​L'enciclica di Papa Francesco "Fratelli tutti" raccontata da don Decio

l'intervista lun 12 ottobre 2020

Vasto "Affresco dell'abisso in cui si trova oggi l'umanità"

Cultura e Società di Lea Di Scipio
1min
​L'enciclica di Papa Francesco "Fratelli tutti" raccontata da don Decio ©vastoweb.com
​L'enciclica di Papa Francesco "Fratelli tutti" raccontata da don Decio ©vastoweb.com
L'enciclica di Papa Francesco "Fratelli tutti" raccontata da don Decio

VASTO. "L'ultima enciclica di Papa Francesco parla di fraternità e amicizia sociale, ma qualcuno l'ha definita addirittura un affresco dell'abisso in cui si trova oggi l'umanità".

Così don Decio D'Angelo racconta all'indomani dell'uscita di "Fratelli tutti".

"Divisioni, oppressioni, fame, umiliazioni, ingiustizie, razzismo. Il Papa sottolinea che l'immigrazione è una povertà per i paesi d'origine, perché nel perdere i propri giovani si perde non solo forza lavoro, ma anche la speranza del futuro".

E ancora il parroco emerito spiega: "Perno di tutta l'enciclica è la parabola del buon samaritano che guarda caso non è un ebreo ma uno straniero che viene soccorso da un anonimo che scende da cavallo. Questa storia ha impressionato molto i buddisti e musulmani perché è universale laddove Gesù ha detto: 'Va e fai anche tu lo stesso'. Un'altra condanna molto forte che il Papa fa è su populismo e relativismo per cui oggi la morale prende forma dalla circostanza in cui ci si trova e sulla base di puro utilitarismo".

E sul fronte delle Istituzioni internazionali "Francesco chiede con molta delicatezza e allo stesso tempo chiarezza la riforma dell'Onu, cioè che ci sia partecipazione di tutti i Paesi affinché abbiano pari diritti e doveri e non ci sia un gruppo predominante".

E infine sulle polemiche sollevate intorno al titolo: "È stato preso da un testo del Medioevo di San Francesco che iniziava proprio con 'Fratelli tutti' e nonostante l'enciclica sia stata tradotta in tutte le lingue, questa espressione derivante dal testo sacro è rimasta immutata".

E non è mancato il riferimento del Papa all'emergenza mondiale: "Dalla pandemia ci si salva unicamente insieme. La tempesta smaschera la nostra vulnerabilità e lascia scoperte quelle false e superflue sicurezze con cui abbiamo costruito le nostre agende, i nostri progetti, le nostre abitudini e priorità. Con la tempesta, è caduto il trucco di quegli stereotipi con cui mascheravamo i nostri 'ego' sempre preoccupati della propria immagine; ed è rimasta scoperta, ancora una volta, quella (benedetta) appartenenza comune alla quale non possiamo sottrarci: l'appartenenza come fratelli".

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