L’automotive abruzzese sotto la lente di ingrandimento

la ricerca dom 24 novembre 2019

Vasto Interviste a Raffaele Trivilino e Giuseppe Ranalli del Polo Innovazione e i dati dell’Osservatorio Abruzzo 2019

Lavoro ed Economia di Lea Di Scipio
5min
L’automotive abruzzese sotto la lente di ingrandimento ©web
L’automotive abruzzese sotto la lente di ingrandimento ©web

ABRUZZO. “Qual è lo stato dell’industria automotive abruzzese? Quali sono i mercati di destinazione, le attività di innovazione e industria 4.0 e il fabbisogno delle competenze delle grandi, piccole e medie imprese della nostra regione?”.

Queste le principali domande cui l’Osservatorio Automotive Abruzzo 2019 intende dare risposte precise, sulla base di un’attenta analisi del territorio.

“Si tratta di una fotografia scrupolosa del settore, realizzata in collaborazione con l’ITS Sistema Meccanica di Lanciano e il Polo Tecnico Professionale (PTP) per la Meccanica, Meccatronica ed Automazione”, si legge in una nota, e che è stata presentata a Santa Maria Imbaro lo scorso 13 novembre presso la sede del Polo Innovazione Automotive.

Abbiamo voluto approfondire il tema per capire l’importanza e l’impatto della raccolta di questi dati sul territorio, nonché il valore aggiunto delle attività svolte dall’Osservatorio, intervistando Raffaele Trivilino, e Giuseppe Ranalli, rispettivamente direttore e presidente del Polo Automotive.

Intervista a Raffaele Trivilino

In cosa consiste l’Osservatorio?

L’Osservatorio Automotive Abruzzo è stato realizzato nei mesi scorsi sulla base di un questionario inviato alle aziende selezionate e significative nel settore della componentistica e nella produzione dei veicoli e aderenti al Polo Automotive – attraverso il quale sono state analizzate diverse aree tematiche: Descrizione impresa; Impresa e mercato; Innovazione; Nuove traiettorie di sviluppo; Industria 4.0 e Fabbisogno delle competenze.

A partire dalle risposte date dalle aziende, i dati sono stati accorpati per tracciare una fotografia sullo stato del settore in Abruzzo.

A cosa serve?

E’ un “osservatorio permanente per la filiera”, realizzato con l’obiettivo di individuare i principali trend di cambiamento, nel breve e nel medio periodo, derivanti dalle trasformazioni in atto nel mondo del manifatturiero avanzato e le competenze chiave che ne derivano, comprese quelle trasversali.

A cosa e a chi sarà utile e perché?

L’Osservatorio è utile per fare un’analisi concreta dei dati relativa al settore automotive. Ricordiamo che è un settore che produce il 15% del Pil industriale, genera 8 miliardi di fatturato e impiega 25mila addetti. Inoltre, produce il 55% dell’export dell’intera regione.

Abbiamo pensato che fosse arrivato il momento di fare un’analisi più puntuale del settore; per questo abbiamo selezionato circa 90 aziende alle quali abbiamo inviato il questionario. Circa metà di loro ci hanno risposto, fornendo una serie di informazioni sullo stato delle loro attività, la ricerca, l’innovazione di prodotto e processo, e le competenze di cui hanno bisogno.

E’ quindi uno spaccato dell’automotive in Abruzzo, fatto con dati concreti; questa è soltanto la prima edizione, che ci servirà come base per le prossime, visto che contiamo di fare un aggiornamento ogni due anni circa.

A chi sarà utile? A tutti gli stakeholder: dalle istituzioni al mondo industriale, dal sistema della ricerca a quello della formazione; ma anche a tutti i cittadini che vogliono fare una riflessione seria sul vero motore del sistema produttivo abruzzese.

Intervista a Giuseppe Ranalli

Qual è il valore aggiunto dell’Osservatorio dal punto di vista dell'economia del nostro territorio e dell'offerta formativa?

Il valore aggiunto consiste nella capacità di mettere a sistema una serie di dati che finora non esistevano in forma aggregata e strategica.

Il Polo Automotive si è posto l’obiettivo – in continuità con quanto fatto in 11 anni di attività – di puntare sulla ricerca, il networking e le relazioni per affrontare in maniera intelligente il nuovo cambiamento radicale che sta avvenendo nell’industria automotive mondiale.

Questo è il valore aggiunto dell’Osservatorio: partire da un dato per aprire una riflessione e far restare le nostre aziende protagoniste di questo cambiamento.

Alcuni dati dell’Osservatorio

Lo stabilimento SEVEL, in Abruzzo, produce circa 300.000 veicoli; rappresenta circa il 12% dell’intera produzione europea. La filiera automotive regionale è costituita da un gruppo di imprese globalizzate, sia GI che PMI, operanti nel comparto dell’automotive e della meccatronica che comprende anche la subfornitura e la componentistica. Il comparto automotive in Abruzzo è tra i più significativi, tanto da rendere la Regione fortemente industrializzata, con un tasso superiore alla media nazionale, pari al 27%. La filiera automotive in Abruzzo, in particolare, conta oltre 25 mila addetti (di cui 20mila nella sola provincia di Chieti), 8 miliardi di fatturato, e produce il 55% di export dell’intera regione.

Il comparto automotive abruzzese è abbastanza eterogeneo rispetto alla tipologia di impresa. Vi sono molte piccole e medie imprese, ma anche diverse grandi. Tra tutte dominano i due grandi colossi dell’industria automotive: la Sevel, che produce il Fiat Ducato, il veicolo commerciale leggero più venduto in Europa; la Honda Italia Industriale, fondata nel 1971 ad Atessa - unico sito manifatturiero Honda in Europa per le due ruote - che dopo la crisi attraversata circa un decennio fa, è tornata a crescere in termini produttivi e occupazionali.

Si tratta di aziende che realizzano componenti e semilavorati su specifiche del cliente, oppure ideati e prodotti da loro (o assieme al cliente) o ancora sistemi o moduli completi per autoveicoli. Iniziano anche ad affacciarsi ai mercati esteri. Rispetto ai clienti, emerge chiaramente la dominanza del gruppo Fca, condizionata prevalentemente dalla presenza in Abruzzo della Sevel, il più grande stabilimento europeo per la produzione di veicoli commerciali leggeri.

Rispetto al tema dell’innovazione, di prodotto e di processo, le imprese abruzzesi hanno introdotto sul mercato innovazioni svolte prevalentemente dall’impresa in-house, ma anche dall’impresa in collaborazione con altre e anche a seguito della realizzazione di progetti partenariali finanziati con fondi europei (FESR) e nazionali (FSC). Ma, nella maggior parte dei casi, le imprese non depositano brevetti sulle innovazioni e vi dedicano bassi investimenti (<10%).

Rispetto alle nuove traiettorie di sviluppo e dinamiche di Industria 4.0, gli ambiti di applicazione di interesse hanno riguardato soprattutto produzione, qualità e logistica. Infine, le aziende hanno esplicitato quali sono i principali rischi e vincoli che potrebbero frenare l’attivazione di iniziative in ambito Industria 4.0: il costo dell’iniziativa; la scarsa propensione a scambiare informazioni; la scarsa disponibilità di risorse interne.

La parte finale dell’Osservatorio ha affrontato il tema del fabbisogno delle competenze. Le aziende abruzzesi sembra facciano fatica a trovare personale qualificato, specialmente rispetto ad alcune aree, ma ritengono prioritarie alcune competenze specifiche: soft skills; manufacturing, gestione degli assets e prodotto; ricerca e sviluppo, innovazione, design e progetto.

In generale, l’analisi delle competenze, in particolare rispetto a Industria 4.0, dimostra dunque che le aziende cominciano a maturare la consapevolezza di quanto una rivoluzione – in termini soprattutto di riconversione e riqualificazione delle competenze - sia necessaria, e anzi è già in atto.

Per ulteriori approfondimenti si rimanda al sito del Polo Innovazione Automotive


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