Crisi Pilkington ed esuberi, sindacati: "Chiediamo di chiarirne la portata"

Forti preoccupazioni mer 16 giugno 2021
Lavoro ed Economia di La Redazione
3min
Pilkington di San Salvo ©Web
Pilkington di San Salvo ©Web

SAN SALVO. Sulla crisi Pilkington ecco come si esprimono le rappresentanze sindacali di Cgil Filctem, Femca Cisl, Ultec e Ugl Chimici:

"Oggi si è svolto un incontro tra l’azienda, le organizzazioni sindacali territoriali e le rappresentanze sindacali per analizzare la situazione di mercato e l’andamento economico e di business degli stabilimenti. 

L’Azienda ha preliminarmente evidenziato che la crisi generata dalla pandemia ha ridotto notevolmente la domanda del mercato automobilistico di riferimento e che il livello di immatricolazioni di auto in Europa del 2021 presenterà una riduzione rispetto al 2019 (periodo antecedente il lockdown) superiore al 20%. L’avvio del programma di trasformazione annunciato dal Gruppo continuerà a focalizzarsi sulla riduzione dei costi fissi e sull’accelerazione delle automazioni di processo che dovranno consentire di ristabilire nel più breve tempo possibile l’utile economico di esercizio e la generazione di liquidità. L’azienda ha ribadito ulteriormente come il costo del prodotto sia ancora fortemente condizionato dall’effetto dei trasporti verso i costruttori di auto ormai localizzatisi in larga parte in Centro ed Est Europa. Anche i costi delle energie si presentano per quest’anno particolarmente elevati e le politiche di costo del lavoro non sufficientemente in grado di contrastare la concorrenza europea interna ed esterna. I nuovi investimenti sono e saranno gestiti con un’attenzione particolare alla produttività attraverso la “Digital Transformation” che favorisce l’evoluzione verso la fabbrica 4.0.  In tale contesto sono state anche introdotte iniziative formative anche tramite il Fondo Nuove Competenze volte a formare i lavoratori sulle nuove tecnologie e competenze.

Il Budget per l’anno corrente risente di quanto premesso ed è fortemente influenzato sia dalla riduzione delle vendite di auto sia dalla grossa difficoltà dei costruttori di approvvigionare taluna componentistica non disponibile (semiconduttori, plastica). Ciò genera fermate non pianificate e, su alcune linee, prolungate. La conseguenza di un carico impianti che non satura completamente la capacità produttiva di San Salvo continuerà a richiedere il ricorso agli ammortizzatori sociali. Sui Float l’insaturazione derivante dal mercato dell’auto è stata prontamente compensata con produzioni per il mercato dell’edilizia, spinto fortemente dal sistema di bonus per le costruzioni. La sfida più grande ed importante dei Float rimane quella relativa ai rifacimenti programmati nel prossimo futuro, a partire dall’imminente riparazione a caldo per il Float SS2 che richiede già diversi milioni di investimento ancora non approvati. Anche nelle seconde lavorazioni, nonostante le fermate che ci attendono, vi sono molte sfide su tecnologie innovative e nuove produzioni ad elevato valore aggiunto che rappresentano il frutto del piano industriale siglato alcuni anni fa (con oltre 50 milioni di investimenti) e costituiscono la base per il futuro dei nostri stabilimenti a San Salvo.  

La parte Sindacale ha espresso preoccupazione per il rischio esuberi ed ha chiesto all’azienda di chiarirne la portata nonché di mettere in campo iniziative volte a migliorare la saturazione delle linee produttive, a partire dal rifacimento dei Float, per tutelare i livelli occupazionali tra gli Stabilimenti di San Salvo, Bravo e Primo. Inoltre, la parte sindacale ha chiesto di accedere al contratto di espansione per far in modo che, come sempre è accaduto, nessun lavoratore esca dal ciclo produttivo in modo forzoso favorendo invece l’anticipo pensionistico e creando le condizioni per un ricambio generazionale vitale per le rapide evoluzioni del mondo del lavoro. La parte Sindacale ha chiesto, infine, chiarimenti anche circa alcune voci che parlano sia di dimissioni a livello dei vertici aziendali locali che a possibili vendite della fabbrica. 

L’azienda, a fronte delle preoccupazioni sindacali, ha dapprima rimarcato che da oltre un decennio non è stato perso alcun posto di lavoro a tempo indeterminato confermando quindi che l’organico del territorio (San Salvo, Bravo e Primo) è tuttora collocato sulle 2.200 unità, comprensive del salvataggio della ex Flovetro e delle tre gravi crisi mondiali fronteggiate dal 2008 ad oggi. In tema di attuali esuberi l’azienda ha evidenziato come sia prematuro effettuare qualsiasi quantificazione puntuale stante l’estrema volatilità dei mercati di riferimento che sono ancora in preda delle conseguenze economiche della pandemia. L’azienda ha, infine, confermato che tutto il team manageriale è fortemente impegnato a lavorare per rendere il sito di San Salvo sempre più competitivo e che non sono in corso iniziative di altra natura. 

Nelle prossime settimane seguiranno altri incontri volti ad affrontare i temi sopraelencati. 

 

              

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