"Nuovo PRG di Ortona: una colata di cemento, 900 ettari complessivi di consumo di suolo"

AMBIENTE ven 11 giugno 2021

Vasto "Centinaia di migliaia di mc previsti a contorno delle riserve naturali dei Ripari di Giobbe e dell'Acquabella"

Flash News di La Redazione
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"Nuovo PRG di Ortona: una colata di cemento, 900 ettari complessivi di consumo di suolo" ©Vastoweb
"Nuovo PRG di Ortona: una colata di cemento, 900 ettari complessivi di consumo di suolo" ©Vastoweb

ABRUZZO. "Una vera e propria colata di cemento sulla costa sta per abbattersi a Ortona se verranno confermate le previsioni  del PRG in via di approvazione: 900 ettari complessivi di consumo di suolo; centinaia di migliaia di mc di edificazione con aree di nuova espansione in zone di enorme pregio paesaggistico, come quelle a ridosso delle Riserve dell'Acquabella e dei Ripari di Giobbe; nuovi alberghi alla foce dell'Arielli; discoteche e chi ne ha più ne metta nella zona a nord della Stazione di Tollo lungo la strada Postilli-Riccio. Sono scelte che fanno a pugni con gli slogan del consumo di suolo zero e con la tutela del paesaggio e del territorio" è senza appello il giudizio sul nuovo Piano Regolatore di Ortona del Coordinamento Tu Vi Va, che riunisce oltre 70 realtà tra associazioni locali e nazionali per la tutela ambientale e del patrimonio culturale e imprenditori turistici.

 
Solo a ridosso dei Ripari di Giobbe, dove oggi ci sono distese di olivi centenari, verrebbero costruiti oltre 200.000 mc di edifici residenziali!

Il Coordinamento si appresta a depositare le osservazioni alla Valutazione Ambientale Strategica al Piano regolatore, con termine domenica 14 giugno.
 
I dati del nuovo PRG sono tutti sballati. A fronte di 23.400 abitanti attuali, il Piano è dimensionato per oltre 34.000. Gli stessi proponenti sostengono, peraltro citando dati risalenti al 2001, con evidente sottostima visto l'andamento del mercato immobiliare più recente, che il 20% delle abitazioni non è occupato.
 
In realtà, oltre agli abitanti residenti, bisognerebbe considerare i picchi di presenze connessi a questo tipo di aggressione al territorio, che privilegia la concentrazione dei turisti in pochi e ristretti periodi rispetto alla destagionalizzazione. In questo caso, come assicurare i già precari servizi come, ad esempio, quello della depurazione che già oggi è in tilt?
 
Le aree alberghiere e per il turismo con strutture fisse sono previste a ridosso del mare. A parte l'impatto paesaggistico e di afflusso di persone in aree estremamente vulnerabili e di enorme valore naturalistico in cui non si può replicare certo il turismo di Pescara e Francavilla, anche per diversificare l'offerta, non si tiene in alcun conto del problema dell'innalzamento del livello dei mari per i cambiamenti climatici, atteso di mezzo metro in pochi decenni. Queste nuove strutture diventerebbero immediatamente a forte rischio, con la necessità di costosissimi interventi di mitigazione.
 
Di tutto ciò nella valutazione ambientale non vi è traccia! Abbondano chiacchiere sulla sostenibilità prive poi di agganci con la realtà di un piano che costituisce un vero e proprio assalto finale al territorio costiero.

Il Coordinamento chiede al Comune di rivedere radicalmente queste scelte. Inoltre facciamo appello all'intervento degli enti sovra-ordinati, dalla Soprintendenza alla Regione fino al Ministero dell'Ambiente, per evitare questo scempio e indirizzare queste aree verso un turismo diffuso, rivitalizzando il bellissimo centro storico e quelle contrade storiche oggi contornate da meravigliose aree agricole con distese di olivo che tutto il mondo ci invidia.

 
COORDINAMENTO TU VI.VA

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