Giovani, lavoro e settore edile: “Non bastano i sussidi per aiutare le imprese”

VASTO. “Per quanto riguarda il lavoro dipendente consiglierei ai giovani di professionalizzarsi, di non sottovalutare lo studio e tutte quelle esperienze che si possono fare, non rinunciando anche qualora possano sembrare umili. Sono, infatti, un'occasione per acquisire competenze e capire come funziona il mondo. Dall'altro lato c'è l'autoimpiego, di cui si occupa la nostra associazione di categoria. Ci sono delle misure molto generose tra le quali spicca ‘Resto al sud’, che aiuta le nuove iniziative fino a 200mila euro con contributi a fondo perduto al 50% e per la restante parte con un mutuo a tasso agevolato la cui decorrenza scatta a 2 anni dall'apertura”.

A parlare è Silvio Calice, coordinatore provinciale giovani imprenditori per Cna Abruzzo.

Lo abbiamo intervistato per fare il punto della situazione sul tema “giovani e lavoro”, già particolarmente sentito prima della pandemia e che ha subito un duro colpo a seguito di quest’ultima.

“In periodo di emergenza sanitaria le aziende che aprono e che sono in regola con pagamenti e rendicontazione ricevono anche un bonus in regalo che va dai 15mila euro in su per ogni socio, fino ad arrivare a 40mila. Sono incentivi che stimolano alla riapertura, la cui prima leva è sicuramente la competenza. Non è pensabile di aprire un'attività improvvisandosi, laddove il rischio calcolato non deve tradursi in incoscienza ma nell’impiego di skills sia trasversali che operative e nell'orientamento a perseguire un obiettivo strategico. Quest'ultimo significa individuare un mercato possibile che risponda ai bisogni. Come Cna, inoltre, abbiamo istituito il ‘Premio Cambiamenti’ per valorizzare le Startup nate negli ultimi tre anni e rivolto a chi ha il coraggio di mettersi in gioco. Persone da ringraziare perché creano occupazione e lavoro, nonché muovono l'economia”.

E non solo. All’indomani dell’uscita dell’indagine Ronci (Leggi), ecco cosa racconta Calice: “Dal confronto tra le imprese che nascono e quelle che hanno cessato l’attività, è emerso il prevalere di queste ultime, con più di 290 chiusure in Abruzzo. Il dato si combina in maniera negativa con un ulteriore flessione delle nuove aperture rispetto alle altre regioni d'Italia. Lo studio si riferisce solo ai primi 3 mesi del 2021, ma racconta comunque una situazione economica molto difficile. La categoria più penalizzata risulta essere, inoltre, quella delle costruzioni. Attualmente sono anche coordinatore regionale di Cna costruzioni e sto verificando tante problematiche sul Superbonus 110%. Sono legate soprattutto alla burocrazia nell’avviare cantieri spesso molto complessi. C’è una certa difficoltà nell’accesso alla documentazione pubblica anche a causa della scarsa digitalizzazione amministrativa. Oltre a questo non è facile trovare manodopera qualificata per alcuni interventi di efficienza termica. Le microimprese sono un po' più lente a rispondere a queste dinamiche così complesse perché richiedono un’organizzazione specifica e CNA sta facendo di tutto per supportarle sia dal punto di vista burocratico che sindacale. Abbiamo anche richiesto la proroga di questa misura di cui ad oggi non si è ancora riusciti ad ottenere gli effetti sperati. Bisogna dare modo alle aziende di riorganizzarsi per definire una progettazione adeguata dei cantieri e chiuderli nei tempi programmati senza avere l'ansia da prestazione. In conclusione gli effetti del danno provocato dalla pandemia non sono così immediati ma se ne cominciamo a registrare nell'economia al pari della Salute. Non bastano solo i sussidi per aiutare le imprese”.