Riservisti dell'Esercito in supporto ai Comuni

L'ultima trovata mar 25 settembre 2018
Lavoro ed Economia di Claudio de Luca
2min
Un riservista italiano ©http://ib9-wehp.blogspot.com
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ABRUZZO. Come questa testata ha già preannunciato, col disegno di legge sottoscritto dal Ministro Bongiorno, si vorrebbe istituire all’interno dei Comuni una sorta di attività tutoriale col fine di sovvenire alle esigenze dei vari Palazzi con azioni correttive di supporto. Naturale che la novità lasci intravvedere la costituzione di un Nucleo, improntato alla concretezza, i cui componenti svolgerebbero sopralluoghi e visite sino ad indicare persino i tempi ottimali di realizzazione di ciascuna procedura amministrativa. A tale proposito il d.d.l. ipotizza un “Piano triennale delle azioni concrete” per garantire la corretta applicazione delle disposizioni in materia di organizzazione e di funzionamento delle Pubbliche amministrazioni. Da tale punto di vista gli stessi dipendenti comunali potrebbero essere “commissariati” in ogni caso di accertate condotte illegali o, comunque, di cattiva gestione; ed il Ministro dell'Interno, sollecitato dal Prefetto, potrebbe inviare negli Enti Commissari straordinari da inserire per un anno nei posti burocratici-chiave allo scopo di accelerare le pratiche. Ciò per contrastare l'infiltrazione criminale all'interno delle Amministrazioni comunali e provinciali. Nella sostanza dovrebbero diventare sorvegliati speciali non solo i politici quand’anche i tecnici ed i dirigenti.

Ma non basta, perché (altra novità!) le strutture nazionali e locali saranno abilitate ad attingere (a costo zero) al personale della Difesa, posto a suo tempo in ausiliaria, al fine di sopperire ad eventuali carenze di organico od alla necessità di doversi servire di figure professionali altamente specializzate. Se per esempio un Comune avesse bisogno di un ingegnere forgiato, o di un tecnico informatico, potrebbe contattare direttamente la Direzione del personale militare per chiedere se, tra le Forze armate, ci siano professionisti in detta posizione residenti nel comune stesso di modo da potere essere chiamati in supporto dell'Amministrazione locale per cinque anni. Il professionista non sarà a libro-paga dell’Ente dal momento che viene già pagato dal Ministero della Difesa. Nel caso di specie non si tratta di una vera e propria novità, trattandosi di una ‘chance’ che esiste da tempo ma che non è mai stata sufficientemente sfruttata. Ora si concretizza grazie all'iniziativa del Ministro che ha già pubblicato, sulla Gazzetta Ufficiale n. 214 (14 settembre 2018) l'elenco dei militari in ausiliaria a cui gli enti locali territoriali potranno attingere. L’elencazione non è di poco conto, visto che conta 5mila nomi di militari cessati in modo permanente dal rapporto di impiego e di altri posti in congedo in riserva. Dal punto di vista tecnico l'istituto dell'ausiliaria è un periodo transitorio durante cui il militare, non più in servizio attivo per età o per altra causa, può essere destinato, in caso di bisogno, a speciali servizi ausiliari. Nel caso di specie, potranno essere richiamati dagli enti locali della provincia di residenza per un periodo di cinque anni, già pagati (come sono) dal Ministero della Difesa.

Secondo il Ministro Trenta si tratta di «un passo avanti verso il cambiamento per cui lo Stato non chiede alcun applauso dalle Amministrazioni locali dal momento che l’attività di supporto in questione rientra nei doveri dello Stato. Un tale strumento operativo non poteva continuare ad essere negletto proprio dalla Pubblica amministrazione. Ed è stato per questo che, oggi, viene posto a sistema per sostenere centinaia di Comuni che, privi - per esempio - dei Piani di emergenza per pubbliche calamità, potranno avvalersi di professionalità già predisposte all’uopo».

Claudio de Luca

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