Stabilimento Fca "al minimo", Mascolo: il 2020 si conferma annus horribilis

Turni al palo ven 29 maggio 2020
Flash News di La Redazione
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Il segretario regionale della Fim-Cisl Molise Riccardo Mascolo ©Termolionline.it
Il segretario regionale della Fim-Cisl Molise Riccardo Mascolo ©Termolionline.it

TERMOLI. Dalla comunicazione sui turni della prossima settimana allo stabilimento Fca esce un quadro tutt’altro che rassicurante, , sul quale è intervenuto con forza la segreteria regionale della Fim-Cisl, con Riccardo Mascolo. «Lavoratori e lavoratrici, la comunicazione fatta nella giornata di giovedì dalla direzione Fca sui volumi produttivi per la prossima settimana, confermano le nostre preoccupazioni già manifestate durante il periodo di emergenza. Invitiamo la direzione Fca ad una ulteriore sensibilità di monitoraggio per una equa ridistribuzione del lavoro presente nella nostra realtà, in modo tale che non vengono penalizzati sempre gli stessi lavoratori. Eravamo e siamo consapevoli che dopo il lockdown non si sarebbe potuto ritornare da subito alla normalità.

Dalle previsioni fatte dagli analisti il 2020 rappresenta un annus horribilispari a quello che il nostro Paese ha vissuto nel lontano 1944 superando addirittura i paragoni con la crisi economica del 2008. Il Governo con i vari Dpcm varati in questi mesi ha cercato di tamponare l’acuirsi della crisi, purtroppo ci rendiamo conto che non basta. I fatti che in questi giorni occupano la cronaca nazionale, la chiusura della Jabil, la minaccia della Whirpool di fare altrettanto, imprenditori che nonostante il divieto di licenziare in modo discriminato lo fanno, aggravano ancor di più l’aumento del rischio povertà nella classe media.

Non condividiamo l’atteggiamento di quella Politica che a prescindere contesta iniziative di quelle industrie che in questi giorni per fronteggiare l’attuale crisi legittimamente hanno chiesto prestiti allo stato cercando di evitare conseguenze irreparabili. La Fim invita gli industriali ad osare di più sacrificando i loro profitti per il bene comune, con la speranza che al più presto questa emergenza venga meno. Bisogna scommettere sul nostro Paese, le scorciatoie possono avere un profitto immediato ma non hanno un futuro, ci riferiamo ai tanti contratti scaduti che rappresentano un paracadute per circa 11 milioni di lavoratori. Rinnovare questi contratti oggi può rappresentare un’iniezione di fiducia, scommettere sugli investimenti annunciati negli anni precedenti, significa avere un futuro.

Auspichiamo ancora una volta che tutti, (istituzioni, industriali, parti sociali) trovino un linea comune per guidare il Paese fuori dal guado».

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