Cava sequestrata a Montenero di Bisaccia, Sisto: «Una vicenda che avevamo previsto»

ven 27 marzo 2020
Flash News di La Redazione
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Pasquale Sisto ©Termolionline.it
Pasquale Sisto ©Termolionline.it

TERMOLI. Sul sequestro operato dal Noe a Montenero di Bisaccia interviene Pasquale Sisto, segretario molisano di Rifondazione comunista ed ex leader della Fillea-Cgil. «La discarica abusiva scoperta in una cava di Montenero di Bisaccia: ci addolora; ma non ci sorprende. Abbiamo appreso dagli organi di informazioni locali, della scoperta, da partedei Carabinieriche la cava di Gessoche serviva per la produzione di intonaci dell’ex Gessificio Calbon di Montenero di Bisaccia era adibita a discarica abusiva. Gli stessi Carabinieri hanno messo sotto sequestro 100mila metri cubi di rifiuti di estrazione costituitida terre e rocce gestite illecitamente, in zona tutelata a ridosso dell’alveo del fiume Trigno e utilizzata per la realizzazione abusiva di un ampio piazzale nella cava. L’ennesima scoperta di una discarica abusiva nel Molise ad opera sempre di imprese del Nord Italia, ci rammarica, ci addolora manon ci sorprende più di tanto.

La scoperta di tale discarica abusiva, che ripetiamo ci addolora profondamente ma nel contempo in questo casonon ci sorprende più di tanto, in quanto tra la fine di gennaio 2013 e fino a aprile 2014 chi sottoscrive questo comunicato ha seguitopersonalmentela vicenda della chiusura dell’ex Gessificio Calbon in qualità dell’allora Segretario Generale della Fillea–Cgil Molise. Il gessificio Calbon aperto a marzo 1964 da una famiglia di Montenero di Bisacciaè stato definitivamente chiuso alla fine di aprile del 2014 dopo 12 mesi di Cigs dalla multinazionale Saint Gobain Ppc Italia Spa che aveva rilevato l’opificio e la cava da unafamiglia locale.

La Saint Gobain Ppc Italia Spa come è noto possiedeuno stabilimento che si trova nel Nucleo Industriale di Termoli servita dallamateria prima dell’altro Impianto (cave e frantumazione) di Guglionesi. Ci siamo battuti fortemente per evitarela chiusura della ex Gessificio Calbon di Montenero di Bisaccia tra la fine di gennaio 2013 e aprile 2014 (con manifestazioni e presidi e blocco degli automezzi anche all’ ingresso dello Stabilimento di Termoli)perché ritenevamo che tale chiusura non era giustificatadalla grave crisi del settore edilema da altri motivi, in quanto l’opificio non aveva mai subito una riduzione di orario di lavoro e non era mai stato richiesto l’interventodella Cigo o Cigs o di altri ammortizzatori sociali che dir si vogliae si producevaa pieno ritmo per l’alta lavorabilità durante la messa in operadegli intonaciprodotti, dovuta alla grande qualità della materia prima che si estraeva nella cava sequestrata. Noi dicevamo all’ epoca, anche basta a questi grandi Gruppi Industriali che arrivavanonel Molise dal Nord Italia rilevavano da famiglie Molisane questi tipi di produzione a base gesso molto presenti nel Basso Molise per la grande qualità della materia prima che permetteva e permette ancorala produzione di ottimi materiali per intonaci a base gesso (come la famosa scagliola Mafalda) e poi l’anno chiusoper le loro logiche di mercato e di concorrenza aprendo altri siti produttivi con i contributi pubblici.

Sorte toccata al gessificio di Mafalda, quello di Guglionesi, con l’eccezione delle cave la quale pietra serve per la produzione di Termoli e poi l’ex Gessificio Calbon di Montenero di Bisaccia. I concessionari delle cave, una volta andate in esaurimentodovrebbero trasformare le cave stesse in ambienti vivibili con piante, laghetti per la pesca sportivaecc. ecc. come dimostrano i loro plastici che presentano al momento della richiesta della concessione per l’estrazione delle materie prime. Invece come abbiamo visto a Montenero di Bisaccia diventano discariche abusive deturpando ulteriormente l’ambiente».

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