Emergenza Covid, discoteche: "La situazione è complicata, siamo in attesa di un segnale"

L'INTERIVSTA dom 06 giugno 2021

Vasto I fratelli Iacovitti: “Non chiediamo sussidi, vogliamo solo tornare a lavorare”

Lavoro ed Economia di Francesco Di Fonzo
4min
Emergenza Covid, discoteche: “"La situazione è complicata, siamo in attesa di un segnale" ©Vastoweb
Emergenza Covid, discoteche: “"La situazione è complicata, siamo in attesa di un segnale" ©Vastoweb

VASTO. Da lunedì 7 giugno, l’Abruzzo con Liguria, Umbria e Veneto passerà finalmente in zona bianca. Addio quindi al coprifuoco, ed ecco i primi segnali della tanto agognata libertà. Le uniche misure di prevenzione a rimanere in vigore sono la mascherina obbligatoria ed il rispetto del distanziamento sociale.

In zona bianca si torna a pranzare e cenare nei ristoranti, anche al chiuso, a consumare liberamente al bancone nei bar, ad allenarsi nelle palestre, a frequentare piscine, teatri, cinema, centri commerciali. Sono consentite anche le feste per i matrimoni, senza restrizioni.
Insomma, in zona bianca riapre tutto, ma proprio tutto, tranne le discoteche. E mentre il resto del mondo torna ad assaporare quel gusto di normalità che sembrava ormai soltanto un inconsistente miraggio, i gestori dei locali da ballo si ritrovano in un preoccupante limbo, con tantissime domande e nessuna risposta.

Sicuramente manca la volontà di supportaci, evidentemente non abbiamo i numeri sufficienti per essere considerati meritevoli di attenzioni” spiegano Simone e Silvio Iacovitti, gestori del Baja Village di Vasto.

In altre parti del mondo il nostro settore costituisce l’attrattiva principale, ha un notevole peso sull’economia nazionale, e per questo è maggiormente tutelato. Da noi evidentemente la situazione è molto diversa”.

In realtà ad oggi le discoteche potrebbero anche aprire, ma solo per il servizio bar e ristorante per chi è attrezzato. Niente da fare invece per l’aspetto più importante: il ballo.

“Questa non è una riapertura, non ha alcun senso. Anche perché nessuno verrebbe mai a cenare o a prendere un caffè in discoteca, non saremmo la prima, ma nemmeno la seconda scelta. Noi offriamo un servizio molto diverso”.

Secondo il sottosegretario alla salute Andrea Costa, tra le ipotesi da considerare per aiutare il settore ci sarebbe quella del green pass. Un escamotage che consentirebbe l’ingresso solo ai vaccinati e a chi risulti negativo ad un tampone molecolare o rapido.

Il problema è che si parte da un presupposto totalmente sbagliato. Il criterio di riferimento, per stabilire se una riapertura è effettivamente possibile, non può essere quello del distanziamento. E’ una pretesa che si basa su una logica fallace” spiegano Simone e Silvio.
La strada da percorrere dovrebbe essere quella del monitoraggio e del tracciamento. Un adeguato sistema di controllo e prevenzione sarebbe perfettamente idoneo a garantire la piena sicurezza della clientela, evitando anche svariati assembramenti nei locali e nei luoghi pubblici comunemente frequentati”.

Nel frattempo il serio rischio che l’estate 2021 venga letteralmente bruciata è più che mai attuale. Ad oggi sono tante le supposizioni, pochissime, se non nulle le certezze.

Ci siamo messi l’anima in pace, quasi certamente anche quest’estate resteremo fermi ai box. Aprire una discoteca non è semplice, non basta premere un bottone per far ripartire un’attività di questo tipo. L’organizzazione deve soddisfare determinati requisiti, il lavoro di preparazione che c’è dietro è enorme” spiegano.
“Abbiamo un personale di circa 70 dipendenti, tra chi lavora all’interno ed all’esterno della discoteca. Riuscire a trovare persone fidate, che diano disponibilità in una situazione di totale incertezza come quella che stiamo vivendo, è quasi impossibile. Le difficoltà sono tantissime e non riguardano solamente l’organizzazione del team di lavoro: il nostro locale è molto grande, si presta bene ad eventi mirati piuttosto che ad aperture quotidiane. La ricerca di ospiti, come i dj disponibili a suonare durante le serate, richiede un grande lavoro di programmazione,  che noi generalmente iniziamo addirittura da Ottobre. In questo momento invece è impossibile progettare, i tempi sono davvero troppo ristretti”.


L’auspicio è che il via libera possa arrivare entro e non oltre la prima settimana di luglio, ma anche in questo caso potrebbe essere ormai troppo tardi:

“La discoteca per quanto concerne la burocrazia è pronta a ripartire, siamo alla finestra. La situazione è complicata però, perchè non possiamo fare troppe pressioni, siamo soli, in attesa di un segnale. Mi auguro che altri abbiano la possibilità di riaprire, perché allo stato attuale delle cose noi non ripartiremo. Si parla di una possibile apertura a luglio inoltrato, ma da noi a metà agosto la stagione è già finita, a quel punto non converrebbe neppure fare un tentativo, quanto potremmo fare, 4 o 5 serate?”.

I gestori non sono alla ricerca di sovvenzioni, hanno semplicemente bisogno di tornare ad esercitare il loro mestiere nel rispetto della normativa vigente:

“Siamo consapevoli che la chiusura sia stata inevitabile, ma un governo serio avrebbe dovuto quantomeno agevolarci, almeno sui costi fissi. Non ci è stato tolto nemmeno un centesimo di tasse. Ma noi non chiediamo sussidi, vogliamo solo essere trattati come tutti gli altri, avere la possibilità di tornare a lavorare in sicurezza, è la nostra passione, è ciò che ci chiede il cuore”.

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