«A domande giuste il Governo giallo-verde ha dato risposte sbagliate»

mer 12 dicembre 2018
Da Facebook di La Redazione
7min
Il Governo Conte ©Post.it
Il Governo Conte ©Post.it

MONTENERO DI BISACCIA. L’esponente di sinistra Nicola Palombo, consigliere comunale di opposizione a Montenero di Bisaccia, anche dirigente nazionale in ambito dem, prima di dimettersi ed entrare nell’Articolo 1-Mdp e poi candidato di LeU alle elezioni politiche, è stato protagonista e artefice di un post lungo, «di quelli che non prendono like, ma che credo sia giusto e doveroso fare», dice lo stesso Palombo.

1. LEGGE DI BILANCIO. A domande giuste, il Governo Giallo-Verde ha dato risposte sbagliate.

Il dato di partenza è che quest’Europa non è all’altezza delle sfide che abbiamo davanti. Le regole e l’assetto economico-istituzionale sia del mercato unico sia della moneta unica, così come sono, creano sistematicamente deficit della domanda interna e svalutazione del lavoro. Bisogna riconoscere i problemi sistemici del mercato unico e della BCE e favorire scelte anticicliche, che sfidino i parametri del fiscal compact, poiché aderirvi significherebbe, com’è sempre stato fin ora, aggravare l’economia italiana, il debito pubblico e l’occupazione.

Il Governo Salvini-Di Maio, che nei proclami aveva promesso ciò, è finito come quelli che lo hanno preceduto (Renzi, Gentiloni) a negoziare qualche punto di flessibilità.

La manovra ha perso il segno espansivo, per cui non contrasterà il rallentamento dell’economia dell’eurozona, ma caricherà famiglie, imprese e finanza pubblica delle conseguenze dell’innalzamento dello spread.

ALTERNATIVA. Concentrare l’extradeficit in investimenti pubblici. GREEN NEW DEAL concentrato nel mezzogiorno, nel LAVORO DI CITTADINANZA inteso come programma di investimenti pubblici, gestiti dai Comuni, che salvaguardino i territori e connettano reddito e lavoro. Ogni anno dal sud emigrano 130.000 persone, di cui la metà giovani laureati che, giustamente, dell’assistenzialismo senza lavoro, che calpesta i pieni diritti di cittadinanza e la loro dignità, non sanno che farsene. Avremmo bisogno di tornare ad investire sul meridione il 45% degli investimenti, di prorogare le graduatorie della pubblica amministrazione, per dare lavoro a migliaia di giovani ora fuori a causa del blocco del turnover. Bisognava fare una vera lotta alla PRECARIETÀ, invece il Governo ha portato le agevolazioni IRES per contratti a tempo determinato dal 24% al 15%, con buona pace di slogan, tweet, dirette facebook e cavolate varie. Molte di queste cose le dico e diciamo da tempo, le ha dette di più e meglio Stefano Fassina nel suo intervento alla Camera, sarebbero il motivo per fondare una forza di Sinistra autonoma e popolare.

2. MATTEO DALL’OSSO era fino a venerdì un deputato del Movimento 5 Stelle alla sua seconda legislatura. La sua principale missione in Parlamento sono i diritti dei disabili, poiché anch’esso è affetto da sclerosi multipla. Aveva proposto a questa pessima legge di bilancio, un emendamento (sacrosanto) che prevedeva lo stanziamento di 10 milioni per anno, tra l’altro pochissimo per un Paese che voglia dirsi civile, per un fondo disabili. L’emendamento gli è stato bocciato in Commissione dalla sua, ormai, ex-maggioranza (votato dalle sole forze di opposizione) dopo un intervento bellissimo e a tratti commovente, in cui ricordava ai suoi colleghi gli impegni presi con i disabili. In conseguenza alla bocciatura, l’on. Dall’Osso ha deciso di passare a Forza Italia, diventando, reo di aver tradito, bersaglio di minacce e insulti pesantissimi da parte di molti militanti ed elettori del M5S.

Questo fatto si presta a tantissime riflessioni. Lo scarso livello di democrazia all’interno dei partiti e dei movimenti, sempre più assoggettati al pensiero di leader che non possono essere messi in discussione, mai, nemmeno davanti ad evidenti ingiustizie e nefandezze. L’imbarbarimento sociale a cui stiamo assistendo e la conseguente incapacità di concepire il rispetto per gli altri, dalle idee, allo stato sociale, fino alla nazionalità e al colore della pelle.

Solidarietà massima per l’on. Dall’Osso; militava in un movimento che non mi piace e milita ora in un partito che non mi piace, ciononostante è fondamentale in questo momento ribadire concetti che sono alla base del nostro ordinamento democratico come LA LIBERTÀ E L’EGUALIANZA. E come ha scritto bene Toni Nocchetti sul Fatto Quotidiano:.

3. NOMINATI COMMISSARIO E SUB-COMMISARIO DELLA SANITÀ MOLISANA. Sono il Generale della Finanza Angelo Giustini e la Dirigente Sanitaria Ida Grossi. Siamo così arrivati alla fine di una storia che dal punto di vista politico è stata complicata e tragicomica al tempo stesso.

Il ragionamento non vuole essere offensivo e non vuole togliere nulla alle capacità personali dei nominati, anzi spero, per il bene comune, che possano fare un buon lavoro, mettendo le mani alle priorità del decadente sistema sanitario regionale: dall’accorciamento delle liste d’attesa, al riequilibrio pubblico-privato, al potenziamento delle reti d’emergenza. Ciò detto volevo soffermarmi sul dato politico e come questo in parte sia figlio del tempo caotico che viviamo e dall’altra come sconfessi le maree di scempiaggini che troppo spesso siamo costretti a leggere o ascoltare.

La Sanità rappresenta per il bilancio regionale circa l’80% del totale. Ciò vuol dire che le elezioni democratiche di aprile hanno affidato allo schieramento vincente e al Presidente eletto di poter decidere, gestire, fondare la sovranità costituita dal voto per il restante 20% delle risorse pubbliche, ma che la fetta più grossa sarà gestita dalla struttura commissariale di scelta dell’attuale Governo, soprattutto quello che fa capo al M5S, poiché il dicastero della Sanità è ricoperto da un’esponente di quello schieramento politico. D’altronde l’on. Federico (M5S) non ha fatto mistero delle azioni promosse per far sì che il commissario alla sanità fosse scelto dal Ministro Grillo e non ricadesse così sul Presidente della Regione Molise Toma. Qui inizia il caos dei tempi che viviamo, poiché al Governo nazionale ci sono Lega e M5S, mentre al Governo regionale un più classico centrodestra (quindi anche con la Lega). Un vero rompicapo sulla testa dei molisani, in tempi in cui la Politica aveva un’egemonia culturale, la soluzione si sarebbe trovata, per l’appunto, per via Politica. Infatti la Lega molisana, che con alcuni suoi esponenti sembra essere la maggiore opposizione, o prende le distanze dalla decisione presa a Roma, poiché lesiva nei confronti della sua maggioranza e del programma di governo con cui ha preso voti, financo abbandonando il partito di Salvini, oppure è in linea con la scelta commissariale e quindi farebbe bene ad uscire dalla maggioranza staccando la spina ad un Governo regionale apatico, piatto e inconsistente. Toma stesso dovrebbe avere il coraggio di pretendere questa chiarezza dai suoi compagni di viaggio, piazzando il Governo regionale, almeno su questa vitale questione, o in linea o in contrapposizione al Governo Giallo-Verde. Infine il M5S del Molise (gruppo regionale e onorevoli) dovrebbero spiegare due fatti. Uno: come mai in Europa si battono contro i burocrati che prendono le decisioni al posto dei popoli, mentre in Molise hanno scelto al posto di figure politiche che conoscono le specificità territoriali, delle figure tecniche che appunto sono burocrati che prendono le decisioni al posto dei popoli? Due: come penseranno di continuare il loro lavoro di opposizione nel momento in cui la loro forza politica ha espresso la struttura che gestirà la stragrande maggioranza delle risorse pubbliche? Noi molisani abbiamo il diritto di sapere come siamo giunti, in soli otto mesi, ad avere maggioranze politiche che gestiranno il nulla e minoranze che saranno nei fatti (anche se indirettamente) maggioranza. Piccolo spoiler, la risposta “quelli di prima ci hanno lasciato i debiti e quindi siamo commissariati” (scaricando tutte le responsabilità sulle strutture tecniche), non solo è povera di contenuti, ma non spiega le tante domande poste, non affronta il tema di come si vuole procedere e non affronta il tema della costituzionalità dei commissari alla sanità regionale nei confronti dei voti popolari, tenuto conto che la sanità è materia delle Regioni.

4. ANCONA. Conosciamo tutti l’immane tragedia su quanto accaduto, all’interno di una discoteca, al concerto di un’artista in voga tra i giovanissimi.

Viviamo in un Paese dove se i Governi, al posto degli sforzi che impiegano per la propaganda (spesso di messaggi negativi), ne utilizzassero anche solo il 10% per controllare e far rispettare le leggi che ci sono, saremmo sicuramente un Paese migliore e più vivibile. Al di là di ciò la magistratura farà il suo lavoro e aspetteremo per capire le responsabilità, ma qualche riflessione di natura politica mi preme farla. La prima è che viviamo, per motivi economici e sociali, in una società che ha innalzato, e di molto, il livello di tensione. Trovo allucinante, fosse anche solo per questo motivo (è così non è!), andare nella direzione della liberalizzazione della detenzione di armi da fuoco, che sappiamo tutti essere molto più pericolosa degli spray al peperoncino. La seconda è che il Ministro degli Interni il giorno della tragedia doveva essere sul posto della strage, per portare il cordoglio e la vicinanza dello Stato alle famiglie delle vittime, assicurando loro che si sarebbe lavorato per rintracciare i responsabili e per evitare in futuro il ripetersi di tragedie del genere. Era a farsi i selfie! Amen…»

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