Investire al tempo del trading online

economia lun 02 dicembre 2019

Vasto Investire su CFD: più libertà e flessibilità

Lavoro ed Economia di La Redazione
3min
Investire al tempo del trading online ©Web
Investire al tempo del trading online ©Web

ABRUZZO. Il trading online è una novità abbastanza recente: poter investire senza far riferimento ad una banca o ad un fondo di investimenti era qualcosa di assolutamente impensabile una decina di anni fa.

Con l’introduzione di strumenti particolari, i CFD, si è reso possibile per chiunque prendere parte ai mercati finanziari, andando di fatto a scavalcare i requisiti minimi particolarmente esosi degli altri enti di investimento finanziario.

Mentre puoi trovare tutto ciò che desideri su il trading online spiegato su questo sito, questo articolo si occuperà di mostrare quali sono state le novità e quale immensa portata rivoluzionaria esse posseggono. Investire attraverso piattaforme non bancarie, difatti, permette di evitare di incorrere in limitazioni antiquate.

Investire su CFD: più libertà e flessibilità

I CFD, acronimo di Contracts For Difference, indicano particolari strumenti finanziari derivati che riflettono immediatamente gli assets sottostanti. Si tratti di coppie di valute (Forex Market), azioni (Borse Valori), materie prime o criptovalute, i CFD permettono di operare sui titoli più amati e popolari del momento.

Essendo strumenti finanziari, essi non limitano esclusivamente le possibilità di investimento al solo acquisto e alla vendita successiva, ma permettono anche di vendere allo scoperto, ovvero scommettere contro un determinato titolo. Si tratta di un’operazione che può essere eseguita anche senza detenere il possesso del titolo su cui si decide di operare.

Se, ad esempio, si prevede che le azioni Amazon subiranno un calo nelle prossime settimane, non avendole nel proprio portafoglio l’unica operazione possibile è quella di non acquistarle. Con i CFD, invece, puoi giocare al ribasso e ricavare profitti dal calo delle quotazioni.

Essendo strumenti derivati da un asset sottostante e assolutamente trasparenti, le possibilità di imbrogli o di crisi finanziarie come quella del 2008 sono estremamente improbabili e non è comunque attribuibile a loro.

Broker: bassi requisiti di accesso

I broker, ovvero le piattaforme di investimento non bancarie, inoltre, sono caratterizzate da soglie di deposito minimo estremamente basse. Se le banche non prendono nemmeno in considerazione la possibilità di fare investire sul mercato se il capitale messo a disposizione non ha come minimo 4 zeri, i broker permettono di operare anche partendo da poche centinaia di euro (il deposito minimo si aggira in media intorno ai 250 euro, ma si possono trovare piattaforme che chiedono anche di meno).

In questo modo i mercati finanziari si rendono accessibili a chiunque e si può venire a creare a tutti gli effetti una nuova cultura economica che soppianti quella tradizionale, con le banche che detenevano a tutti gli effetti il monopolio della circolazione del denaro.

La crisi del 2008: uno spartiacque fondamentale

La crisi dei subprime, del 2008, è stato un importantissimo spartiacque per l’economia del nuovo millennio: se prima si aveva l’intuizione approssimativa della conduzione criminale dell’economia operata dai maggiori istituti di credito del mondo (nessuno si è salvato, dalla JP Morgan newyorkese alla Deutsche Bank tedesca alla BNP francese), con quella crisi tale intuizione si è trasformata in certezza.

Si è fatta strada la necessità di democratizzare il mondo della finanza, sottraendo alle banche il monopolio assoluto della circolazione di denaro. I canali per operare questa democratizzazione sono stati fondamentalmente due: le criptovlaute e il trading online.

Le prime attraverso la creazione di valute alternative, più efficienti, assolutamente decentralizzate. Il secondo attraverso la possibilità da parte di chiunque di partecipare alla vita economica del pianeta, investendo e contribuendo allo sviluppo economico di aziende, società, e interi paesi.

Investire è partecipare

Se il processo di valutazione di un titolo è estremamente complesso, una cosa è certa e semplice da capire: i volumi di scambio influenzano attivamente le quotazioni di un asset.

Investendo si partecipa ai volumi di scambio e si è capaci di trarre profitto e allo stesso tempo di influenzare attivamente la liquidità che un’azienda ha a sua disposizione, conferendole la fiducia necessaria a continuare a crescere e a mettere in moto l’economia di nazioni intere, dando lavoro e di che vivere a milioni di persone.

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