Viaggio nel mondo dei writers con Mattia Folchino: "Arte e attrattiva turistica"

Liberi di esprimersi sab 19 giugno 2021
Cultura e Società di Lea Di Scipio
2min
Viaggio nel mondo dei writers con Mattia Folchino: "Arte e attrattiva turistica" ©personale
Viaggio nel mondo dei writers con Mattia Folchino: "Arte e attrattiva turistica" ©personale

VASTO. Dalla moda ai film, passando per le tecniche pubblicitarie.

La vita dei writers è vicina alle nostre più di quanto sembri o di quanto noi stessi ne siamo consapevoli.

È un vero e proprio mondo, dunque, non tanto parallelo, ma che condiziona anche il nostro stesso modo di vestire o, addirittura, di pensare

Eppure c'è chi storce ancora il naso di fronte ad un giovane con la bomboletta spry tra le mani. Anche se oramai sono lontani quegli anni '90, in Italia, quando si muovevano perlopiù al buio, scavalcando cancelli o arrampicandosi su cavalcavia.

Ed è un mondo con il proprio codice etico che guarda con disappunto chi di loro lo viola, magari imbrattando mura appena imbiancate. 

"Quando non ero nemmeno un adolescente sono stato affascinato dalle scritte che vedovo sulle pareti e mi chiedevo cosa significassero. Poi ho cominciato a capire, conoscendo di persona alcuni autori, che si trattava di firme, acronimi, in sostanza di graffitismo, una delle discipline della cultura hip-hop". 

Così ci racconta Mattia Folchino, vastese classe '92, writer attivo da circa 10 anni. 

Lo abbiamo incontrato per carpire qualche segreto e abbiamo trovato occhi curiosi ed innamorati di ciò che "aiuta a sentirsi liberi di esprimersi, di comunicare e di sfogare se stessi". 

Ma c'è anche una forma di mistero che avvolge il writing, in un mix quasi indefinito con il desiderio di soddisfare l'Ego. 

"Spingere il proprio nome, farsi conoscere sia da chi fa parte di questo gioco, sia da chi lo scambia per vandalismo. Ed è proprio in questa chiave che se ne legge il labile limite tra la scelta di rendersi riconoscibile e quella di restare nell'ombra. Colpire la curiosità e stupire restano, in ogni caso, gli obiettivi di ogni writer". 

E ci sono città che ne hanno fatto un valore aggiunto, soprattutto dal punto di vista dell'attrazione turistica. 

"Una delle esperienze più belle e soddisfacenti è stata alle Isole Tremiti quando mi hanno coinvolto nella riqualificazione della banchina a San Domino. In quell'occasione ho dipinto un sub che con la fiocina del suo fucile spara a delle bottiglie di plastica". 

Sì, perché questa arte è un'occasione per parlare di temi di attualità, sociali o anche semplicemente ispirati dalla propria fantasia. 

"I Comuni dell'adriatico non hanno mai puntato sul writing. Sarebbe bello perché attirerebbe tanti turisti, come accade ad Aiello. È una forma d'arte che ha aiutato interi paesi e quartieri ad indossare un volto nuovo. Aiuta a combattere il degrado, porta colore e voglia di contribuire a tenere i luoghi più puliti", conclude Mattia. 

 

 

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