Il 12 maggio la festa dell'infermiere e di 12 anni di blocco contrattuale

VASTO. "In Italia siamo oltre 300 mila e senza contratto da oltre 12 anni. Siamo i lavoratori della sanità privata convenzionata, delle RSA, RA, Cssa, etc.: infermieri, Operatori sanitari, tecnici di radiologia, di laboratorio analisi, fisioterapisti, educatori, assistenti sociali, dietiste, amministrativi, operatori socio-sanitari, coordinatori sanitari e tutti i professionisti della salute che garantiscono un servizio pubblico ma in qualche modo non gli viene riconosciuto. Perché? Perché i datori di lavoro – privati – non ritengono di dover riconoscere dei diritti al loro nuovo contratto di lavoro. Che poi tanto nuovo non sarebbe considerando i 12 anni di blocco contrattuale.

Professionalità che evolvono con lo studio e l’esperienza, e diritti e stipendi che rimangono vergognosamente fermi, cristallizzati dal lontano 2007. Un problema che ci riguarda tutti e che necessita di una battaglia collettiva. Le nostre controparti sono Aiop (Associazione Italiana Ospedalità Privata) e Aris (Associazione Religiosa Istituti Socio-Sanitari), i datori di lavoro interessati, coloro che dovrebbero essere promotori di questo sblocco contrattuale, che dovrebbero investire risorse per migliorare i servizi, le condizioni di lavoro e tutelare i propri dipendenti e che invece se ne lavano le mani. Dopo oltre un anno di trattativa, dopo svariati tentativi di trovare un punto d’incontro per il bene dei lavoratori e della collettività tutta, i sindacati hanno interrotto il dialogo con Aris e Aiop che hanno mostrato la loro completa indisponibilità a investire su questo contratto e a garantire un aumento salariale. Il motivo? “È di competenza del pubblico, poiché fornisce un servizio pubblico”.

Chiaramente solo negli investimenti, mentre negli Utili e negli Introiti il fattore competenza sembra improvvisamente venir meno. E a proposito di introiti, secondo gli ultimi dati disponibili, forniti da R&S Mediobanca, i dieci maggiori gruppi ospedalieri privati convenzionati Italiani contano complessivamente un fatturato di quasi 4 miliardi in un anno e un totale attivo di 5 miliardi, per un numero di dipendenti inferiore a 29 mila. Altro che “giornata dell’infermiere”, quella del 12 maggio, una delle professioni più bella del mondo, ma che nell’ultimo ventennio vede peggiorare il suo lavoro con ritmi lavorativi che sono al limite del sopportabile, specie se si opera con coscienza.

Non siamo in fabbrica, (con molto rispetto per chi lavora in fabbrica) noi non maneggiamo oggetti inanimati, abbiamo a che fare con utenti/pazienti che hanno una vita e la mettono nelle tue mani. Si possono trovare ormai reparti con 20/30 utenti/pazienti, contro pochi infermieri che invece ruotano su tre turni, mattina-pomeriggio-notte, dalle 21 fino alle 7 del giorno successivo. Si va a letto stanchi. Basta che la politica e gli imprenditori trascorrano una giornata in una qualsiasi struttura sanitaria convenzionata per toccare con mano la realtà e capire che un lavoro così non lo fai per il 27 del mese. Ecco il 12 maggio dobbiamo ricordare agli imprenditori di ARIS e AIOP e alla Politica a tutti i livelli che tantissimi lavoratori della sanità privata convenzionata sono senza rinnovo contrattuale da 12 anni, che i loro ritmi e i loro carichi di lavoro sono pesanti e che per offrire un buon lavoro di assistenza ci vuole una squadra di infermieri, non dico un rapporto uno a uno, ma neanche si può immaginare che il rapporto sia uno/due infermiere per 20/30 pazienti, la notte addirittura 1 infermiere per 20/30 pazienti, e la notte è dura!!! Allora questa giornata del 12 maggio deve diventare un’occasione per far conoscere i nostri problemi, le nostre difficoltà e per ricordare che la CGIL FP difende i diritti degli infermieri e di tutti i professionisti della sanità 365 giorni all’anno, e che continua la lotta per il rinnovo del contratto della sanità privata convenzionata scaduto da 12 anni."

Daniele Leone CGIL FP