Lavoratori sanità privata: "I contagi aumentano, Asl e Regione devono intervenire​"

COVID-19 gio 08 ottobre 2020

Vasto Chiesto un incontro all'assessore alla sanità e al manager della Asl per valutare le dotazioni organiche nelle strutture

Lavoro ed Economia di La Redazione
3min
Infermieri in strutture private ©Vastoweb
Infermieri in strutture private ©Vastoweb

VASTO. C'è preoccupazione per la nuova ondata di contagi da Covid-19 tra i lavoratori della sanità. Questa la lettera inviata all'assessore alla Sanità Nicoletta Verì e al Manager dell'Asl per chiedere un incontro e valutare le dotazioni organiche nelle Rsa e nelle strutture socio sanitarie:

"Come coordinatore della CGIL FP sanità privata Abruzzo-Molise non nascondo la preoccupazione per il numero crescente dei contagi che ogni giorno si verificano nella nostra Regione e nel nostro paese. Ciò ci mette sicuramente tutti in allarme e ci impone di agire in anticipo per fronteggiare al meglio un’eventuale seconda fase da Covid 19 che si può manifestare nelle prossime settimane o mesi.

Riconosco lo sforzo profuso da tutti ma è altrettanto innegabile il grande impegno profuso in questi mesi di emergenza da tutte le lavoratrici e i lavoratori della sanità pubblica, privata, delle RSA, RA, CSSA, etc. a partire dal primo giorno della pandemia, che ha permesso di mettere in sicurezza non solo gli utenti/pazienti ma anche le stesse strutture sanitarie pubbliche e socio sanitarie.

Oggi siamo tutti consapevoli del fatto che se aumentano i contagi non vi sarà un nuovo lockdown e dunque è inevitabile che saranno chiamati nuovamente i dipendenti delle strutture sanitarie pubbliche, delle strutture socio sanitarie, dei centri di riabilitazione art.56, ed ex art.26, le RSA, RA e dei centri CSSA, a raddoppiare gli sforzi per tutelare gli utenti/pazienti, se stessi, le strutture in cui prestano la loro professione e le proprie famiglie.

Ed è appunto per le cose fin qui dette che chiedo di rivolgere una particolare attenzione alle strutture socio sanitarie, alle RSA, RA, CSSA, alle strutture ex art.26, etc. strutture che erogano assistenza agli anziani fragili con patologie croniche e spesso con pluri patologie. Il nostro obiettivo è quello aprire un focus particolare da dedicare a queste strutture che nella pandemia si sono dimostrate luoghi di fortissima criticità e per questo dobbiamo chiedere che in queste strutture si aumenti il livello di qualità e sicurezza dell’assistenza agli utenti e nel farlo bisogna verificare le dotazione organiche del personale infermieristico, degli oss, ausiliari, fisioterapisti, etc. perché in questa fase emergenziale secondo noi è necessario avere delle dotazioni organiche aggiuntive per affrontare al meglio l’emergenza Covid, per migliorare i servizi ed erogare agli assistiti cure di qualità.

Per questo è necessario partire dal capire il reale rapporto infermiere/oss/operatore/ paziente in queste strutture e dunque quanti pazienti può assistere al meglio un infermiere/oss/operatore durante il proprio turno di lavoro o durante il turno notturno, sapendo che in ciascuno dei reparti delle strutture sopra citate, il tempo necessario per l’assistenza varia a seconda della complessità del paziente, della sua criticità e della sua instabilità. Per ogni paziente/utente è richiesto un tempo maggiore o minore di assistenza e un certo numero di infermieri/oss/operatori sanitari.

Ciò vuol dire per esempio che i pazienti anziani particolarmente complessi e instabili, con disturbi cognitivi e con una ridotta capacità nello svolgere autonomamente le più semplici attività di vita quotidiana ecc., richiedono un elevato carico assistenziale.

Ecco perché diventa indispensabile in questa fase emergenziale pensare ad un incremento in organico di oss, infermieri, fisioterapisti, medici, etc, al fine di:

❖ fronteggiare al meglio l’emergenza Covid 19 nei propri reparti e servizi;

❖ fronteggiare al meglio i rischi di contagio, infezione ed errori sia nelle procedure assistenziali che durante la somministrazione della terapia;

❖ ridurre le cadute dei pazienti;

❖ ridurre i danni psicologici nei pazienti che potrebbero innescarsi in seguito al divieto di vita in gruppo a causa delle regole sul distanziamento, etc.;

❖ avere il tempo necessario per tutta una serie di attività dirette e indirette, rivolte non solo al paziente/utente ma anche ai familiari che in questi giorni di emergenza non possono fare visita ai loro cari, etc.;

❖ ridurre il grado di insoddisfazione dei malati/utenti rispetto alla qualità di cure;

❖ evitare un’assistenza spesso frettolosa e poco attenta.

Per questo senza voler guardare alle dotazioni organiche e ai numeri del personale degli ospedali, chiediamo un incontro per capire qual è il giusto rapporto tra infermieri- Oss- operatori sanitari/ pazienti-utenti in queste strutture, soprattutto pensando ad un’eventuale seconda fase emergenziale da Coronavirus."

Il Coordinatore regionale CGIL FP sanità privata Abruzzo dottore in scienze infermieristiche Leone Daniele.

Vastoweb.com Testata giornalistica

Reg. Tribunale di Larino N. 01/2009 del 9/01/2009 - Num. iscrizione ROC:30703

Direttore Responsabile: Federico Cosenza

Editore: MEDIACOMM srl
Via Martiri della Resistenza, 134 - 86039 TERMOLI(CB)
P.Iva 01785180702

© Vastoweb.com. 2024 - tutti i diritti riservati.

Realizzato da Studio Weblab

Navigazione