San Giuseppe, pillole di storia e curiosità sulla Concattedrale
Vasto Uno dei capitelli del rosone è decorato con il simbolo del fascio littorio
VASTO. Oggi è San Giuseppe, celebrazione dedicata allo sposo della Vergine Maria, e, in quanto figura paterna per eccellenza, in Italia ricorre anche la Festa del Papà.
In base ad alcune tradizioni trasmesse oralmente, il 19 marzo sarebbe il giorno della morte del Santo, ma questa teoria non trova nessun riscontro nei Libri Sacri.
La nostra redazione ha deciso di dedicare un piccolo spazio di approfondimento alla Concattedrale di San Giuseppe, risalente al XIII secolo, per scoprire qualche curiosità ad essa legata e regalarla, o semplicemente ricordarla, ai nostri lettori.
Abbiamo chiesto la gentile collaborazione di Alessandro Cianci, grande ed attento appassionato di storia locale.
Ci siamo soffermati innanzitutto sulla pregiata facciata e su alcuni dei suoi aspetti meno noti.
Il primo che ci viene raccontato riguarda lo stemma dei marchesi d’Avalos che si trovava sul portale della chiesa almeno fino al 1905, data dopo la quale il simbolo della casata sparì, in seguito ad un probabile furto di cui, però, non venne mai chiarita la dinamica.
Il secondo, molto interessante, svela la trasformazione che subì il nostro Duomo nel 1808 e che in precedenza era Convento di Sant’Agostino. La ragione del raro evento è da ricondurre allo scioglimento della comunità agostiniana, ma non solo.
Per comune intento si decise di intitolarla a San Giuseppe anche in onore del sovrano Giuseppe Napoleone.
Sulla parte sinistra del portale, ancora oggi è possibile leggere l’epigrafe che suggella l’evento:
“Al forte guerriero D'Aurillac Carlo Antonio Manhes
Membro della Legion d'onore e Cavaliere delle Due
Sicilie Generale aiutante di campo di S.M.
Gioacchino Napoleone Distruttore dei briganti
Restauratore della pubblica quiete nelle contrade
d'Abruzzo per voto universale acclamato primo
cittadino del Vasto nel giorno dieci aprile 1810.
A riconoscenza del popolo vastese
questo monumento consacra”.
Infine, l’ultimo aspetto che su cui abbiamo deciso di focalizzarci è il famoso rosone.
Realizzato alla fine degli anni ’20 del 900, venne collocato durante il restauro della Cattedrale, grazie al sostegno dei Baroni Genova Rulli.
La particolarità è che esso presenta, nei piccoli capitelli che compongono i suoi raggi, oltre allo stemma della famiglia che finanziò la ristrutturazione nel 1923 e quello della Città del Vasto, anche il simbolo del fascio littorio.
Quest’ultimo si trova nel primo capitello in alto e nessuno, ad oggi, non sono chiare le motivazioni dietro questa scelta.
Un’altra particolarità poco conosciita è la conchiglia ben visibile sulla facciata laterale e incastonata nel muro. È un elemento architettonico che probabilmente risale all'epoca romana.