ingrossavano, l'idea di restare dietro gli altri stati italiani ne la necessità delle riforme, onde renderci meno schiavi al loro governo che ci opprimeva, riempì il regno di malcontento. Nelle menti di tutti bollivano sentimenti liberali, il rigore della polizia ci mise con le spalle al muro, ma l'opinione generale a passi di gigante camminava e finalmente cominciò a manifestarsi ora con manoscritti, ora con proteste in stampa ora con scritti affissi nelle strade”.

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